Market of ideas

Obiettivo di Critical Practice era sfidare pigri e noiosi modelli istituzionalizzati di conoscenza in cui ad esempio, (non sempre) acclarati esperti parlano ad un (sempre più) passivo uditorio, per provare a condividere conoscenze reciproche in modo diretto, semplice e confidenziale.

Nasce così il BARCAMP, un network internazionale per utenti multidisciplinari, che genera incontri non assembleari –non conferenze preconfezionate- ma liberi workshop a tema, in cui i contenuti sono portati “al momento” dai partecipanti. Si dà il tema, 1 giorno prima, e ognuno ha a disposizione 10 min per il proprio contributo con 5 min seguenti di discussione. Mezzi e tecniche di espressione sono liberi e vanno dal post-it al computer alle immagini, fino a performances artistico-teatrali.

Il MARKET OF IDEAS -un programma di eventi di tre giorni svolto dal 21 al 23 maggio- è stato pensato per ospitare i bar-camp ed esplorare diversi modi e idee di “essere in pubblico”, ovvero riunirsi per comunicare culture e conoscenze. Il mercato era occupato da artisti, accademici, urbanisti, geografi, ambientalisti, antropologi, economisti, e tutti coloro che avevano voglia di scambiare la propria conoscenza con gli altri, attraverso relazioni peer-2-peer, per costruire risorse comuni. Un mercato –non monetizzato- che diventa libera composizione di composizioni libere, per testare differenti strategie di auto-organizzazione.

Serviva il “dove” ed è stata scelta la piazza del Rootstein Hopkins Parade Ground, un nome lungo per indicare il cortile del Chelsea College of Art and Design, che si trova a Millbank, giusto dietro la Tate Britain; una piazza definita anche “galleria d’arte senza muri” per il disegno luminoso della pavimentazione e per i muri costituiti in realtà dagli stessi edifici del College.

Serviva il “come”. E per quello è stata convocata Ola Wasilkowska insieme a Michal Piasecki che hanno progettato “Assemblage in Public” una low-technology ottenuta dall’assemblaggio in situ di elementi semplici ripetibili: le cassette della frutta comunemente usate in tutti i mercati del mondo. Per la precisione 4320 cassette, nere. Semplici regole per geometrie complesse che possono ospitare funzioni differenti. “Semplici” regole ottenute da composizioni algoritmiche utilizzate per tracciare una “mappa/ombra” di riferimento, e non un layout predefinito, rispetto alla quale l’autocostruzione, ottenuta dall’assemblaggio libero delle cassette, potesse crescere e brulicare in tutte le direzioni.

Costruita l’impalcatura, ognuno ha avuto modo di scegliere il proprio spazio ed abitarlo con i propri “arredi”. Mercato come “collector”, “shaker” e “dispenser” di risorse immateriali. Un modo per cercare forme ottimali -sempre modificabili- per usi pubblici urbani, ogni giorno diversi, su misura per ognuno.

"Je suis allé au marchèaux idées
et j'ai pensée des idées,
pour toi, mon amour".
J. Prevert, May 2010

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