"Dopo Bramantino a Milano ecco il secondo esperimento di autoproduzione del Comune di Milano" – ha dichiarato l'assessore alla Cultura Stefano Boeri – "Una mostra di grande qualità espositiva e di assoluto rigore scientifico, con opere e testi ri-esposti oggi per la prima volta dagli anni Settanta, in un contesto di assoluta gratuità che dà il senso del nuovo corso della politica culturale milanese. Una grande mostra, con oltre 2500 mq espositivi per oltre 70 artisti rappresentati, che racconta in modo inequivocabile come negli anni Settanta Milano sia stata una delle capitali europee dell'arte e della cultura. Oggi possiamo dire che le esperienze artistiche milanesi hanno trasformato il decennio più vitale e controverso del ventesimo secolo in un momento fondamentale della storia della cultura internazionale. In quel decennio così complesso e difficile, infatti, a Milano sono nati – e da Milano sono partiti – spunti estetici e di ricerca che hanno poi influenzato le esperienze di molti dei più noti artisti contemporanei".
Il percorso espositivo è strutturato non tanto come una ricostruzione storica, una rassegna o una mappa cronologica, quanto piuttosto come una delle letture possibili di quegli anni, una sequenza di opere e voci che diventano progressivamente rivelatori di una situazione viva, mettendo a confronto opere di pittura, scultura, fotografia, video e film d'artista, installazioni, documentazione video e sonora legata ad azioni irripetibili come performance, happening, concerti, spettacoli teatrali e di teatro danza, completate da una selezione di materiale editoriale, proveniente da archivi privati e pubblici. Dalla Milano di Ugo Mulas a quella di Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico, dalle installazioni di Luciano Fabro e di Luise Nevelson alle sculture di Arnaldo Pomodoro, da Christo alla biro su carta di Alighiero Boetti.
Addio anni 70. Arte a Milano 1969 – 1980
Milano, Palazzo Reale
