Laboratorio sperimentale, status symbol, prigione domestica o cuore creativo e spirituale della casa? La cucina, più di ogni altro ambiente della casa, è soggetta a essere modificata dalle rivoluzioni tecnologiche, sociali ed estetiche. Se da un lato la cucina personifica lo stile di vita del proprietario e la sua relazione con la cultura del consumo, mantiene dall’altro il suo archetipico significato di cuore simbolico della casa. Lo scenario emerso dall’ultima edizione di EuroCucina e FTK (Technology For the Kitchen) conferma la tendenza a progettare la cucina aperta sulla zona living e la volontà di dare continuità visiva ai singoli elementi d’arredo per generare un unico ambiente a scala domestica. La cucina è interpretata come focolare domestico e si tratta di un focolare altamente tecnologico.
La cucina che non si vede
E se la complessità tecnologica degli elettrodomestici avesse un valore simbolico prima che pratico? Dall’ultima edizione di EuroCucina – FTK emerge una visione fortemente orientata alla casa intelligente, ma abbiamo davvero bisogno di tutta questa tecnologia?
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- 17 maggio 2016
- Milano
In maniera speculare alla nostra quotidianità pervasa dalla tecnologia, le novità presentate a FTK 2016 hanno delineato una visione fortemente orientata alla casa intelligente, attraverso dispositivi che consentono l’interconnessione di applicazioni e servizi per creare ambienti sicuri ed efficienti dal punto di vista energetico: frigoriferi e forni dotati di telecamere interne per monitorare, anche a distanza, la presenza dei cibi e l’evoluzione di una cottura, fino all’innovativo pannello di controllo VUX (Virtually User Experience) – nella foto in alto –, progettato dall’azienda tedesca Grundig, che consente di gestire piano cottura, lavastoviglie e cappa da un’unica interfaccia grazie a un proiettore integrato nella cappa aspirante che visualizza il pannello virtuale direttamente sulla superficie del piano di lavoro. E viene naturale chiedersi se questa esigenza di controllo attraverso la tecnologia non abbia un valore simbolico prima che pratico.
L’ambiente cucina è interpretato dai progettisti non solo in chiave funzionale ma anche emozionale, non solo come il luogo di produzione e consumo del cibo, ma come il luogo in cui ci si muove e ci si relaziona, superando il mero concetto funzionale. Questo atteggiamento si traduce formalmente nel recupero delle finiture calde e accoglienti del legno e, tra queste, quelle che privilegiano un effetto che si possa legare con naturalezza all’acciaio o al marmo, materiali che tradizionalmente caratterizzano gli spazi operativi della preparazione dei cibi.