L'arte e i mezzi d'informazione

Sedici artisti raccontano il complesso rapporto con un mondo ormai così saturo di immagini virtuali da rischiare di perdere il contatto con la realtà

La possibilità di accedere all'informazione in diretta, 24 ore su 24, enfatizza le dimensioni di immediatezza, velocità e flusso, un effetto di realtà che rende più complessa la percezione e l'interpretazione degli eventi. Viviamo in un mondo saturo di immagini virtuali in cui la realtà è apparentemente giunta a coincidere con la sua rappresentazione mediatica. "Press Play", la mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Irene Calderoni, vuole raccontare il punto di vista degli artisti sulla società contemporanea dei media. La nostra conoscenza dei fatti passa attraverso i filtri potenti dei mezzi di comunicazione di massa, che operano una selezione determinata da criteri interni ai mezzi stessi, e confezionano le notizie come prodotti di consumo, oggetti da promuovere e vendere al pubblico più ampio possibile. L'informazione diviene una forma di intrattenimento, uno spettacolo in cui dominano i registri della paura e del conflitto, della violenza e dell'eccesso, quelli che i media ritengono più "notiziabili". La catastrofe è un prodotto di successo, a Hollywood così come nei telegiornali, e in un teatro globale di guerre e attacchi terroristici progettati per essere telegenici, non manca la materia prima.
Immagine in alto: Thomas Struth
<i>Times Square</i>, New York, 2000, C-print. Qui sopra: Alessandro Gagliardo, <i>Mitografia</i>, 2011 (Dei Poteri e delle povertà, 2011)
Immagine in alto: Thomas Struth Times Square, New York, 2000, C-print. Qui sopra: Alessandro Gagliardo, Mitografia, 2011 (Dei Poteri e delle povertà, 2011)
L'avvento di internet, celebrato dai guru dei media come lo strumento che avrebbe reso l'informazione più democratica e libera, ha in effetti sollevato nuove inquietudini, sul problema dell'autorevolezza, del controllo e della manipolazione dell'informazione. Nuovi concetti come quello del citizen journalism e del crowdsourcing implicano una ridefinizione del ruolo dello spettatore come agente attivo di produzione di contenuti, ma allo stesso tempo mettono in crisi le categorie classiche del giornalismo professionale e il suo statuto. In questo contesto, l'arte può divenire uno strumento critico, capace di analizzare il ruolo politico e sociale delle immagini nel costruire la consapevolezza personale e collettiva della realtà.
Bani Abidi, <i>The News</i>, 2000, video installazione su monitor
Bani Abidi, The News, 2000, video installazione su monitor
I sedici artisti in mostra — Bani Abidi, Black Audio Film Collective, Thomas Demand, Sebastian Diaz Morales, Hans-Peter Feldmann, Alessandro Gagliardo, Thomas Hirschhorn, Pierre Huyghe, Jon Kessler, Steve McQueen, Alessandro Quaranta, Katya Sander, Doron Solomons, Thomas Struth, Fiona Tan, Artur Zmjiewski — si appropriano dei contenuti e delle strategie dei media dell'informazione e li sovvertono al fine di svelarne i meccanismi di funzionamento. Tramite atti di accumulazione, archiviazione, dislocamento e falsificazione, usando i registri dell'assurdo, dell'ironia, dell'iperrealismo, con un atteggiamento di oggettività distaccata o al contrario di denuncia partecipata, gli artisti in mostra offrono uno sguardo sul mondo contemporaneo tramite le molteplici facce con cui ci viene quotidianamente presentato sulle pagine dei giornali così come sugli schermi delle nostre televisioni e dei nostri pc.
La nostra conoscenza dei fatti passa attraverso i filtri potenti dei mezzi di comunicazione di massa, che operano una selezione determinata da criteri interni ai mezzi stessi, e confezionano le notizie come prodotti di consumo, oggetti da promuovere e vendere al pubblico più ampio possibile
Thomas Demand, <i>Studio</i>, 1997, stampa cromogenica, 184 x 355 cm
Thomas Demand, Studio, 1997, stampa cromogenica, 184 x 355 cm
"Press Play" sarà la prima mostra ad avere una colonna sonora. Lo scorso novembre la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha indetto il concorso SoundtrART - la mostra sonorizzata, rivolto a dj, musicisti professionisti e dilettanti, che hanno dovuto comporre la colonna sonora della mostra, partendo dal concept e da una descrizione delle opere. Il 2 febbraio, la giuria — composta da Alessio Bertallot, Radio2 Rai - Raitunes; Francesco Bonami, direttore artistico Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Fabio De Luca, vice direttore Rolling Stone; Pierluigi Ferrantini, voce dei Velvet, Produttore Artistico per CoseComuni; Andrea Lissoni, curatore Hangar Bicocca, Milano e xing, Bologna; Marco Ponti, regista - annuncerà il vincitore.
Hans-Peter Feldmann, <i>
9/12 Frontpage</i>, 2001, 
Installazione di quotidiani
Hans-Peter Feldmann, 9/12 Frontpage, 2001, Installazione di quotidiani
2 febbraio – 6 maggio 2012?
Press Play. L'arte e i mezzi d'informazione
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane 16 - Torino?
Thomas Hirschhorn, <i>Camo Family</i>, 2006
Thomas Hirschhorn, Camo Family, 2006
Fiona Tan, <i>News from the Near Future</i>, 2003
Fiona Tan, News from the Near Future, 2003

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