Gioia's monolith

Una scultura d'acciaio dimostra come Gioia Meller Marcovicz sappia tracciare con abilità il confine tra arte e design. Design Gioia Meller Marcovicz. Testo Lucy Bullivant. Foto 747 Studios.

Gioia Meller Marcovicz è una designer atipica. Dopo i suoi esordi nel mondo dell'alta moda, è passata al design di mobili, dedicandosi sia ai pezzi unici sia alla produzione in serie. A Gioia piace citare l'umorismo tipicamente inglese di David Hockney: "L'arte deve toccarti, far muovere qualcosa. Il design no, sempre che non sia il design di un autobus", al quale aggiunge qualche parola per riassumere la sua visione: "Con l'arte o con la produzione industriale, il mio obiettivo è sempre trovare soluzioni. Ma nell'arte c'è più libertà".

Dal 1977 al 1991, Meller Marcovicz è stata alla guida di Zwei, il suo fortunato atelier di moda londinese. Assetata di nuove esperienze, nel 1992 è tornata dietro ai banchi di scuola, prima al London College of Furniture quindi al Royal College of Art. Qui, per la mostra di fine corso, Issey Miyake le ha commissionato il suo singolare progetto per un divano con braccioli reclinabili. Da quel fortunato momento in poi, Meller Marcovicz ha continuato a ideare soluzioni di grande interesse, tra cui Bia, una lampada da pavimento con schermi girevoli e sovrapponibili, designata nel 1995 per ClassiCon. Otto anni più tardi, dalla sua nuova base, un elegante palazzo veneziano, ha lanciato Gioia, un'azienda con cui produrre e commercializzare in proprio i suoi progetti di mobili e lampade.

Il segreto del suo successo nell'arredo va probabilmente ricondotto al suo approccio alla moda. "Non mi è mai interessato l'aspetto decorativo dei vestiti, per esempio usare stoffe lavorate o aggiungere tasche, bottoni o nastri superflui. Per me l'importanza sta nel taglio, nel modello, nella forma, nella struttura". I suoi abiti erano semplici, pratici, facili da indossare: progetti multifunzionali capaci di adattarsi a situazioni completamente diverse. Ed è interessante osservare come anche i suoi mobili, pur senza rinunciare alla sensualità e alla libertà di movimento, sappiano dare forma a questi concetti. Il suo lavoro dimostra un'innata versatilità: un divano diventa un letto; un tavolo da pranzo si abbassa trasformandosi in tavolino; capovolta, una sedia da pranzo diventa una sdraio; i braccioli di un'altra sedia, spinti a lato, la trasformano in una seduta per tre; i paralumi di una lampada diventano orientabili, a creare forme o funzioni differenti.

Non sono molti i designer ad aver lanciato una propria casa di produzione, ma Meller Marcovicz si è sentita motivata a produrre i suoi progetti per poter esercitare la massima libertà di controllo: dal processo di produzione allo spazio espositivo. E l'identità di ciò che crea per questi luoghi pubblici si è a sua volta spostata verso un incrocio tra arte e design. Tuttavia, mentre gran parte della cosiddetta "design art" perde in funzionalità per evidenziare le qualità artistiche, Meller Marcovicz, con la sua intelligente lettura delle necessità funzionali e contestuali, sa precisamente dove tracciare il confine.

Nella posizione di un designer che è anche direttore di produzione dei suoi progetti, Meller Marcovicz ha imparato a individuare le aziende europee più adatte al suo lavoro, specialmente in Italia e in Germania. Oggi, le sue prossime collezioni di piccole, esclusive edizioni vengono sviluppate per essere esposte in due importanti gallerie, una a Londra e una a Monaco di Baviera. The Monolith, il suo ultimo progetto per un tavolo con sedie fino a dieci persone è un segno delle cose a venire. Realizzato interamente con fogli di acciaio inox, è una scultura da pranzo che si è sviluppata dal momento in cui Meller Marcovicz ha iniziato a pensare a come il grande soggiorno del suo palazzo potesse adattarsi al meglio al suo stile di vita, molto mondano. Come spesso accadeva nella Venezia del passato, l'ambiente principale della sua residenza in laguna è usato per lavoro: per questo, era importante che la sua atmosfera esclusiva non venisse compromessa da un arredamento troppo puritano. Lo spazio richiedeva un oggetto dal forte impatto, e che fosse al tempo stesso compatto e flessibile.

Un semplice modellino in cartone ha attirato l'interesse di un collezionista parigino, il quale ha immediatamente commissionato The Monolith per la propria abitazione. Per questo, Meller Marcovicz ha potuto adottare un materiale ricercato come l'acciaio inox, scelta che sarebbe apparsa improbabile per la produzione in serie. Trattandosi di un materiale dal peso rilevante, lo spessore adottato è stato minimo (tre millimetri). Approfittando della natura del materiale, che può essere piegato e saldato, Meller Marcovicz ha messo a punto un congegno di facile utilizzo, con un piano che poggia su rulli e può essere fatto scorrere con facilità, e quindi, grazie alla sua speciale cerniera, aperto come un libro. La foggia delle sedie permette loro di fondersi con la forma scultorea: ciò avviene di nuovo tramite cerniere, che consentono di ripiegare la seduta per l'inserimento all'interno del tavolo o di abbassarla al momento dell'uso.

"L'idea di nascondere le sedie in una specie di nido non l'ho inventata io" afferma Meller Marcovicz, "ma vi ho aggiunto un valore scultoreo. La funzionalità è congenita, mentre l'aspetto artistico mostra la voglia di rischiare". Se le radici artistiche sono rintracciabili nel lavoro di Serra, Judd e Kapoor, The Monolith colpisce per il suo intrigante e versatile equilibrio tra arte e design.
Le sedie sono dotate di
cerniere che consentono
di ripiegare la
seduta per l’inserimento
all’interno del
tavolo o di abbassarla
al momento dell’uso
Le sedie sono dotate di cerniere che consentono di ripiegare la seduta per l’inserimento all’interno del tavolo o di abbassarla al momento dell’uso
Il piano
del tavolo è fissato
alla base e poggia su
un letto di rulli. una
speciale cerniera collega
le due lastre che,
aperte, formano il piano
a grandezza d’uso.
Il piano del tavolo è fissato alla base e poggia su un letto di rulli. una speciale cerniera collega le due lastre che, aperte, formano il piano a grandezza d’uso.

Ultimi articoli di Design

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram