“La banalità è sorprendente”, è una citazione di Marguerite Duras dal suo “Hiroshima mon amour” e si applica alla perfezione a questo interno proprio di Hiroshima. Se la banalità è quella della scarna struttura a vista, è questo un caso in cui il recupero della cruda materialità è sorprendente.  Nouvelle Vague a parte (il film è diretto da Alain Resnais), i materiali qui giocano un ruolo fondamentale. “Forse nella vita contemporanea ci siamo abituati all’idea di selezionare i materiali che vanno in ciò che facciamo in base alla loro idoneità all’individuo” scrive nella presentazione del progetto Supposed Design Office. “Nei progetti di architettura, noi guardiamo i modi in cui è avvenuta la creazione delle cose”. Questa casa si trova in un condominio residenziale di 43 anni. “Il piano è stato pensato in base alle nostre continue riflessioni sulla novità, la storia, la “completezza nell'incompleto” e il futuro”. Questo interno è relazione continua tra preesistente ed elementi nuovi. L’acciaio è utilizzato come materiale per le pavimentazioni, mobili, ante per finestre e porte, aiuole, illuminazione e qualsiasi numero di accessori interni. Qui il lavoro dei designer è di sovrapposizione nel tempo, cercando di recuperare la storia passata per adattarla a un utilizzo attuale. Ecco che si fa vivo il contrasto tra la stanza giapponese formale e le ossa dell’edificio. La scelta dell’acciaio prevede una certa cura, in un momento storico in cui la società è “esente dalla manutenzione”.