Se credete che certi luoghi esistano solo nei cartoni animati o nelle serie tv coreane, potreste ripensarci alla semplice vista delle immagini di questo appartamento realizzato da wanderlust studio nella città di Goyang, all’interno della grande area metropolitana di Seoul.
Il progetto è interamente costruito per assecondare le due principali passioni della coppia di proprietari, bambole da collezione e biciclette, e il risultato finale dà vita a uno spazio dove la domesticità non è di certo la dimensione dominante, né tantomeno i riferimenti sembrano appartenere alla realtà dell’architettura e dell’interior design.
Al contrario, l’immaginario che viene evocato quasi immediatamente riunisce in sé le disturbanti scenografie di Squid Game con l’universo in rosa confetto e giallo vaniglia di una casa di bambole (che poi ad abitarci sia Barbie o l’inquietante Young-hee della celebre serie Netflix è poco rilevante, il contrasto visivo è ugualmente garantito).
L’immaginario che viene evocato riunisce in sé le disturbanti scenografie di Squid Game con l’universo in rosa confetto e giallo vaniglia di una casa di bambole.
Dal punto di vista della costruzione spaziale, l’idea di una grande area living intesa come centro fisico e ideale della vita quotidiana rispetta un’idea domestica piuttosto condivisa a tutte le latitudini, ma di nuovo lo straniamento è sollecitato dalla vistosa insegna con la scritta Moon’s Diner a effetto vintage che sovrasta il mobile a isola diagonale della cucina, restituendo semmai l’immagine di un bancone da bar.
Anche l’angolo della dispensa, riparato da vetrate smerigliate e tende rosa, partecipa alla demistificazione dell’intimità domestica, così come l’enorme frigo a due ante incassato in una nicchia sovrastata da tendine a righe, la cui capienza parrebbe fare invidia alla cella frigo di un ristorante.
Tutto intorno all’eccentrico soggiorno si sviluppano gli altri ambienti, in particolare i due bagni, dove le fitte scacchiere delle piastrelle sono enfatizzate dalla giustapposizione di tonalità cromatiche decise e dalle fughe colorate utilizzate sia a pavimento che sulle pareti; una sorta di saletta studio con mensole espositive per la collezione di bambole; la sala delle biciclette, dove trova spazio anche una postazione cyclette collegata a schermo, e in diretto collegamento con un’altro studio.
Se le due anime dei proprietari sono ben identificate nelle estetiche ricreate, così come nelle scelte cromatiche (gli ambienti a tema cycling si distinguono dalla più diffusa palette pastello con un arancione e un azzurro piuttosto fluorescenti), alcuni motivi, quali le boiserie ondulate e l’illuminazione a neon e faretti, accomunano l’insieme provando a riunificare la generale dicotomia alla base dell’intero progetto, sospesa tra gioco postmoderno e pop art.
