Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1072, ottobre 2022.
Per Jean Prouvé (Parigi, 1901 – Nancy, 1984), pragmatico progettista francese, la progettazione acquista un senso se indirizzata a rispondere alle esigenze sociali. La formazione come fabbro e la conseguente abilità nel lavorare i materiali, insieme all’impegno politico durante la Resistenza francese, lo portano a disegnare architetture prefabbricate di rapida realizzazione, come gli alloggi per i rifugiati, e arredi facilmente assemblabili. I suoi progetti, infatti, sono accompagnati da precise istruzioni di montaggio, dove quantifica gli uomini e le tempistiche necessarie per la realizzazione.
Prouvé è un designer che lavora con le lamiere, si sporca le mani assemblando e saldando: la ricchezza espressiva del suo linguaggio parte dalle riflessioni dell’ingegnerizzazione del progetto, dal costo dei materiali e dai tempi di produzione, per arrivare a quelle “forme utili” accessibili che vanno incontro a una produzione di massa e a un’idea di modernità.

Risale al 1948 un’affascinante poltroncina dalla struttura in legno, con lo schienale alto e inclinato in tubolare d’acciaio. La seduta fa la sua comparsa, in una forma che andrà poi evolvendosi, sulle pagine di Domus nel giugno del 1953 (Domus 283), in una proposta di “mobili in serie” per un soggiorno, descritta sinteticamente nelle sue componenti – “con imbottitura rimovibile in gomma piuma” – accanto a mensole, sedie e tavoli che diventeranno poi i simboli distintivi del suo design pratico e austero. La poltrona è un incontro tra materiali diversi, che Prouvé associa con consapevolezza, grazie alla sapienza artigiana e alla volontà di perseguire un design funzionale: le gambe posteriori, dai profili marcati, sostengono il peso, mentre la parte anteriore è alleggerita dalle gambe in tubolare di ferro.
Rimasta in circolazione solamente in pochi esemplari, la poltroncina viene oggi riproposta da Vitra, che da oltre 20 anni produce gli arredi di Jean Prouvé valorizzandone il lavoro, in un proficuo dialogo con la figlia Catherine. Il disegno d’archivio – conservato al Centre Georges Pompidou – mostra le riflessioni sulla funzione statica delle gambe, elemento strutturale caratterizzante. Il profilo marcato ne dichiara la robustezza e la funzione di scarico del peso, caratteristiche che battezzano la poltroncina Kangourou, a evocare la forza e la stabilità della struttura posteriore. Oggi prodotta in due edizioni limitate, di 150 e 100 esemplari rispettivamente, con struttura di legno di rovere e gambe di metallo. Due le tonalità di rivestimento, Bleu Marcoule e Blanc Colombe, entrambe accuratamente selezionate tra le proposte avanzate dallo stesso Prouvé.