Lee Ufan a Versailles

L’artista ospite a Versailles per l’estate e l’autunno 2014 è il pittore e scultore coreano Lee Ufan, le cui opere intense e silenziose sono state collocate nel palazzo e nei giardini.

Dopo Giuseppe Penone, ospite lo scorso anno, l’artista scelto a Versailles per l’estate e l’autunno 2014 è Lee Ufan, pittore e scultore di origine coreana.

Gli interventi intensi e silenziosi di questo artista sono collocati nel palazzo e nei giardini, ai piedi della scalinata Gabriel, lungo la maestosa prospettiva progettata da Le Nôtre e lungo i percorsi o nei misteriosi boschi, completando e modificando l’atmosfera.

Lee Ufan, Relatum Dialogue X, Versailles. © Tadzio

Nato nel 1936 in un villaggio di montagna della Corea del Sud, Lee Ufan è stato iniziato alla cultura tradizionale cinese. La sua formazione, ancorata nella tradizione dell’estremo oriente lo ha prima avvicinato alla letteratura e alla scrittura. Dopo essersi trasferito in Giappone all’età di 20 anni, ha studiato filosofia e si è impegnato in un’azione politica per la riunificazione delle due Coree. Allo stesso tempo, ha iniziato la sua carriera come artista, seguendo un interesse per l’astrazione gestuale di Jackson Pollock, mentre allo stesso tempo studiava la pittura tradizionale giapponese.

A sinistra: Lee Ufan, Relatum Dialogue Z, Versailles. © Tadzio. A destra: Lee Ufan, Relatum Earth of the Bridge, Versailles. © Tadzio

Nelle sculture di Lee Ufan spesso si confrontano due materiali: lastre di acciaio e pietre naturali. Il loro nome generico Relatum esprime l’idea che l’opera d’arte non è un’entità autonoma e indipendente, ma che esiste solo nella sua relazione con il mondo esterno. Per Lee Ufan, l’azione dello scultore consiste nel criticare l’iper-produttività del mondo moderno, in risposta all’evoluzione dell’arte che, dopo migliaia di anni spesi a realizzare manualmente gli oggetti, si è spostata verso gli oggetti industriali e il ready-made.

Lee Ufan, Relatum L'ombre des étoiles, Versailles. © Tadzio

Lee Ufan ha scelto di connettere il ‘fatto’ e il ‘non-fatto’. Secondo l’artista “vedere, scegliere, prestare o muoversi sono già parte dell’atto creativo”. Ufan unisce natura e coscienza umana con un semplice foglio di acciaio che dialoga con una pietra. Oppure distribuisce lamiere di acciaio opaco in una struttura lineare, erette o stese, lasciando che le loro ondulazioni rispondano allo spazio che investono.

A Versailles, l’artista ha installato dieci opere, tutte nuove, alcune delle quali di dimensioni inusuali per rispondere alle dimensioni dei Giardini. Dietro il vocabolario formale molto ristretto, emergono molte diversità e configurazioni completamente nuove.

Lee Ufan, <i>Relatum L 'ombre des étoiles</i>, Versailles. © Tadzio
Left: Lee Ufan, <i>Relatum a Tombe_hommage à André Le Nôtre</i>, Versailles. © Tadzio. Right: Lee Ufan, <i>Relatum Lames de Vents</i>, Versailles. © Tadzio
Lee Ufan, <i>Relatum Le bâton du Géant</i>, Versailles. © Tadzio