"L’analisi" - racconta Adami - "è nata dalla valutazione del tipo di rottura che si creava nella piastrella: l'andamento della crepa risultava talmente organico da essere in netto contrasto con l’idea di durezza e rigidità che abbiamo comunemente del gres porcellanato".
A partire dalla traccia naturale, il designer ha iniziato a lavorare sull’idea di un movimento terrestre che prevale sul manufatto umano dando vita a un progetto dove la forza della natura si esprime metaforicamente sul pavimento posato al suolo originando una crepa. Poi ha utilizzatola traccia della crepa come motivo decorativo, rivalutando l’accidentalità del segno come elemento estetico. “Ho sviluppato la crepa come segno grafico e l’ho inserita in una maglia geometrica che può essere composta in una serie di tracciati liberi che ognuno può disegnare a piacere”.
Ne risulta un netto contrasto tra la morbidezza di rottura evocata dal segno e la rigidità di un materiale vetroso come il gres.
