Quarant’anni fa, nel 1968, moriva dopo una ventennale agonia il Grand Prix de Rome, il celebre riconoscimento all’alta formazione classica, istituito dal Re di Francia Luigi XIV nel 1663 e, dal 1666 ospitato presso l’Accademia di Francia, fondata da Colbert a Villa Medici a Roma.
La soppressione del Premio, fu uno dei provvedimenti della grande riforma dell’Accademia di Francia voluta da André Malraux e ad essa coincise tre anni più tardi l’istituzione di borse di studio per giovani professionisti assegnate da una commissione in alternativa alla formula concorsuale.
Per più di tre secoli, gli studi svolti dai pensionnaires (gli architetti vincitori del Premio) sul suolo archeologico di Roma, costituiscono una delle più nitide restituzioni dell’immagine architettonica dell’Urbe e del suo complesso palinsesto stratigrafico. Ma non solo: gli envois costituiscono autentiche performance grafiche di disegno architettonico e di talento progettuale teso per lo più verso la ricerca ricostruttiva e la ridefinizione dell’immagine imperiale di Roma antica e delle altre realtà classiche del suolo italico.
Dopo il vuoto durato quattro decenni, oggi il Prix de Rome torna a vivere nel panorama culturale di Roma, non grazie all’azione della sua originaria istituzione francese, ma su iniziativa dell’Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia di Roma, la quale, sulla scia di quanto già introdotto in altri paesi (Canada, Olanda, Belgio, Stati Uniti), aggancia l’antico riconoscimento alla VII edizione del Premio Piranesi, da essa fondato nel 2003.
La novità, rispetto alle altre esperienze straniere è che il Piranesi-Prix de Rome – questa è la denominazione ufficiale- collocandosi nelle aree disciplinari della museografia, dell’architettura e dell’archeologia, propone una serie di borse di studio per l’accesso ad un Master Itinerante in Museografia, Architettura e Archeologia che si configura come un vero e proprio Grand Tour internazionale che porta i vincitori del Premio a confrontarsi progettualmente con le aree archeologiche più importanti del bacino del Mediterraneo e della nostra penisola.
Gli studenti e i giovani architetti vincitori del Piranesi-Prix de Rome 2009, potranno così accedere ad un percorso di alta formazione che li porterà, contestualmente ad una serie di workshop internazionali, a progettare a Roma_Via Appia Antica, Capri_Villa di Tiberio, Siviglia_Traianeum, Palestrina_Tempio della Fortuna Primigenia, Mozia_Kothon, Karnak_Tempio di Amon, Atene_Acropoli e Venezia_Laguna nord.
La prima edizione del Prix de Rome (settima del Premio Piranesi) è frutto dell’intesa tra l’Accademia Adrianea, Assessorato alle Politiche Culturali e Comunicazione del Comune di Roma, l’omologo assessorato del Comune di Tivoli e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Si è svolta tra Roma e Villa Adriana dal 28 Agosto all’11 Settembre 2009, e si è inaugurata ufficialmente con un convegno dal titolo “Materiale_Immateriale. Nuovi contenuti per la museografia contemporanea”, tenutosi presso la sala Convegni del Museo dell’Ara Pacis.
E’ infatti il mondo-museo l’oggetto della competizione concorsuale che ha visto centocinquantasette partecipanti, organizzati in ventisei gruppi, contendersi in un’appassionante confronto di idee i premi e le menzioni in palio. Specificatamente, il tema è la progettazione di una nuova forma di museo, inteso non solo e non tanto come espressione architettonica, quanto come idea di istituzione deputata alla promozione e valorizzazione dei beni culturali internamente ad una strategia definibile come “nuova museografia”, e cioè come disciplina generale dell’offerta ostensiva del patrimonio.
Con riferimento alle istanze avanzate in sede UNESCO e relative alla conservazione dei beni immateriali del patrimonio, il modello museale da proporre si basa su un’identità complessa e multiforme: è al 50% un museo archeologico e al 50% un museo di arte contemporanea; è al 50% materiale e al 50% immateriale; al 50% stabile a Villa Adriana e al 50% diffuso ed effimero nelle pieghe urbane dell’Urbe.
A tale configurazione corrisponde la richiesta, da parte del bando, di progettare a) un padiglione museale materiale a Villa Adriana, b) una installazione urbana immateriale a carattere artistico-performativo in diversi luoghi di Roma e c) l’immagine coordinata identitaria e la comunicazione strategica del nuovo modello museale, comprensivo di nuova denominazione e acronimo.
Un tema, o meglio più temi, tra loro differenti, in effetti anche un po’ enigmatici e molto complessi da svolgere e presentare in un arco di tempo molto breve – dieci giorni effettivi alternati ai vari incontri seminariali- e con la tensione del confronto concorsuale. In questo contesto di intensa elaborazione, un ruolo importantissimo hanno avuto i tutor del Prix de Rome, tutti giovani docenti universitari, che è bene ricordare qui, per la qualità del loro lavoro: tra i tutor senior, Francesco Leoni, Gianluca Vita, Marco Andreula, Sandro Pittini, Jacqueline Ceresoli, Samuele Ossola, Massimo Bellotti, Luca Peralta e Valter Scelsi. Tra i tutor junior, Paolo Conforti, Michele Di Santis, Sergio Disinvolto Savini, Alice Bottelli, Susanna Spiti, Alessandro Pretolani, Paola Porretta, Stefano Villani, Alessandra Carlini, Cristina Casadei, Oana Diaconescu e Daniel Armenciu. Con un lavoro instancabile hanno coordinato il lavoro dei gruppi, guidandoli tra modalità materiale, modalità immateriale e modalità identitaria, fino alla revisione finale tenutasi l’11 settembre scorso.
Gli esiti concorsuali sono stati sottoposti al giudizio critico di una commissione composta da trenta membri invitati, a loro volta suddivisi in tre sub-commissioni. Tra loro erano presenti Allan Ceen, Gino Malacarne, Lucio Altarelli, Federico Bucci, Luigi Spinelli, Daniele Giovanni Papi, Marco Borsotti, Giuseppe Guerrera, Desirèe Vacirca, Maristella Casciato, Marco Vaudetti, Simona Canepa, Sergio di Tondo, Massimo Brigidi e Giovanni Longobardi tra gli universitari, Marina Mattei, Benedetta Adembri, Gianni Bulian e Alma Rossi per le Istituzioni dello Stato, oltre ad esperti come David Sabatello, Massimo Domenicucci e Andrea Mandara.
La premiazione si è svolta presso i Musei Capitolini in Campidoglio a Roma alla presenza dell’Assessore Umberto Croppi, del Presidente dell’Accademia Adrianea, Romolo Martemucci, del curatore scientifico del Piranesi-Prix de Rome, Pier Federico Caliari, del Direttore del Seminario Internazionale di Museografia di Villa Adriana, Luca Basso Peressut e del Presidente di FIABA (Fondo italiano per l’abbattimento delle barriere architettoniche) Giuseppe Trieste.
La prossima edizione del Piranesi-Prix de Rome è prevista per il 2010, dal 28 Agosto all’11 Settembre.
Pier Federico Caliari
Immagini:
1. Baldrati Davide, Balestri Lucia, Fabbretti Serena, Fabi Marco, Giancipoli Gilda, Pistocchi Enrico
2. Dan Florin Andresan, Petrean Andreea, Mihai Denes, Natalia Vitzileos, Jenelle Fox, Gloria Leung
3. Chiara Alamia, Valentina Beretta, Anna Lombardo, Martina Pozzi, Alexandra Ritter, Adam Swalm
4. Giulia Cervini, Ilaria De Vito, Giulia Gaudenzi, Sara Solimene, Matteo Terzi, Nicolò Troianiello
5. Federico Copelli, Ido Flaks, Emi Ganora, Barbara Interlenghi, Luigi Involti, Andrea Locatelli, Alessandra Miori
6. Beba Bordogna, Claudia Cigala, Francesca Galdangelo, Elena Magalini, Egle Mariani, Elisa Merletti
7. Francesca Giovannini, Stefania Malaffo, Daniele Mondiali, Silvia Salvalai, Isabella Secchi, Ilaria Stroppa
8. Michela Ammassari, Simona Bucci, Sara Maestrini, Caterina Murri, Benedetta Scarpelli
9. Eleonora Bertolotto, Valentina Gozzo, Elisabetta Gronò, Veronica Maggini, Giorgia Passalacqua, Pastorino Valentina
10. Elisa amati, Michela Comandini, Sara Frontalini, Andrea Lucchi, Chiara Monterumisi, Giulia Pancaldi
Architettura per la archeologia
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- Giulia Guzzini
- 27 settembre 2009