PadiglioneItalia 2015

#52 Nuova location, nuovi acquisti e un progetto coerente che dà vita a una collezione in edizione limitata caratterizzano il PadiglioneItalia, curato da Claudia Pignatale. #salone2015

Gio Tirotto, Coexist, Sky. Photo Serena Eller
Alla sua terza edizione, il Padiglione Italia cambia location (da Ventura alle Residenze Litta in corso Magenta) e designer (almeno in parte, con diversi nuovi acquisti) e si mostra più coerente e convincente che mai.
I punti in comune tra Secondome e Padiglioneitalia sono la sperimentazione, la lontananza dalla banale industrializzazione, la ricerca e la manifattura artigiana”, spiega la curatrice Claudia Pignatale, proprietaria della galleria romana Secondome. Sono questi i presupposti per una collezione di pezzi, in edizione limitata e numerata, che mirano a esplorare le potenzialità derivanti dall’unire materiali profondamente diversi come vetro e metallo.
 Padiglioneitalia, Secondome, vista dell'allestimento alle Residenze Litta. Photo Jacopo Valentini
In apertura: Gio Tirotto, Coexist, Sky. Photo Serena Eller. Sopra: Padiglioneitalia, Secondome, vista dell'allestimento alle Residenze Litta. Photo Jacopo Valentini

È così per i progetti degli storici 4 fondatori del Padiglione: dai mappamondi trasparenti di Gio Tirotto, due sfere di vetro – una per il cielo, l’altra per la terraferma – che permettono di vedere cosa c’è dall’altra parte, al vaso di Alhambretto, un palloncino in vetro che si adagia, senza bucarsi, su un chiodo storto in fusione di bronzo poi dorato; dalla clessidra “magnetica” di Ctrl Zak, nella quale scende polvere di ferro a creare una sorta di scultura che sembra cristallizzare il tempo, alla scultura di Alessandro Zambelli, che tiene la fiamma della candela sempre sullo stesso piano, anche man mano che la cera si consuma.

Ma succede lo stesso anche nei lavori dei “nuovi acquisti”, i 5 autori invitati dalla gallerista.

Padiglioneitalia, Secondome, vista dell'allestimento alle Residenze Litta. Photo Jacopo Valentini
Padiglioneitalia, Secondome, vista dell'allestimento alle Residenze Litta. Photo Jacopo Valentini

Giorgia Zanellato, per esempio, ha disegnato una serie di vasi in tre finiture di metallo con galvaniche diverse. Matteo Cibic, invece, è autore di una lampada dalle forme transgeniche, con filamento: in vetro con base in ottone dorato.

Simone Fanciullacci e Antonio de Marco dello studio di design 4P1B propongono due macchine per complicare un gesto semplice, che in realtà non avrebbe bisogno di essere progettato: come versare l’acqua da una brocca o spegnere la fiammella di una candela.

Completano poi la collezione la lampada Olimpia di Zaven, a metà strada tra scultura architettonica e oggetto di design, e l’opera dell’artista Marco Raparelli, autore di un’installazione nella quale i suoi disegni prendono forma sul tavolo in ferro, realizzato dall’artista e fabbro Giovanni Casellato.

Raparelli+Casellato, A story that doesn't get told. Photo Serena Eller
Raparelli+Casellato, A story that doesn't get told. Photo Serena Eller

14–19 aprile 2015
Padiglioneitalia
Secondome

a cura di Claudia Pignatal
Residenze Litta
corso Magenta 24, Milano

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