I lavori dell’artista lombardo Aldo Rota verranno raggruppati in un catalogo generale e valorizzati in una serie di iniziative che ne promuovono l’opera. Una vita vissuta intensamente da grande viaggiatore, con lunghi soggiorni tra Italia, Portogallo, Stati Uniti, Russia, altre culture ne fanno, a tutti gli effetti, un personaggio internazionale. In particolare l’India – dove, dalla fine dagli anni Settanta, ha soggiornato vivendo all’interno di un ashram induista entrando in contatto con la spiritualità di Babaji.

Colpito dalle cromie della terra indiana e delle sue feste sacre, si è appassionato alla lavorazione tradizionale dei colori nazionali a cui la cultura indiana attribuisce precisi significati simbolici. Ha iniziato così a sperimentare una pittura in cui cultura indiana e cultura occidentale dialogano e si fondono. Tra i suoi riferimenti l’Informel,  il Nouveau Réalisme e il dripping.

Aldo Rota si pone davanti agli oggetti in modo arbitrario giacché, il punto di avvio dei suoi quadri è sempre un vissuto visivo, da cui, comunque, egli si allontana, dilungandosi in una serie di divagazioni sul tema. Le costruzioni pittoriche ch’egli crea, pertanto, non comunicano più il vissuto originario dell’autore, quanto piuttosto un vissuto immaginario che cattura e trasporta così lo spettatore in quel regno, arricchendolo.

Consegnatosi interamente alla pittura solo nella maturità, benché avesse sempre coltivato questa sua passione artistica, dopo aver molto vissuto, giacché, sono parole sue, senza un vissuto che la preceda e la motivi, non può esservi questa arte, tutta protesa a dare un sembiante all’inconnu. Questa avventura pittorica di Aldo Rota dà vita a una sfida: esprimere ad un tempo la molteplicità del vissuto visivo e l’unicità del dipinto.

In apertura: foto Roberto Ricci