La sua ricerca ha sempre insistito sulla costruzione di network come modalità di lavoro e cifra distintiva della sua pratica artistica, avvalendosi del contributo offerto da sociologi, giornalisti, filosofi, urbanisti e altre professionalità presenti nel territorio di cui si occupa, per concentrarsi sui diversi aspetti dell'urbanesimo sempre più intrinsecamente correlati ai comportamenti adattivi di ciascuna società, in grado di cambiare l'equilibrio socio-politico di un sistema.
Citytellers è una trilogia di film proiettata lo scorso ottobre al MADRE (Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli), già in collaborazione con la galleria, che costituisce il risultato più completo di una riflessione sulla geopolitica contemporanea sviluppata da Jodice non solo sulle proprie premesse concettuali, ma anche sull'uso dei media e sulle possibilità di fruizione che attualmente si offrono all'arte.
Le foto presso la Galleria Umberto Di Marino, dunque, si presentano come ulteriore scelta formale, complementare al progetto video, trasportando sulla pellicola gli scarti di pensiero e le zone di grigio ancora da esplorare. Le immagini traslano alcuni passaggi chiave, sottolineando un disorientamento percettivo, che spinge a leggere tra le righe della grammatica visiva per verificarne l'attendibilità dei contenuti. Gli espedienti tecnici si pongono a vantaggio di una concezione della fotografia che non obbliga al punto di vista unico, ma che lascia parte dell'interpretazione anche allo spettatore.
Aral porta prepotentemente all'attenzione di tutti le conseguenze enormi della più grave catastrofe ecologica di tutti i tempi, dovuta alla volontà politica dell'Ex Unione Sovietica di dirottare le acque dell'omonimo lago per incentivare le coltivazioni di cotone. Attualmente la zona, quasi del tutto desertificata, è una delle più inquinate al mondo: i pochi superstiti sono continuamente sottoposti a rischio fisico e privati di qualunque strumento di sussistenza, al punto tale da configurarsi come "archeologia dell'umanità".
Saõ Paulo, in collezione alla Tate Modern, presentato alla Biennale di San Paolo del 2006 e in prima serata tv in Brasile, ha costituito un contributo fondamentale all'individuazione dei flussi umani sottostanti l'organizzazione sociale di una metropoli dagli scenari estremi, dove le istituzioni giocano un ruolo di secondo piano rispetto alle forme di autoregolazione delle comunità presenti sul territorio.
Dubai, infine, è la testimonianza del fallimento di un sistema capitalistico estremo, che ha sfruttato fino a ridurla in schiavitù (ne sono un esempio le sevizie nei confronti dei bambini-fantini per le corse di cammelli) la forza lavoro indiana, pakistana, nepalese e bangladese per costruire una colossale isola immobiliare nel deserto, ora in grave crisi a causa dell'insostenibilità della propria incontrollata espansione.
Un viaggio visivo ma anche gnoseologico per scoprire nuove realtà, ma soprattutto i diversi livelli percettivi ed interpretativi con cui ci vengono rappresentate.
Francesco Jodice: so far, so long
La nuova personale di Francesco Jodice alla Galleria Umberto Di Marino è un viaggio visivo e gnoseologico. Fino al 5 febbraio
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- 26 dicembre 2010
- Napoli