Un'idea di fotografia

La Fondazione Francesco Fabbri promuove la seconda edizione del suo festival dedicato alla fotografia moderna e contemporanea, proponendo inaspettate intersezioni tra i diversi momenti storici.

Dopo il successo dello scorso anno, la Fondazione Francesco Fabbri promuove la seconda edizione del suo festival dedicato alla fotografia moderna e contemporanea nelle sedi di Villa Brandolini a Solighetto di Pieve di Soligo e nell'Antico Lanificio Andretta a Follina, nel cuore delle colline trevigiane.

Il progetto F4_ un'idea di fotografia curato da Carlo Sala si sofferma sul tema dei paesaggi identitari e culturali, declinato secondo l'opera di maestri della modernità, protagonisti dell'arte contemporanea e autori emergenti. Il primo evento espositivo del festival è Assenza di soggetto, mostra che mette in relazione il grande fotografo moderno August Sander con il contemporaneo Michael Somoroff.

In mostra la celebre serie Ritratti del Ventesimo secolo con cui Sander ha saputo figurare i tratti caratteristici di un'epoca attraverso le sembianze degli abitanti della Repubblica di Weimar. Di umili origini, l'autore impara l'arte della fotografia assistendo un professionista incaricato di realizzare degli scatti nella miniera dove è impiegato come operaio. Durante il regime nazista, Sander subisce varie limitazioni e oppressioni che culminano in atti di violenza sul figlio Enrich e nel sequestro e distruzione di alcuni suoi lavori. Michael Somoroff ha voluto interpretare a livello fotografico e video l'opera di Sander. L'autore americano ha lavorato in post-produzione sui lavori storici, cancellando digitalmente le figure narrate. È un lavoro concettuale, ma anche umanista, che vuole giungere all'essenza dei luoghi e all'intrinseco rapporto tra la presenza antropica e il paesaggio.

In apertura: Edward Burtynsky, Oil Fields #1 Taft, California, USA, 2002 © Edward Burtynsky, courtesy Flowers, London & Nicholas Metivier, Toronto. Qui sopra: Edward Burtynsky, Residui di nichel n. 30, Sudbury, Ontario, 1996 © Edward Burtynsky, courtesy Flowers, London & Nicholas Metivier, Toronto
In apertura: Edward Burtynsky, Oil Fields #1 Taft, California, USA, 2002 © Edward Burtynsky, courtesy Flowers, London & Nicholas Metivier, Toronto. Qui sopra: Edward Burtynsky, Residui di nichel n. 30, Sudbury, Ontario, 1996 © Edward Burtynsky, courtesy Flowers, London & Nicholas Metivier, Toronto
Un'azione all'apparenza arbitraria, ma che denota come Somoroff abbia intimamente compreso la lezione del maestro tedesco, che non si voleva limitare a un semplice ritrattismo, comune a parte dei fotografi dell'epoca. Pur facendo emergere l'horror vacui di strade silenziose o il silenzio degli interni vuoti delle case, i tratti tipici di quella determinata società rimangono inalterati. La mostra è curata da Julian Sander e Diana Edkins.

La seconda esposizione L'uomo e la terra. Luci e ombre, curata da Enrica Viganò con Carlo Sala, è dedicata al fotografo contemporaneo Edward Burtynsky. L'autore canadese, fin dall'inizio della sua carriera trentennale, si è sempre confrontato con la natura in trasformazione e in particolare con l'effetto del progresso sul paesaggio.

Pochi autori della contemporaneità, come lui, hanno saputo cogliere un nuovo senso del sublime nei panorami manipolati dall'industrializzazione e dallo sfruttamento delle risorse naturali, portando lo spettatore a interrogarsi sugli effetti del consumismo esasperato. Le sue immagini raccontano dello sfruttamento delle risorse del pianeta, restituendo un paesaggio trasformato e ferito.

Massimo Sordi, Chidambaran, 2004 © courtesy dell’artista
Massimo Sordi, Chidambaran, 2004 © courtesy dell’artista
L'uso di un'iniziale 'bellezza' dell'immagine crea un'empatia tra opera e fruitore, che spinge inconsciamente verso una dimensione riflessiva. Un gioco che sfiora la contraddizione: dietro una magnificenza compositiva, si celano paesaggi che contengono il dramma di un'insostenibilità giunta al limite.

Le trenta opere di grandi dimensioni esposte nella mostra manifestano questo incontro-scontro mediante la presentazione di luoghi dal valore emblematico come le miniere di nichel, lo sbancamento delle cave, i cimiteri di relitti navali o le imponenti costruzioni delle nuove città asiatiche. Luoghi lontani tra loro come gli Stati Uniti, la Cina, il Canada o il Bangladesh divengono teatro delle medesime problematiche universali.

Ultimo membro di una storica famiglia di artisti, Ciardi si inserisce nell'alveo della tradizione veneta del vedutismo portata avanti anche dal padre Guglielmo, esponente della Scuola veneziana dal vero. Nella sua ricerca è evidente il tentativo di sintesi tra due momenti distinti, il realismo dell'Ottocento e la modernità incalzante. La mostra Emma Ciardi. L'opera fotografica tra Venezia e Refrontolo, curata da Carlo Sala, è composta da venticinque lavori che propongono una serie di visioni della città di Venezia, in cui appaiono molti canali, navi e bacini soffermandosi sul fascino dei riflessi nell'acqua del mare. Molto affascinanti gli scatti dei giardini – soggetto tipico dei quadri di Emma – popolati da statue antiche che rimandano a un gusto per la classicità. Infine gli scatti realizzati a Refrontolo, paese della campagna trevigiana dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.

Le sei mostre, allestite nelle sedi di Villa Brandolini a Solighetto di Pieve di Soligo e nell'Antico Lanificio Andretta a Follina, spaziano dalla fotografia di fine Ottocento fino alle ricerche legate alla contemporaneità
A sinistra: August Sander, Pasticciere, 1928 © Die Photographische Sammlung/SK-Stiftung Kultur – August Sander Archiv, Koln – VG-Bild Kunst, Bonn, 2011. A destra: Michael Somoroff, Pasticciere, 2007 © courtesy dell’artista
A sinistra: August Sander, Pasticciere, 1928 © Die Photographische Sammlung/SK-Stiftung Kultur – August Sander Archiv, Koln – VG-Bild Kunst, Bonn, 2011. A destra: Michael Somoroff, Pasticciere, 2007 © courtesy dell’artista
L'intervento di Cristina Treppo, intitolato Lo stato incerto delle cose, chiude le esposizioni a Villa Brandolini. L'artista lavorerà con delle opere ibride, realizzando alcune installazioni site specific che contemplano in esse l'immagine fotografica. Le sembianze di oggetti quotidiani perdono nel suo lavoro la loro valenza funzionale, divenendo simulacri evidenti per la costruzione in senso evocativo di una memoria collettiva.

A sinistra: August Sander, Figlia di contadino, 1919 © Die Photographische Sammlung/SK-Stiftung Kultur – August Sander Archiv, Koln – VG-Bild Kunst, Bonn, 2011. A destra: Michael Somoroff, Figlia di contadino, 2007 © courtesy dell’artista
A sinistra: August Sander, Figlia di contadino, 1919 © Die Photographische Sammlung/SK-Stiftung Kultur – August Sander Archiv, Koln – VG-Bild Kunst, Bonn, 2011. A destra: Michael Somoroff, Figlia di contadino, 2007 © courtesy dell’artista
Il percorso espositivo della seconda edizione di F4 prosegue nei suggestivi spazi espositivi del Lanificio Andretta a Follina, attraverso l'opera di due autori contemporanei italiani della scena emergente: Michele Cera e Massimo Sordi. Il primo, con la serie di scatti Dust documenta il peculiare volto dell'Albania odierna attraverso immagini scarne e minimali.

Massimo Sordi, autore profondamente legato all'India, rivela con le sue fotografie la complessità di questa nazione. Un paese che non vuole abbandonare le proprie tradizioni e al tempo stesso sta gestendo profonde mutazioni sociali legate al progresso e alla globalizzazione. La mostra si compone di scatti in bianco e nero che sono un lungo viaggio, dalle grandi megalopoli in continua crescita ai remoti villaggi delle regioni rurali.
F4 un'idea di fotografia
10 giugno – 16 settembre 2012
giovedì, venerdì e sabato 16 – 20
domenica e festivi 10 -12 e 16 – 20
Villa Brandolini a Solighetto di Pieve di Soligo
Antico Lanificio Andretta a Follina

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