8 e 1/2, Trussardi a Firenze

Fino al 6 febbraio, tredici artisti celebrano i cento anni del Gruppo Trussardi.

In occasione del Centenario del Gruppo Trussardi, la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato 8 e 1/2, una mostra a cura di Massimiliano Gioni e realizzata in collaborazione con la Fondazione Pitti Discovery che ha aperto i festeggiamenti per i cento anni della Maison Trussardi.

Prima grande mostra collettiva organizzata dalla Fondazione, 8 e 1/2 ha riunito negli spazi monumentali della Stazione Leopolda le opere dei tredici artisti internazionali a cui a Milano, dal 2003 a oggi, la Fondazione Nicola Trussardi ha dedicato mostre personali e progetti d'arte pubblica.
Michael Elmgreen & Ingar Dragset
<i>Short Cut</i>, 2003,
tecnica mista, Fiat Uno, roulotte 
250x850x300 cm.
Commissionato e prodotto da Fondazione Nicola Trussardi.
Veduta dell'installazione.
Courtesy Michael Elmgreen & Ingar Dragset; Galleria Massimo De Carlo, Milan. Sopra: Pawel Althamer,
<i>Balloon</i>, 1999 - 2007,
nylon, poliestere, acrilico, corde, elio, 2100x617x366 cm.
Commissionato e prodotto da Fondazione Nicola Trussardi.
Courtesy Pawel Althamer; neugerriemschneider, Berlin; Foksal Gallery Foundation, Warsaw
Michael Elmgreen & Ingar Dragset Short Cut, 2003, tecnica mista, Fiat Uno, roulotte 250x850x300 cm. Commissionato e prodotto da Fondazione Nicola Trussardi. Veduta dell'installazione. Courtesy Michael Elmgreen & Ingar Dragset; Galleria Massimo De Carlo, Milan. Sopra: Pawel Althamer, Balloon, 1999 - 2007, nylon, poliestere, acrilico, corde, elio, 2100x617x366 cm. Commissionato e prodotto da Fondazione Nicola Trussardi. Courtesy Pawel Althamer; neugerriemschneider, Berlin; Foksal Gallery Foundation, Warsaw
La mostra propone un'antologia del meglio della storia recente della Fondazione Nicola Trussardi, ripercorrendo in un lungo piano sequenza i momenti salienti della sua attività che coincide con un importante capitolo della storia dell'arte del nostro tempo. La mostra inoltre presenta in anteprima in Italia una nuova opera di Maurizio Cattelan.

Come evocato dal titolo, preso in prestito dal leggendario film di Federico Fellini, 81/2 è un racconto per immagini, un susseguirsi continuo di flash back e di suggestioni, di ricordi e déjà vu. Le opere dei tredici artisti coinvolti si snodano all'interno delle maestose navate ottocentesche della Stazione Leopolda come un carosello fatto di sogni e ossessioni, di desideri e fantasie, che toccano tanto la sfera più intima e personale quanto la dimensione sociale e collettiva. 81/2 cuce insieme scene di vita vissuta e stati di allucinazione permanente, dimensione onirica e visioni ai confini della realtà, dando vita a una straordinaria galleria delle meraviglie.
Martin Creed
<i>Everything Is Going to Be Alright (Work # 1086)</i>, 2011,
neon bianco,
44 x 1250 cm,
commissionato e prodotto da Fondazione Nicola Trussardi.
Veduta di allestimento
Firenze, Stazione Leopolda, 13 gennaio - 6 febbraio 2011. Courtesy Martin Creed; Hauser & Wirth
Martin Creed Everything Is Going to Be Alright (Work # 1086), 2011, neon bianco, 44 x 1250 cm, commissionato e prodotto da Fondazione Nicola Trussardi. Veduta di allestimento Firenze, Stazione Leopolda, 13 gennaio - 6 febbraio 2011. Courtesy Martin Creed; Hauser & Wirth
Everything is Going to Be Alright (Andrà tutto bene), la scritta al neon di Martin Creed che campeggia sulla facciata della Stazione Leopolda, sembra fare da premessa a questo grande gioco ma è anche un monito: con il suo smaccato entusiasmo l'opera fa da ironico commento a quello che si presenterà ai visitatori una volta varcata la soglia dell'ingresso. All'interno dello spazio della ex-stazione inizia infatti una serie di incontri inaspettati. L'auto bianca con roulotte di Elmgreen & Dragset, come una metafora del turismo globale, spunta dal pavimento dopo un lungo viaggio immaginario al centro della terra, mentre a pochi passi di distanza il gigantesco autoritratto del polacco Pawel Althamer - un pallone aerostatico lungo oltre 20 metri – incombe sulle teste dei visitatori come un insensato e temporaneo monumento pubblico, ipertrofico e carnevalesco.
Paola Pivi,
veduta di allestimento,
Firenze, Stazione Leopolda, 13 gennaio - 6 febbraio 2011.
Courtesy Paola Pivi; Galleria Massimo De Carlo, Milano
Paola Pivi, veduta di allestimento, Firenze, Stazione Leopolda, 13 gennaio - 6 febbraio 2011. Courtesy Paola Pivi; Galleria Massimo De Carlo, Milano
Il surreale lungometraggio Frammenti di un film con un orso e un ratto di Fischli e Weiss, realizzato a Palazzo Litta durante la grande retrospettiva del duo svizzero organizzata dalla Fondazione Trussardi, sembra fare da contrappunto alla provocatoria e dissacrante rappresentazione di George W. Bush in Static (Pink) di Paul McCarthy, mentre i ritratti intimi e melanconici di Darren Almond dialogano con la casa di pane di Urs Fischer, che sembra uscita da una fiaba dei fratelli Grimm. Le vicende grottesche raccontate da John Bock nel film Meechfieber – un pot-pourri di macchine irreali, astronavi bric-à- brac, animali travestiti e danze frenetiche - entrano in contrasto con il lamento musicale del sassofonista Jemeel Moondoc - ritratto da Anri Sala nel video Long Sorrow.
Maurizio Cattelan,
<i>We</i>, 2010,
struttura in fibra di vetro, gomma uretanica, legno, abiti,
148x79x68 cm.
Courtesy Maurizio Cattelan; The Dakis Joannou Collection, Athen
Maurizio Cattelan, We, 2010, struttura in fibra di vetro, gomma uretanica, legno, abiti, 148x79x68 cm. Courtesy Maurizio Cattelan; The Dakis Joannou Collection, Athen
Le atmosfera silenziose e contemplative di Still Life e Day for Night, due film realizzati da Tacita Dean nello studio di Giorgio Morandi che ne svelano le mille storie rimaste celate per decenni, fanno da perfetta cornice alle riflessioni di Maurizio Cattelan sulla morte e la fragilità della vita, sottolineata in questo caso con distacco, ironia e gusto per il paradosso con un'opera in anteprima per l'Italia. I visitatori sono immersi in un clima giocoso e insieme tragico: le inquietanti moltitudini di Paola Pivi e le sculture viventi dirette da Tino Sehgal appaiono come presenze aliene che trasformano lo spazio della Stazione Leopolda nello sfondo perfetto per una nuova enigmatica messa in scena.
Urs Fischer,
<i>House of Bread</i>, 2004,
pane, legno, polistirolo, lampade.
Courtesy Urs Fischer; Il Giardino dei Lauri, Città della Pieve, Perugia
Urs Fischer, House of Bread, 2004, pane, legno, polistirolo, lampade. Courtesy Urs Fischer; Il Giardino dei Lauri, Città della Pieve, Perugia

Costruire ascoltando la montagna

In Alto Adige si promuove un’architettura sostenibile che nasce dal dialogo con il paesaggio. Un approccio che unisce innovazione, tradizione e identità territoriale.

  • Informazione pubblicitaria

Ultime News

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram