La ristrutturazione di questa casa giapponese degli anni ’80 ne custodisce storia e tradizioni

A Tajimi, fondamenti di una casa tradizionale come il tatami e l’engawa si sono evoluti creando la base per un’abitazione multigenerazionale contemporanea, progettata dallo studio di Itsuki Matsumoto con Tsuyoshi Ohno.

in Doma House c'era un impianto preesistente, che seguiva un canone tipico giapponese: due stanze da otto tatami affacciate a sud-est su un giardino tramite un’engawa, il corridoio-veranda che fungeva da soglia, e un soggiorno collocato sul lato orientale, con ambienti privati verso nord-est. Matsumoto e Ohno hanno saputo mantenere viva questa essenza della casa giapponese tradizionale, fatta di soglie, filtri e tatami, ma ora la casa non è più una sequenza di stanze chiuse: è un organismo fluido che integra giardino e interni. Un progetto che nasce dall’esigenza di accogliere sotto lo stesso tetto la nonna e la famiglia del nipote, senza perdere il legame con la casa originaria. 

Itsuki Matsumoto+Tsuyoshi Ohno/Ohno Kenchiku Ltd, Doma House, Gifu, Giappone 2025. Foto matte design

La trasformazione interviene proprio sui nodi tipologici.
Le due stanze tatami sono state unite in un unico grande ambiente centrale, ribaltando la logica della compartimentazione per creare un ambiente unico, che diventa fulcro della vita quotidiana.
L’engawa è stata invece ripensata come doma, il tradizionale spazio semiaperto, ottenuto abbassando il piano di calpestio di 40 cm; un gesto che arricchisce la percezione dello spazio e moltiplica gli usi. La doma diventa infatti un ambiente intermedio, sospeso tra interno ed esterno: può essere salotto informale, luogo di gioco per i bambini, spazio di conversazione, ma anche galleria per i prodotti ceramici del committente, proprietario di un’azienda di piastrelle.
Nei nuovi serramenti, la carta di riso è stata sostituita da pannelli acrilici che, insieme a una versione contemporanea dei tradizionali shōji, mantengono il senso di trasparenza che caratterizzava gli spazi della vecchia casa.

Itsuki Matsumoto+Tsuyoshi Ohno/Ohno Kenchiku Ltd, Doma House, Gifu, Giappone 2025. Foto matte design

La doma diventa filtro anche ambientale: sotto la pavimentazione sono stati inseriti strati isolanti per evitare il raffreddamento invernale, mentre la finitura in piastrelle ceramiche accumula calore nei mesi freddi e restituisce freschezza d’estate.
Gli aggetti del tetto schermano l’irraggiamento estivo, mentre la luce radente invernale è catturata dalle superfici ceramiche che diffondono un tepore naturale. Dove prima l’engawa costituiva una soglia chiusa che separava il giardino dall’esperienza domestica, oggi lo spazio si apre, cattura visuali e amplifica la luminosità. Dove prima le due stanze tatami erano spazi separati, oggi un unico grande ambiente ospita la cucina, ripensata come centro della vita domestica.

La mano artigianale è presente ovunque: dalle ceramiche uniche nelle sfumature di cottura, realizzate con terre antiche della regione, alla parete rivestita con piastrelle provenienti da Awaji, fino ai mosaici smaltati creati direttamente dal committente.

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