Il compito prevedeva la ristrutturazione di una serie di strutture precarie, andate distrutte a causa di un incendio, partendo proprio dalle minime infrastrutture necessarie (impianto idrico ed elettrico). I requisiti primari del nuovo progetto imponevano che fosse a prova di fuoco e che potesse funzionare come rifugio grazie a pareti antiproiettile, oltre a dover fornire strutture educative e sanitarie. L'edificio a due piani originario è stato così ampliato per includere una sala destinata alla comunità locale, un ambulatorio medico, una cucina, un centro giovanile, un centro di apprendimento per adulti, uno spazio per la vigilanza di quartiere, un orto con verdure e altre stanze amministrative.
Lo spirito comunitario dell'intervento si riflette nella scelta di procedere a stretto contatto con gli abitanti del posto, sotto la supervisione di un costruttore locale. La tecnica costruttiva si basa sull'uso di sacchi cuciti contenenti sabbia recuperata in zona, e su di un sistema low-tech di travi reticolari brevettato da Ecobeam.
Architetti: Lani Fender & Zvi Belling (ITN architects)
Promotori: Architeti Senza Frontiere (Australia), Fondazione Shaster (Sudafrica)
Programma: centro civico comunitario con strutture sociali, educative, amministrative e sanitarie
Materiali: sacchi di sabbia, travi reticolari
Costruttore: ECOBEAM insieme agli abitanti del Monwabisi Park