Troppi risarcimenti. Tante persone negli ultimi dieci anni sono scivolate sugli scalini del ponte della Costituzione, progettato da Calatrava. Così il Comune di Venezia, di fronte a richieste di continui esborsi causati dagli incidenti dei passanti sul collegamento, si è visto costretto a cambiare il progetto originale così come stabilito dall’architetto. Sedici lastre di vetro saranno sostituite con altrettante di trachite, una roccia grigia presente nei vicini Colli Euganei. Nulla a che vedere con il raffinatissimo vetro: né come materiale né come impatto per l’occhio. Il ponte, familiarmente detto “Ponte di Calatrava” , è di 90 metri, ed è il quarto passaggio sul Canal Grande. Collega Piazzale Roma alla Venezia delle mille meraviglie che turisti e abitanti ben conoscono. Venne aperto nel 2008, a una ventina di anni dalla progettazione. A Bilbao per lo stesso problema si è ricorsi a una moquette di gomma, (fortunatamente) il Comune di Venezia non ha osato tanto. Varie le soluzioni cercate negli anni: vernice antiscivolo, interventi di corrugazione della superficie, la bocciardatura. Alla fine si è optato per la sostituzione dei gradini, alcuni assicurano che il profilo estetico non cambierà, ma tutti quanti hanno chiara la differenza tra il vetro e la pietra. I gradini di vetro però non solo sono scivolosi ma hanno bisogno anche di una bella manutenzione: negli anni sono state cambiate 50 lastre. Il ponte di Calatrava del resto è nato tra le polemiche e continua a essere frutto di polemiche: costò 11,7 milioni invece di 6,7, all’inizio non garantiva l’accesso ai disabili, e di inverno è difficile da praticare se c’è ghiaccio o neve. Un ponte per molti inadatto a Venezia.