Otto pezzi da collezione a Nomad St. Moritz

Nasi portafiori, tappeti che narrano antiche leggende e vasi antropizzati. Una selezione delle novità da collezione presentate tra le Alpi dell’Alta Engadina.

Nomad St. Moritz 2019, Gallery Fumi

“I haven’t been everywhere, but it’s on my list”. Con questa citazione di Susan Sontag il suggestivo salotto che è Nomad St. Moritz ha aperto le porte a un pubblico di casa avido di collezionismo. Con pezzi di design come opere d’arte e lavori artistici sempre più funzionali, Nomad nella sua versione invernale si è accoccolata in un’antica chesa engadina, dal buon odore di legno e densa di intagli barocchi. La facciata in sgraffito, sobria, nasconde in realtà un interno voluttuoso accentuato dagli eccentrici pezzi in mostra. Tra questi ne segnaliamo otto, quasi tutte première, scelti tra i lavori selezionati dalle oltre 20 gallerie in mostra.

Con Gallery FUMI, fondata da Sam Pratt e Valerio Capo nel 2008 a Londra, il designer italiano Francesco Perini propone nuove varianti ad hoc dei suoi pezzi che uniscono intarsi inediti in travertino e il legno. Maniera, fondata a Bruxelles da Amaryllis Jacobs e Kwinten Lavigne nel 2014, presenta i “tappeti illustrati” di Christoph Hefti che nelle sue Swiss Mask racconta le antiche leggende dell’Engadina attraverso illustrazioni fatte di lana e seta.

Altra novità la collaborazione dell’artista americano Rob Pruit con Yoox per la sezione del sito pret-a-porter dedicata all’arte contemporanea e al design, curata da Beatrice Trussardi. La Migration Moving Blanket rielabora una serie di coperte vintage tipicamente usate negli USA per effettuare i traslochi, e critica i nostri tempi parlando di migrazione: quella degli americani in Canada dopo l’avvento di Trump, associata agli uccelli migratori nell’epoca dell’Antropocene.

Rob Pruitt x YOOX, 2019
Rob Pruitt x YOOX, 2019

Etage Projects, fondata nel 2014 a Copenhagen da Maria Forelev, presenta i tavolini metallici Coffe Table #1 del trio bahraini-danish ai quali si può accompagnare lo specchio della serie Ruins di Roberto Sironi per Carwan Gallery (aperta a Beirut da Pascale Wakim e Nicolas Bellavance-Lecompte) nella versione “invernale” con cristalli di gesso. La giovane Functional Art Gallery di Berlino avviata l’anno scorso da Benoît Wolfrom e Javier Peres mette in mostra la serie Body Buddies di BNAG, dove parti del corpo come nasi, denti o seni diventano vasi o porta oggetti. Il progetto era stato concepito per popolare le stanze dei pazienti in ospedale all’interno di un Kunst am Bau (un programma per l’arte pubblica) in Germania.  

Clementine Keith Roach, Kheír, 2018
Clementine Keith Roach, Kheír, 2018

La galleria londinese Hunter Harrison si circonda dei vasi ceramici di Clementine Keith Roach che, a partire da antichi vasi, realizza delle estensioni anatomiche rifinite in tromp l’oeil le quali rivelano il “corpo” addormentato degli oggetti. La gallerista milanese Martina Simeti porta a Nomad l’arazzo patchwork della designer tessile e artista Susan Cianciolo rappresentata a New York dalla Bridget Donahue Gallery.

Evento:
Nomad St. Moritz
Date di apertura:
7–11 febbraio 2019
Dove:
Samedan, Svizzera

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