Gillo Dorfles. Opere recenti

In mostra al MART di Rovereto la produzione recente del Grande Vecchio dell'arte italiana.

Nel 1988 Gillo Dorfles confessava a Luciano Caramel: "L'atto di disegnare e dipingere è stato per me, sin dall'infanzia, qualcosa di quasi coercitivo, e mi ha obbligato a riempire di sgorbi (o erano mirabili invenzioni?) le pagine dei miei libri".

I temi dell'infanzia e della pittura come necessità interiore ineludibile, ritornano ora con grande forza nella mostra. Gillo Dorfles, nato a Trieste nel 1910, è una tra le più importanti figure di artista e di intellettuale nel panorama italiano dal dopoguerra ad oggi. Professore di estetica e figura di primo piano nell'ambito della storia e della critica d'arte, Dorfles è stato contemporaneamente uomo di teoria e di prassi. La dimostrazione più eclatante di questo la si ebbe nel 1948, quando insieme a Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monent, Dorfles fondò un gruppo d'avanguardia – il Movimento Arte Concreta – che si poneva un compito ambizioso: quello di indirizzare la pittura lontano sia dalla figurazione che dall'astrazione postcubista. Ma prima di tutto questo, Gillo Dorfles è stato un pittore originalissimo e prolifico, benché riservato, soprattutto è stato fedele a una precoce ispirazione e allo stesso tempo pronto a rivedere anche radicalmente, nel corso della sua lunga carriera, gusti e presupposti teorici. La mostra non è quindi una celebrazione, ma piuttosto la presentazione di una produzione molto vasta, con un'attenzione particolare ai suoi ultimi lavori.
In apertura: Gillo Dorfles,
<i>Gran Cornuto</i>, 2004, 
acrilico su tela, 70 x 80 cm. Collezione privata, Milano; qui sopra: <i>Il fustigatore</i>, 2007, 
acrilico su tela, 70 x 100 cm. Collezione privata, Milano
In apertura: Gillo Dorfles, Gran Cornuto, 2004, acrilico su tela, 70 x 80 cm. Collezione privata, Milano; qui sopra: Il fustigatore, 2007, acrilico su tela, 70 x 100 cm. Collezione privata, Milano
Il percorso espositivo tocca i momenti salienti della sua ricerca, che ha inizio negli anni Trenta, nel solco dell'espressionismo e del surrealismo. Nelle sue prime prove pittoriche sono già presenti motivi che si ritroveranno poi nelle opere del 2009: forme enigmatiche e sinuose, che sembrano emergere da un substrato inconscio, e che non sono leggibili né con i codici della figurazione né con quelli dell'astrazione. La costante presenza di queste figure, spesso su fondo scuro, fa pensare al tentativo di tradurre in arte una ricerca interiore di "energia universale", come scrive nel catalogo della mostra Luigi Sansone, che precisa: "Dorfles crea inedite creature, organismi indefinibili, nati da contaminazioni tra mondo umano, animale e vegetale, fluttuanti e dinamici in un perenne processo di evoluzione: una pittura libera, carica di immagini fantastiche, dove l'immagine entra nell'opera non più dalla natura esteriore, ma piuttosto da quella interiore dell'artista, assumendo gli infiniti aspetti e la poesia che le relazioni delle forme suggerite dalla fantasia possono determinare."
Gillo Dorfles,
<i>Vitriol</i>, 2010,
acrilico e olio su cartone, 63 x 48 cm. Collezione privata, Milano
Gillo Dorfles, Vitriol, 2010, acrilico e olio su cartone, 63 x 48 cm. Collezione privata, Milano
Nei presupposti del Movimento per l'Arte Concreta fu centrale appunto il tentativo di far convivere una pittura geometrica con tendenze più organiche. In seguito, tuttavia, Gillo Dorfles si staccò dai presupposti della pittura concreta, e cercò di orientare la propria espressione pittorica verso la totale liberazione da ogni costrizione. Alla fine degli anni Cinquanta, spiega Dorfles, la sua pittura voleva fuggire "da ogni razionalità e da ogni costruttivismo". Fino agli anni Ottanta, tuttavia, la produzione pittorica di Dorfles rallenta, per un maggiore impegno nell'insegnamento e nella critica d'arte, e anche per la consapevolezza di una personale incompatibilità con movimenti come l'Informale, l'Arte Povera, e la Pop Art.
L'atto di disegnare e dipingere è stato per me, sin dall'infanzia, qualcosa di quasi coercitivo, e mi ha obbligato a riempire di sgorbi (o erano mirabili invenzioni?) le pagine dei miei libri
Gillo Dorfles, <i>Due schieramenti</i>, 2001,
acrilico su tela, 100 x 120 cm. Collezione privata, Milano
Gillo Dorfles, Due schieramenti, 2001, acrilico su tela, 100 x 120 cm. Collezione privata, Milano
Dagli anni Ottanta a oggi, Dorfles torna a dipingere personaggi fantastici e arcani, ma aggiunge l'elemento di una 'vitalità meccanica', evidente in opere come "Robot II", del 1987, o "Cybernauta", del 2001. In questi lavori si colgono anche elementi di inquietudine, che ritornano in "Perplessità", o "Incubo giallo", entrambi del 2000, in cui Dorfles cattura l'incertezza interrogativa che avvolge l'alba di un nuovo millennio. Secondo Luigi Sansone, è proprio in queste fasi recentissime che Dorfles, centenario, ha realizzato i suoi capolavori. Come "Vitriol", 2010, una figura amorfa grigio-verde in cui si legge la scritta esoterica Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem (Visita l'interno della terra, rettificando troverai la pietra nascosta).

Gillo Dorfles. Opere recenti
fino al 12 febbraio 2012
MART, Rovereto
a cura di: Luigi Sansone
con la collaborazione di Daniela Ferrari

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