Un'occasione di consolidamento di una linea culturale e disciplinare quindi, come ha ricordato il presidente del corso di laurea Angelo Bugatti, che dopo i saluti del presidente della Triennale De Albertis ha preso la parola per sottolineare che un vero rinnovamento disciplinare può nascere solamente dall'apertura e dal confronto con realtà nuove. Volgere lo sguardo al gigante cinese deve significare l'intreccio della loro cultura del paesaggio e la dinamicità dello sviluppo con le riflessioni sulla storia urbana e la tradizione tipologica europee. Oltre al passaggio dalla ricerca alla pratica progettuale, come il titolo della mostra vuole sottolineare, "perché l'architettura è un'attività intellettuale del fare".
Sono da sottolineare alcune esperienze, tra cui quelle di Chang Yung Ho, nazionalità sino-americana, docente al MIT, fondatore del primo studio di architettura privato cinese, l'Atelier FCJ, e designer per Alessi; Chen Xudong, formazione da Herzog & de Meuron e fondatore di DAtrans, con sede nel dinamico M50 sul Suzhou Creek di Shanghai; Li Linxue, progettista ed editor di Time+Architecture magazine, importante rivista accademica di Shanghai; Shao Weiping, del BIAD UFo (Beijing Institute of Architectural Design – Un-Forbidden office), che collaborò con Foster+Partners al progetto del Beijing Capital International Airport Terminal 3; Zhang Xi, formazione all'ETH di Zurigo e fondatrice insieme al marito, ex-associato di Herzog & de Meuron, di EXH Design e firma di PLORE, un brand di design di accessori in seta.
