Lo spazio al numero 4 è diviso da una nuova parete che crea due locali separati. In ognuno dei due locali è presente solo una lastra di granito, incastonata a un’altezza di 2 m e 30 cm. Sulla lastra è incisa una scritta tratta da un pensiero di Susan Sontag (unremitting banality and inconceivable terror). In questa definizione – “interminabile banalità” e “inconcepibile terrore” – l’intellettuale americana sintetizza e profetizza la descrizione della nostra epoca. Francesco Arena dà forma al concetto espresso da Sontag attraverso questa scultura che divide e unisce al contempo i due ambienti dello spazio espositivo.
Infine, al n. 7 è ospitata un’installazione composta da numerose sculture in DAS, realizzate a mano da Arena, che rappresentano i 57 angoli e i 58 spigoli presenti nella sua casa pugliese. Ciascun angolo o spigolo è composto da tre segmenti.
La somma della lunghezza di questi segmenti moltiplicata per il numero degli angoli e degli spigoli ha come risultato 91 metri che è la somma dell’altezza dei due Buddha di Bamiyan distrutti dai talebani nel 2001. L’utilizzo del DAS, materiale che si modella con le mani e che non va cotto, è un riferimento alle macerie delle sculture afghane, dalla mano dell’uomo costruite e distrutte.
Le tre opere condividono il concetto di taglio (nella tacca che segna la lunghezza della barba nelle sculture di bronzo, il taglio nel muro in cui è installata la lapide e l’idea di frazionamento degli spazi insita per natura negli spigoli e negli angoli) e un costante riferimento temporale (i giorni che passano nella crescita della barba; il tempo descritto dalla Sontag e l’eternità, purtroppo distrutta, delle sculture dei Buddha).
Inoltre i tre lavori sono una riflessione sul concetto di monumento, che da sempre interessa all’artista, una riflessione sul suo essere e sulla sua funzione, partendo dai materiali usati e dal continuo gioco di rimandi tra la sua storia personale e la storia universale che tutti noi conosciamo.
fino al 21 novembre 2015
Francesco Arena
sette, uno, quattro
Galleria Raffaella Cortese
via A. Stradella 1-4-7, Milano