Un’architettura indossabile di paglia: l’impermeabile Chaude Couture

Lo studio Fabulism ha ideato un dispositivo paesaggistico-architettonico per proteggersi dalle forti piogge, che saranno sempre più impattanti nel prossimo futuro. 

Nel 1931, durante il celebre Beaux-Arts Ball di New York, alcuni degli architetti più in vista dell’epoca si travestirono con costumi che riproducevano le loro opere: William Van Alen nei panni del Chrysler Building, Leonard Schultze con il costume del Waldorf-Astoria, e altri progettisti americani si dilettarono in una performance collettiva. Un gesto simbolico, che se da un lato era un manifesto autoreferenziale, dall’altro rappresentava un esempio esplicito di connessione e continuità tra uomo e architettura.

Oggi, quasi un secolo dopo, lo studio di architettura e paesaggios Fabulism rilancia la suggestione dell’architettura indossabile, ma lo fa con un obiettivo completamente diverso: non più celebrazione dell’ego architettonico, ma risposta progettuale e politica al cambiamento climatico. Con il progetto Chaude Couture, presentato alla Biennale d’Architecture et de Paysage d’Île-de-France 2025, Fabulism propone una micro-architettura che diventa un rifugio mobile, un dispositivo nato dalla crisi ambientale.

Courtesy Fabulism

Chaude Couture è una collezione di capi in paglia di riso – di cui è stato realizzato un solo prototipo finora – che reinventa l’impermeabile classico. Ispirato alle forme naturali e leggere dei cappelli e dei mantelli asiatici tradizionali, la collezione ha una caratteristica forma a cupola che richiama l’idea di rifugio e protezione.

“Per realizzare questo progetto siamo partiti da un problema, che è ciò che facciamo sempre” raccontano i fondatori di Fabulism a Domus. “In questo caso, il tema che ha generato il progetto è legato alle piogge sempre più intense che Parigi dovrà affrontare nei prossimi anni, aumentando il rischio di alluvioni lungo la Senna”, come dimostra il record di precipitazioni registrato nel 2024. 

Chaude Couture. Foto Davide Carson

Sono queste evidenze che hanno generato le considerazioni fondative per il progetto: come dovranno adattarsi le persone al nuovo clima? Come cambierà il loro comportamento? “Noi abbiamo provato a dare una risposta, sicuramente provocatoria ma anche riflessiva” spiega Fabulism.

Questo “dispositivo paesaggistico” è fatto per muoversi all’interno della città e interagire con essa, spostandosi per le strade come una piccola architettura in movimento. Attinge a culture lontane della tradizione, operazione in parte suggerita dal bando di partecipazione alla Biennale, che chiedeva di lasciarsi ispirare dai territori segnati da climi tropicali: dalle cappe in paglia del Vietnam e della Cina, ai capisalli messicani intrecciati con foglie di palma, fino ai primi tentativi di impermeabilizzazione con lattice nelle foreste amazzoniche. Questi saperi ancestrali vengono recuperati nei capi di Fabulism in paglia di riso, un materiale naturalmente impermeabile che il cappellificio Barbisio ha saputo modellare, come si trattasse proprio di un cappello fuori scala. 

Chaude Couture. Foto Davide Carson

Chaude Couture nasce quindi per sfuggire al paradosso della plastica, materiale che, con gli impermeabili tradizionali, utilizziamo tutti i giorni per proteggerci dai risultati disastrosi del cambiamento climatico, ma che contribuisce a incrementarlo. 

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