Ogni immagine proposta è un frammento dell'universo concettuale che compone un complesso "mosaico emotivo", animatore delle idee che le hanno generate. Si tratta di architetture, oggetti di design, disegni, pitture e poesie, racconti che esprimono la vera a nima del progettista visionario. Ogni cosa – pensata, disegnata, progettata, realizzata – da Luigi Molinis infatti appartiene a più mondi. Letteratura, arte, natura e poesia sono i mondi a cui una mente creativa attinge per produrre immagini. La fantasmagorica moltiplicazione delle immagini si traduce in segni, che, organizzati guidati, classificati, selezionati, compongono nuove immagini, nuove figure, nuove forme, filtrate dalla tendenza razionalizzatrice e geometrizzante dell'intelletto.
L'architettura è corpo (in)-organico tradotto nelle forme dell'astrazione artistica. La molteplicità degli sguardi diviene tema compositivo in un'architettura in cui tagli e mirate rivelano il carattere viscerale dell'architettura. La funzionalità è una qualità imprescindibile nell'architettura, nel design, ma la funzione non esaurisce mai la vocazione dell'architettura, degli spazi, degli oggetti. Quando la funzione emargina le altre esigenze (immaginazione, inventiva, comunicazione) l'architettura rinuncia al valore che l'ha sostanziata. L'architettura di Luigi Molinis è ritmo, è spazio metaforico. Molinis in alcuni frangenti sembra voler "togliere peso" alla struttura architettonica, senza cercare legami con la contemporaneità del suo operare, ma per esprimere un'esigenza interiore, che rende manifesto quell'universo formale e concettuale di cui si nutre costantemente: le opere di Luigi Molinis sembrano voler esprimere la leggerezza della pensosità. Il linguaggio del peso, della materia si contamina con il linguaggio leggero e sottile della poesia. Il processo creativo svelato dalle sue opere rende manifesto che si può giungere all'esatta comprensione di ciò che definiamo moderno, soltanto con la comprensione della sua ascendenza classica e che la meta è nella relazione fra questi mondi e quanto li ha resi possibili: lo sfondo mutevole davanti al quale si staglia la natura archetipo del thema. È grazie al thema che possiamo comprendere le forme ricorrenti che non cambiano nel tempo. Ogni movimento artistico è debitore rispetto ad un passato e creditore rispetto a un futuro. Ci sono opere, ci sono artisti, che hanno incarnato più di altre queste due tendenze apparentemente opposte. È così che ogni concetto e ogni valore si rivela duplice.
Anticipatrice del futuro, ma fortemente radicata nel passato, l'opera di Molinis appartiene a queste due tendenze estreme: alla continuità con il pensiero della storia e alla sua continua mutevolezza. Il progetto diviene così ricerca "interiore". Il viaggio (interiore) rappresenta la ricerca continua di nuovi punti di vista. Un'esigenza dell'anima. Elena Olivo, Architetto, Dottore di ricerca e docente del Corso di laurea in Architettura dell'Università degli studi di Udine.
