Chairless vs Minimum seat

Le coincidenze a volte sorprendono: quella del bellissimo progetto CHAIRLESS di Alejandro Aravena prodotto da Vitra con il progetto MINIMUM SEAT proposto dal sottoscritto durante il fuori Salone 2010.
Le coincidenze stanno nel proporre un modo minimo e primordiale di sedersi, proveniente da culture prive di 'oggetti sedie'. Nel caso di Chairless quella degli indiani Ayoreo del Gran Choco che usano una striscia di stoffa per agevolare la persona seduta, osservata dal progettista nel 2006 e nel caso di Minimum seat quella di un modo tradizionale di sedersi che usa una sciarpa annodata rivelatomi in un workshop sul design sostenibile fatto a Bangalore, India nel 2009.
Le differenze stanno nell'uso che si fa dell'oggetto una volta alzati: nel primo progetto di riduzione massima dell'oggetto rimane una cinghia che occupa poco spazio da usare in caso di bisogno e nell'altro ridiventa una sciarpa che si può anche usare come turbante, porta bebè, tovaglia, cuscino, corda, etc.
I due progetti indicano un filone progettuale che vede nella reinterpretazione di logiche antropologiche dettate dalla necessità di sopravvivenza, una fonte di soluzioni innovative per suggerire nuovi comportamenti, influenzare le menti e porre domande relative al futuro incerto della nostra cultura materiale.

Coincidences are sometimes unpredictable: the brillant proposal CHAIRLESS of Alejandro Aravena produced by Vitra with the project MINIMUM SEAT proposed by myself during the Fuori Salone 2010. Coincidences consist in proposing a minimum way of seating, originally coming from countries where the culture of chair is not common, in the case of Chairless that of the Ayorero native of the Gran Choco in Chile, who use sitting helped by a piece of fabric wrapped around them, observed by the architect in 2006. In the case of Minimum seat the traditional way of seating in India knotting a scarf around your body when you sit, revealed to me during a workshop on sustainable furniture done in Bangalore India in 2009.
The differences consist in the use of the object when you stand up: in the first project it remains a belt which occupies a small space and you can use it when you need it again, in the second one it becomes again a scarf and you can also use as a turban, a baby holder, a table clothe, a rope…
Both projects indicate a will to look at our anthropological heritage as a spring of solutions for survive and suggest innovative solutions, new behaviors, influence minds and ask questions concerning the future of our material world.

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