LED senza limiti

#57 Con Free Pixel progettata per Artemide, Carlo Ratti e Matthew Claudel immaginano una luce da distribuire liberamente nello spazio a creare un ecosistema dinamico. #salone2015

“Alla base di Free Pixel c’è la constatazione che i LED diventano sempre più piccoli”, spiega Carlo Ratti, a proposito del sistema d’illuminazione disegnato per Artemide con Matthew Claudel.

I LED sono minuscoli emissori a basso consumo che possono generare sia elettricità sia luce. Di qui, l’idea di trasformarli in pixel. Di più, in “free pixel”: “minuscoli punti luce che possiamo posizionare dove vogliamo, per creare la situazione che vogliamo”, prosegue l’architetto e ingegnere con studi di progettazione a Torino, Boston e Londra nonché direttore del SENSEable City Lab al MIT di Boston.

Carlo Ratti con Matthew Claudel, Free Pixel, Artemide. Photo Nico K. Tucci

LED più pixel crea così un “pixel libero”, senza più limiti, distribuito a piacere nello spazio per creare un ecosistema dinamico, indipendente e mobile. Si possono immaginare, per esempio, degli elementi magnetici che si mettono (accesi) e si tolgono (spegnendoli). “È un po’ come stampare la luce”, precisa Ratti. E qui entra in gioco il braccio robotico esibito nella vetrina dello showroom di via Manzoni. In futuro? “Potresti entrare in un negozio Artemide e uscire con un canovaccio di luce stampata. Andando al di là del codice binario (on, off) delle lampade a incandescenza, Fee Pixel potrebbe essere regolato attraverso sistemi digitali in grado di modulare l’intensità, la posizione e il colore. Potremmo immaginare display tridimensionali, atomizzati e diffusi nell’aria”.

Carlo Ratti con Matthew Claudel, Free Pixel, Artemide


Free Pixel
Design: Carlo Ratti con Matthew Claudel

14–19 aprile 2015
Artemide
corso Monforte 9, Milano