Protagoniste d’eccezione sono state le famiglie stesse di Trivero. A partire dalla collaborazione con le insegnanti e gli alunni di una classe quinta della scuola primaria locale, l'artista ha potuto realizzare una mappatura del territorio attraverso un congegno inedito: Eva, Pulce, Sbadiglio, Lampo, Ferro, Sissi e Otto, Luna e altri, i cani presenti nelle diverse frazioni, scelti, descritti e disegnati dai bambini. Si è così avviato un meccanismo spontaneo di partecipazione, grazie al quale Garutti ha potuto incontrare e coinvolgere molti abitanti del posto, dai famigliari degli alunni ai possessori degli animali, alle autorità comunali, e sviluppare un’intensa relazione con i luoghi.
Il risultato finale è un’opera pubblica che può essere utilizzata da tutti: una serie di semplici oggetti d’uso, delle panchine in cemento, mimetizzate nel contesto e antimonumentali, seppure rese speciali dalla presenza dei ritratti dei cani. Su ciascuna, una didascalia esplicativa che funge sia da dedica, che da titolo: Il cane qui ritratto appartiene a una delle famiglie di Trivero. Quest’opera è dedicata a loro e alle persone che sedendosi qui ne parleranno.
"L'arte, entrando nel contesto urbano, sente la necessità di offrirsi ed incontrare", dice Garutti. "Nel momento in cui si trova di fronte non a un pubblico specializzato, ma più in generale alla gente, deve ricercare le modalità per comunicare, per attuare un dialogo, spostando e rivedendo il proprio linguaggio ed i propri sistemi. Mi piace pensare che la mia opera rispecchi la cittadina di Trivero, da cui nasce. E desidero che i cittadini se ne sentano protagonisti. Ho scelto il cane come motivo per parlare delle famiglie che lo posseggono: esso in un certo senso le rispecchia, seguendone ritmi, abitudini e atteggiamenti. In lui si vede riflessa l'immagine del suo padrone e l'intensità delle cure, delle attenzioni e degli affetti che si instaura tra i due: parlare di un cane e di chi lo ospita diventa così come tracciare la storia di una relazione forte, di un continuo e reciproco scambio. I cani sono una splendida metafora: così come l’arte, infatti, si avvicinano e vorrebbero socializzare con tutti”.
Le panchine sono state collocate collocate in vari luoghi d'incontro e di attività cittadine nelle frazioni di Trivero (tra cui il Centro Zegna a Ferla, il Municipio e il giardino delle scuole di Ronco, la Panoramica Zegna, la piazza della Chiesa Matrice di Gioia, i campi sportivi antistanti il Palazzetto dello Sport a Ponzone).
