10 progetti selezionati da un designer al Salone 2023

Tra le numerose nuove proposte, Lorenzo Damiani ha selezionato le più interessanti tra quelle viste in fiera, scegliendole con l’occhio del designer.

1. Mandalaki, Halo Horizon, Halo Edition, 2021. Presente alla mostra Albe, luci di domani. Il gruppo di progettisti italiano Mandalaki ha creato uno strumento ottico che permette di ottenere una proiezione di sfumature ispirate alla natura, per avere la luce del sole all’interno degli ambienti. Da vedere e rivedere. 

Foto di Marco Menghi

1. Costellazione 6, Umberto Riva, parte della mostra Costellazioni

Courtesy Salone del Mobile.Milano, foto di Alessandro Russotti

2. Black Flag, Konstantin Grcic, Flos Ormai la modularità e la declinazione di un’idea per creare una famiglia è divenuta normalità per un certo tipo di apparecchi illuminanti ma, spesso, si riesce a individuare il progetto generatore dell’intera collezione: in questo caso, tutte le variazioni proposte (come il nome stesso suggerisce) mantengono un forte carattere autoriale. Gli snodi presenti nella composizione permettono di variare il corpo di questo prodotto al variare delle necessità di illuminazione dello spazio, per poi richiudere il tutto contro la parete. Il corpo a sbalzo nel vuoto dell’ambiente rimane sempre ortogonale alla parete di riferimento e parallelo al pavimento, portando la luce anche in mezzo a una stanza.

Courtesy Flos

2. Black Flag, Konstantin Grcic, Flos

Foto di Daniele Ratti

3. Taky, Luca Nichetto, Wittmann Ho voluto inserire questo prodotto, anche se è stato presentato nel 2022. Mi ha molto colpito per la sua presenza scultorea, ottenuta attraverso l’utilizzo di un legno lamellare di faggio; la sezione circolare della base, scelta per offrire la massima stabilità, si riduce attraverso uno schiacciamento della materia nella parte superiore, generando così la superficie appropriata per ottenere una comoda maniglia che suggerisce l’attitudine nomade di Taky. Il piano a sbalzo non può certamente passare inosservato.

Courtesy Nichetto Studio

3. Taky, Luca Nichetto, Wittmann 2022

Courtesy Nichetto Studio

4. Oto, Studio CE, Mattiazzi Una famiglia di elementi dalla funzione “aperta” e ibrida, interpretabili in modi completamente differenti dai rispettivi utilizzatori. Realizzati in legno Okoumè, questi oggetti dalla struttura decisa e basica ci ricordano come un progetto possa essere risolto con una scintilla, ovvero un semplice particolare che dialoga – ma in pieno contrasto – con la composizione: questo avviene con Oto, in cui il collegamento sinuoso si inserisce in modo inatteso tra le due componenti verticale e orizzontale.

Courtesy Mattiazzi, foto di Florian Bohem

4. Oto, Studio CE, Mattiazzi

Courtesy Mattiazzi

5. LT8, Osvaldo Borsani, Astep Questa riedizione storica ci regala un prodotto che dialoga strettamente con l’architettura, della quale entra a far parte. Attraverso un sistema a pressione, LT8 può essere facilmente fissata tra pavimento e soffitto senza forare o rovinare nulla; il rapporto tra la lampada e la parete diviene necessario per leggere meglio la presenza della luce stessa nell’ambiente. Progettata e rifinita in ogni suo particolare, questa raffinata riedizione rispetta pienamente il progetto del suo autore con un’attenzione all’utilizzo di led e alla possibilità di sostituire qualsiasi componente per garantire un’autentica longevità all'oggetto.

Courtesy astep

5. LT8, Osvaldo Borsani, Astep

Courtesy astep

6. Flow, Paolo Ulian, Antonio Lupi Lavabo freestanding in marmo di Carrara plasmato dalla fluidità dell’acqua. La ricerca progettuale del designer, spesso rivolta a indagare nuove possibilità di lavorazione e di utilizzo dei materiali lapidei, ha creato un oggetto sperimentale dalle rigorose forme geometriche e caratterizzato dalla lieve presenza di increspature irregolari, generate dall’incrocio dei due getti d’acqua necessari per realizzare l’anello superiore di marmo.

Courtesy La Kini

6. Flow, Paolo Ulian, Antonio Lupi

Courtesy La Kini

7. Twain, Konstantin Grcic e Hella Joungerius, Magis Questo prodotto stupisce gli “addetti ai lavori” già per i suoi autori. Due personalità progettuali differenti, unite per ragionare sui processi produttivi, reinterpretano la storica sedia Safari con l’obiettivo di renderla più aderente alle esigenze e al gusto contemporaneo. Massello di legno tornito, cinghie con cricchetto dai colori decisi e un rivestimento finemente decorato – che evidenzia l’esperienza della designer olandese in ambito tessile –  trasformano questa rivisitazione in un nuovo classico. Molto interessante, a livello costruttivo, la sfera che garantisce il fissaggio del bracciolo in cuoio alla gamba; in coppia, invece, le sfere divengono guida per il passaggio della cinghia. E’ semplice, così, montare la propria Twain e bloccare in trazione la struttura stringendo il cricchetto. 

Courtesy Magis

7. Twain, Konstantin Grcic e Hella Joungerius, Magis

Foto di Lorenzo Damiani

8. Magia, Michele Groppi, Davide Groppi Un sistema di illuminazione costituito da elementi di sezione cilindrica, realizzati con una resina che interagisce sulla rifrazione della luce e, contemporaneamente, nasconde alla vista la fonte luminosa a led. Un apparente semplice sistema di rotazione permette di orientare la luce nello spazio, attraverso la rotazione del cilindro stesso in resina. Una magia completata da un sistema di cavetti d’acciaio, che permette ai diffusori di galleggiare nello spazio in modo ordinato.

Foto di Daniele Ratti 

8. Magia, Michele Groppi, Davide Groppi

Foto di Lorenzo Damiani

9. Ombra, Stefan Putzer, Salone Satellite Anche quest’anno un giro al Salone Satellite mi ha portato a scoprire l’interessante progetto di un giovane designer: uno sgabello che gioca sul rapporto tra cemento e legno massello e sulla loro differenza di superficie e di peso. Le classiche spine di legno sono lasciate in bella vista, evidenziate con un cambio di colore. Mi ha colpito questa proposta perché il designer ha progettato uno sgabello senza rifarsi all’estetica del “bel disegno”, mantenendo un grado di finitura molto alto per un prototipo proposto da un giovanissimo.

Cortesy Stefan Putzer 

10. Randevu, Biagio Cisotti + Sandra Laube, Plank Questo tavolino pieghevole in metallo dalle forme semplici, forse progettato per passare inosservato, racchiude nello snodo una piccola invenzione che permette al piano e alle stesse gambe di richiudersi e appiattirsi: in questo modo il tavolino può essere comodamente appeso alla parete con un conseguente risparmio di spazio. Questo è l’esempio in cui la qualità si trova anche dove non si vede.

Courtesy Plank

10. Randevu, Biagio Cisotti + Sandra Laube, Plank

Courtesy Plank

“Qualità significa fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando”. La frase perentoria di Henry Ford ha accompagnato questa nuova ricerca, dopo quella del 2022, per individuare una mia personale “Top Ten” di proposte volutamente eterogenee. Il “ben fatto”, non necessariamente visibile, sarà il mio ago della bilancia.

Anno nuovo, vita nuova. Questo 2023 sembra quasi un anno zero per il Salone del Mobile di Milano, con i suoi 1962 espositori per oltre 170.300 mq di superficie. La nuova distribuzione di alcuni spazi – con l’obiettivo di offrire un unico livello dedicato all’esposizione – ha riconsiderato le “rendite di posizione” che alcune aziende avevano acquisito nel corso degli anni: se prima ci si muoveva tra i padiglioni aiutati dalla memoria delle visite degli anni precedenti, quest’anno c’è una buona dose di novità e accostamenti inediti. Un aspetto che ritengo sgradevole, per usare un eufemismo, è la sempre crescente richiesta delle aziende di registrare i dati dei visitatori all’ingresso del proprio stand “sparando” il biglietto, pena l’esclusione: qualcuno dovrebbe porre fine a questa assurdità. The City of Lights è il punto di partenza della mia Top Ten.

1. Per The City of Lights (ideatore e curatore scientifico Beppe Finessi): Mandalaki, Halo Horizon, presente alla mostra Albe, luci di domani curata da Matteo Pirola; Costellazione 6, Umberto Riva, parte della mostra Costellazioni, progetto di allestimento Formafantasma
2. Black Flag, Konstantin Grcic, Flos
3. Taky, Luca Nichetto, Wittmann
4. Oto, Studio CE, Mattiazzi
5. LT8, Osvaldo Borsani, Astep
6. Flow, Paolo Ulian, Antoniolupi
7. Twain, Konstantin Grcic e Hella Joungerius, Magis
8. Magia, Michele Groppi, Davide Groppi
9. Ombra, Stefan Putzer, Salone Satellite
10. Randevu, Biagio Cisotti + Sandra Laube, Plank

1. Mandalaki, Halo Horizon, Halo Edition, 2021. Presente alla mostra Albe, luci di domani. Foto di Marco Menghi

Il gruppo di progettisti italiano Mandalaki ha creato uno strumento ottico che permette di ottenere una proiezione di sfumature ispirate alla natura, per avere la luce del sole all’interno degli ambienti. Da vedere e rivedere. 

1. Costellazione 6, Umberto Riva, parte della mostra Costellazioni Courtesy Salone del Mobile.Milano, foto di Alessandro Russotti

2. Black Flag, Konstantin Grcic, Flos Courtesy Flos

Ormai la modularità e la declinazione di un’idea per creare una famiglia è divenuta normalità per un certo tipo di apparecchi illuminanti ma, spesso, si riesce a individuare il progetto generatore dell’intera collezione: in questo caso, tutte le variazioni proposte (come il nome stesso suggerisce) mantengono un forte carattere autoriale. Gli snodi presenti nella composizione permettono di variare il corpo di questo prodotto al variare delle necessità di illuminazione dello spazio, per poi richiudere il tutto contro la parete. Il corpo a sbalzo nel vuoto dell’ambiente rimane sempre ortogonale alla parete di riferimento e parallelo al pavimento, portando la luce anche in mezzo a una stanza.

2. Black Flag, Konstantin Grcic, Flos Foto di Daniele Ratti

3. Taky, Luca Nichetto, Wittmann Courtesy Nichetto Studio

Ho voluto inserire questo prodotto, anche se è stato presentato nel 2022. Mi ha molto colpito per la sua presenza scultorea, ottenuta attraverso l’utilizzo di un legno lamellare di faggio; la sezione circolare della base, scelta per offrire la massima stabilità, si riduce attraverso uno schiacciamento della materia nella parte superiore, generando così la superficie appropriata per ottenere una comoda maniglia che suggerisce l’attitudine nomade di Taky. Il piano a sbalzo non può certamente passare inosservato.

3. Taky, Luca Nichetto, Wittmann 2022 Courtesy Nichetto Studio

4. Oto, Studio CE, Mattiazzi Courtesy Mattiazzi, foto di Florian Bohem

Una famiglia di elementi dalla funzione “aperta” e ibrida, interpretabili in modi completamente differenti dai rispettivi utilizzatori. Realizzati in legno Okoumè, questi oggetti dalla struttura decisa e basica ci ricordano come un progetto possa essere risolto con una scintilla, ovvero un semplice particolare che dialoga – ma in pieno contrasto – con la composizione: questo avviene con Oto, in cui il collegamento sinuoso si inserisce in modo inatteso tra le due componenti verticale e orizzontale.

4. Oto, Studio CE, Mattiazzi Courtesy Mattiazzi

5. LT8, Osvaldo Borsani, Astep Courtesy astep

Questa riedizione storica ci regala un prodotto che dialoga strettamente con l’architettura, della quale entra a far parte. Attraverso un sistema a pressione, LT8 può essere facilmente fissata tra pavimento e soffitto senza forare o rovinare nulla; il rapporto tra la lampada e la parete diviene necessario per leggere meglio la presenza della luce stessa nell’ambiente. Progettata e rifinita in ogni suo particolare, questa raffinata riedizione rispetta pienamente il progetto del suo autore con un’attenzione all’utilizzo di led e alla possibilità di sostituire qualsiasi componente per garantire un’autentica longevità all'oggetto.

5. LT8, Osvaldo Borsani, Astep Courtesy astep

6. Flow, Paolo Ulian, Antonio Lupi Courtesy La Kini

Lavabo freestanding in marmo di Carrara plasmato dalla fluidità dell’acqua. La ricerca progettuale del designer, spesso rivolta a indagare nuove possibilità di lavorazione e di utilizzo dei materiali lapidei, ha creato un oggetto sperimentale dalle rigorose forme geometriche e caratterizzato dalla lieve presenza di increspature irregolari, generate dall’incrocio dei due getti d’acqua necessari per realizzare l’anello superiore di marmo.

6. Flow, Paolo Ulian, Antonio Lupi Courtesy La Kini

7. Twain, Konstantin Grcic e Hella Joungerius, Magis Courtesy Magis

Questo prodotto stupisce gli “addetti ai lavori” già per i suoi autori. Due personalità progettuali differenti, unite per ragionare sui processi produttivi, reinterpretano la storica sedia Safari con l’obiettivo di renderla più aderente alle esigenze e al gusto contemporaneo. Massello di legno tornito, cinghie con cricchetto dai colori decisi e un rivestimento finemente decorato – che evidenzia l’esperienza della designer olandese in ambito tessile –  trasformano questa rivisitazione in un nuovo classico. Molto interessante, a livello costruttivo, la sfera che garantisce il fissaggio del bracciolo in cuoio alla gamba; in coppia, invece, le sfere divengono guida per il passaggio della cinghia. E’ semplice, così, montare la propria Twain e bloccare in trazione la struttura stringendo il cricchetto. 

7. Twain, Konstantin Grcic e Hella Joungerius, Magis Foto di Lorenzo Damiani

8. Magia, Michele Groppi, Davide Groppi Foto di Daniele Ratti 

Un sistema di illuminazione costituito da elementi di sezione cilindrica, realizzati con una resina che interagisce sulla rifrazione della luce e, contemporaneamente, nasconde alla vista la fonte luminosa a led. Un apparente semplice sistema di rotazione permette di orientare la luce nello spazio, attraverso la rotazione del cilindro stesso in resina. Una magia completata da un sistema di cavetti d’acciaio, che permette ai diffusori di galleggiare nello spazio in modo ordinato.

8. Magia, Michele Groppi, Davide Groppi Foto di Lorenzo Damiani

9. Ombra, Stefan Putzer, Salone Satellite Cortesy Stefan Putzer 

Anche quest’anno un giro al Salone Satellite mi ha portato a scoprire l’interessante progetto di un giovane designer: uno sgabello che gioca sul rapporto tra cemento e legno massello e sulla loro differenza di superficie e di peso. Le classiche spine di legno sono lasciate in bella vista, evidenziate con un cambio di colore. Mi ha colpito questa proposta perché il designer ha progettato uno sgabello senza rifarsi all’estetica del “bel disegno”, mantenendo un grado di finitura molto alto per un prototipo proposto da un giovanissimo.

10. Randevu, Biagio Cisotti + Sandra Laube, Plank Courtesy Plank

Questo tavolino pieghevole in metallo dalle forme semplici, forse progettato per passare inosservato, racchiude nello snodo una piccola invenzione che permette al piano e alle stesse gambe di richiudersi e appiattirsi: in questo modo il tavolino può essere comodamente appeso alla parete con un conseguente risparmio di spazio. Questo è l’esempio in cui la qualità si trova anche dove non si vede.

10. Randevu, Biagio Cisotti + Sandra Laube, Plank Courtesy Plank