Bonottoeditions

#113 Un nuovo marchio nato dalle costole di una raffinata manifattura veneta propone borse e arredi che mettono il savoir faire artigianale al centro del progetto. #salone2015

Il luogo scelto per installare il quartiere generale della Bonottoeditions, spinoff della manifattura tessile Bonotto, è speciale e inaspettato, perfettamente in linea con lo spirito di questo nuovo marchio voluto da Giovanni e Lorenzo Bonotto e Cristiano Seganfreddo, che ne cura la direzione creativa.

In via Durini 24, l’abitazione della famiglia Caproni, pionieri dell’aviazione, è ora sede e spazio espositivo sui generis di un’originale collezione fashion e arredo che utilizza tessuti speciali fatti produrre dalla “fabbrica lenta” veneta per nuove creazioni animate da una ricerca molto personale.

Bonottoeditions, vista dell'allestimento in Via Durini

Tutta la collezione parte quindi dal tessuto, che non è più visto come uno strumento al servizio della realizzazione dell’oggetto, delle realizzazioni artistiche e progettuali. Bonottoeditions si propone come “una piccola archeologia del futuro”, precisa Cristiano Seganfreddo, che raccoglie “esemplari di rarità contemporanee da vivere quotidianamente e da tramandare alle generazioni successive come fossero opere d’arte”.

La prima di queste edizioni uniche viene affidata al fashion designer Cesare Fabbri, per la parte moda, e al designer Matteo Cibic per quella arredo-casa.
 Fabbri ha coniato una capsule di pezzi slegati dalla stagionalità. “Nelle mie borse i riferimenti di ispirazione sono elementi umili che poi sono elevati a qualcosa di prezioso. Nelle borse che ho ideato i tessuti sono tutti stati portati fuori”, racconta, “mentre la pelle è utilizzata nelle parti interne. La sporta della spesa in cartone, il domino, una memoria di paglia e scacchiere, le catene – che rimandano alla catena del tessuto, all’ordito – sono l’immaginario sul quale ho disegnato i tessuti che sono stati realizzati da Bonotto per questa collezione. Nel progetto degli accessori tessili ho poi recuperato l’idea della stola, che conferisce alle donne un atteggiamento desueto ma che a me piace molto e che vale la pena di far rivivere anche nella donna contemporanea. Avevo in mente un recital della Callas dove lei canta tenendo una stola di raso. La sfida è vestire senza i vestiti. Ho giocato anche sul ribaltamento della percezione con una borsa che da lontano sembra realizzata in cartone, ma che invece è in un tessuto molto pesante studiato e realizzato appositamente: la quotidianità diventa design”.

Bonottoeditions, vista dell'allestimento in Via Durini

Cibic è stato invece il creativo scelto per realizzare gli arredi proprio per quella sua capacità di miscelare codici e mondi differenti in modo atipico. “Il brief era creare mobili straordinari dalla personalità spiccata che utilizzassero materiali ricchi”, racconta Matteo. “La scelta dei materiali è stata in primo piano per creare un nuovo landscape di interni: velluti, ottoni, legni scuri. Le forme sono però semplici e lineari, con pattern geometrici, ottagonali. La mia ricerca è partita dallo studio delle maglie metalliche, che ho declinato sui velluti, che hanno effetti molto cangianti, fino agli ottoni lavorati con satinature e incisioni, e poi li ho ampliati con un gioco di specchi che riflette e duplica questi effetti. La scelta tipologica ha guardato al passato, agli specchi magici che si vedono nei quadri di Vermeer, agli oggetti non più editati dai grossi marchi e che arrivano dalla storia del mobile italiano e francese. Qui sono reinterpretati in modo contemporaneo, come nel mobile con specchiere multiple”.

Bonottoeditions, Cristiano Seganfreddo e Matteo Cibic
Bonottoeditions, Cristiano Seganfreddo e Cesare Fabbri
Bonottoeditions, vista dell'allestimento in Via Durini
Bonottoeditions, vista dell'allestimento in Via Durini
Bonottoeditions, vista dell'allestimento in Via Durini
Bonottoeditions, vista dell'allestimento in Via Durini


14–19 aprile 2015
Bonottoeditions
Via Durini 24, Milano