Negli anni Venti con la parola design, si intedevano quegli oggetti di uso comune che tendevano a migliorare la vita quotidiana con prezzi accessibili. Il vero e proprio industrial design.
Ma allora, si chiede l'autrice Alessandra Coppa, com'è possibile che poi siano diventati oggetti di culto del design, prodotti come lo spremiagrumi di Starck che, di fatto, non serve a spremere arance ma si è trasformato in una scultura da esporre in cucina?
Questi e altri interrogativi vengono indagati attraverso interviste e incontri con i grandi designer: da Mendini a Starck, passando per Mario Bellini fino a Patricia Urquiola.
L'indagine passa poi anche attraverso i critici del design e i giornalisti che raccontano, senza veli, il loro punto di vista personale e le difficoltà che incontrano, a tratti paradossali, nel dover scrivere di alcuni prodotti, a dir poco, sconcertanti.
Un excursus divertente, a tratti critico, del grande mondo del design che include ormai di tutto.
La stessa struttura del libro lo enuncia nei suoi capitoli:
1. I designer: paranoie e idiosincrasie
2. Le famiglie dei designer: come i designer possano rovinare le vita dei loro famigliari
3. Il rapporto tra designer e aziende: si può fare o no?
4. Le icone status symbol da avere a tutti i costi: nonostante tutto…
5. I direttori delle riviste: ma perché lo devo pubblicare?
6. I critici di design: a adesso cosa scrivo di questo coso?
7. I collezionisti di design: la ricerca dell’oggetto introvabile
8. I rapporti tra la committenza e gli interior designers: non importa se è scomodo…è di design!
E come racconta l'autrice: “Il binomio forma-funzione perde di significato e il concetto di design si espande, generando un mondo fatto di personaggi eccentrici, case inabitabili, fiere circensi e oggetti che spesso durano giusto il tempo di dire: maledetto design!”.
- Titolo:
- Maledetto Design – L'ossessione pop delle icone.
- A cura di:
- Alessandra Coppa
- Casa Editrice :
- Centauria
- Pubblicazione:
- fine aprile 2019
- Pagine:
- 160
- Prezzo:
- 19,90 euro