È possibile toccare il suono?

Icone spaziali e persone che aspettano chissà-cosa disegnate con millimetriche sovrapposizioni, deserti ghiacciati che strizzano l'occhio al Munari delle nebbie milanesi, totem plastici che tramutano in volume le onde sonore...questo è il magico mondo del giovane artista Daniele D'Acquisto, che all'interno delle tante proposte di (con)TemporaryArt 2010 da Superstudio, si propone con una personale in occasione del MiArt a cura di Chiara Canali.

La scelta del non colore come tema della propria ricerca porta a diversa modalità di rappresentare lavorando sugli spessori e sulle trasparenze. Nelle Serie Waiting For e White Icon i personaggi sono definiti da forme di cartoncino tagliate, sovrapposte e poi ricoperte da tempera o smalto color grigio chiaro. Da questo processo nascono "curve topografiche" segnate dalla leggera ombra degli spessori della carta che creano impressioni e decori ricordando un delicato bassorilievo monocromatico.
Fanno parte della serie Desert le immagini di deserti, che ricordano distese ghiacciate, formate da plexiglass semitrasparenti sovrapposti per creare profondità, luci e ombre cangianti in base al punto di vista dell'osservatore.
I lavori più recenti sono oggetti misteriosi, sequenze di dischi lignei accostati l'uno all'altro a formare totem posizionati a terra o a mezz'aria, rigorosamente di colore neutro. Ciascuna opera è accompagnata da brani sonori: ogni scultura altro non è che la trasposizione materica delle corrispettive tracce audio scelte per il loro profondo significato antropologico o culturale, come quelle spedite nello spazio con la sonda Voyager 1 che dovevano rappresentare l'intero genere umano.
Questi lavori della serie GoRe hanno una forte presenza spaziale, sia perchè traducono in materia l'immateriale sia perchè interagiscono profondamente con l'osservatore che viene prima attirato dalle forme e dalle ombre di questi oggetti misteriosi e poi sorpreso dal loro significato. In un tempo in cui tutto diventa incorporeo e digitale il processo inverso fa riflettere...forse toccare il suono è possibile!

Si ringrazia per la collaborazione la galleria Gagliardi Art System di Torino.

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