"Il mio primo contatto con Giulio Di Sturco è avvenuto proprio in corrispondenza del terremoto in Giappone, quando aderì all'iniziativa 3/11 Tsunami Photo Project, un libro fotografico digitale e collettivo sul sisma e lo tsunami che avevano devastato il mio Paese. Solo al termine del lavoro ho avuto l'occasione di incontrarlo personalmente. Avevo sempre avuto una buona sensazione circa la persona attraverso le sue foto, perché sono simpatetiche ed espressive in una maniera unica. Quando poi mi ha raccontato come aveva lavorato e scattato a Tohoku ho avuto la certezza che le mie impressioni erano corrette, e il mio istinto non aveva fallito. Molti fotografi avevano illustrato la drammaticità e la tragicità delle condizioni, mentre le sue immagini avevano un qualcosa di caldo, ed empatico. Un'attenzione verso le persone molto più che verso le macerie che li circondavano. Ho condiviso con Giulio i miei pensieri riguardo le migliaia di fotografie eccessivamente grafiche pubblicate dopo la tragedia dell'11 marzo.
OpenMind Gallery
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