I temi dell'infanzia e della pittura come necessità interiore ineludibile, ritornano ora con grande forza nella mostra. Gillo Dorfles, nato a Trieste nel 1910, è una tra le più importanti figure di artista e di intellettuale nel panorama italiano dal dopoguerra ad oggi. Professore di estetica e figura di primo piano nell'ambito della storia e della critica d'arte, Dorfles è stato contemporaneamente uomo di teoria e di prassi. La dimostrazione più eclatante di questo la si ebbe nel 1948, quando insieme a Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monent, Dorfles fondò un gruppo d'avanguardia – il Movimento Arte Concreta – che si poneva un compito ambizioso: quello di indirizzare la pittura lontano sia dalla figurazione che dall'astrazione postcubista. Ma prima di tutto questo, Gillo Dorfles è stato un pittore originalissimo e prolifico, benché riservato, soprattutto è stato fedele a una precoce ispirazione e allo stesso tempo pronto a rivedere anche radicalmente, nel corso della sua lunga carriera, gusti e presupposti teorici. La mostra non è quindi una celebrazione, ma piuttosto la presentazione di una produzione molto vasta, con un'attenzione particolare ai suoi ultimi lavori.
L'atto di disegnare e dipingere è stato per me, sin dall'infanzia, qualcosa di quasi coercitivo, e mi ha obbligato a riempire di sgorbi (o erano mirabili invenzioni?) le pagine dei miei libri
Gillo Dorfles. Opere recenti
fino al 12 febbraio 2012
MART, Rovereto
a cura di: Luigi Sansone
con la collaborazione di Daniela Ferrari
