Guilty

Guilty, il nuovo yacht progettato da Ivana Porfiri per Dakis Joannou suggerisce un nuovo modello d'imbarcazione, che il camouflage disegnato da Jeff Koons enfatizza a dismisura. Testo Maria Cristina Tommasini. Foto Andrea Ferrari.

In una mattinata di fine agosto, incontro Ivana Porfiri nel silenzio di uno studio pressoché deserto. L'atmosfera rilassata rende più facile parlare di un progetto che ha messo a dura prova l'abilità di una progettista eclettica e con una navigata esperienza in campo nautico. A lungo collaboratrice di Gregotti & Associati, si è occupata della progettazione di grandi navi da crociera e di yacht, attività che continua a essere una delle principali del suo Porfiristudio. La progettista ama stabilire un legame forte con il committente: il confronto dialettico diventa quasi complicità quando entrambi sono alla ricerca di soluzioni percettive estreme.

Dakis Joannou è uno dei clienti con i quali Ivana Porfiri ha stabilito una particolare sintonia. Gli effetti di questo speciale rapporto sono sorprendenti, soprattutto da quando è stato 'disvelato' il più recente risultato di tale collaborazione. Dakis Joannou è un collezionista d'arte tra i più noti. Greco, trascorre molto tempo sullo yacht, che usa come residenza e mezzo di trasporto tra le isole del Mare Egeo. Senza rinunciare all'arte. Sino a pochi mesi fa, la sua galleria viaggiante è stata "Protect Me from What I Want", un'imbarcazione di linea tradizionale anch'essa progettata da Ivana Porfiri, battezzata con il titolo di un'opera di Barbara Kruger. Secondo le disposizioni dell'armatore, la nuova imbarcazione (classe RINA Maltese Cross) non avrebbe dovuto avere alcuna limitazione, se non quella derivante dalle dimensioni del posto barca di proprietà. I limiti dimensionali si sono trasformati da subito in uno spunto progettuale: tagliare la prua per guadagnare lunghezza è uno stratagemma normalmente adottato dai costruttori. Superati i controlli delle autorità, la prua riassume la sua configurazione originale applicando la parte precedentemente tagliata. Progettista e armatore concordano che nel caso della nuova barca non è necessario ricorrere alla 'protesi'. Il taglio effettuato per ragioni di opportunità rimarrà a tutti gli effetti un taglio dello scafo, ad alto valore simbolico. La linea della prua appare rovesciata proprio in corrispondenza della cubia, il foro dove scorre la catena dell'ancora. Le linee d'acqua rimangono invariate, ma il processo di trasformazione di uno scafo tradizionale è avviato. Mentre discorriamo, la progettista appoggia sulla scrivania una minuscola barca di legno stilizzata, formata da tre pezzi sovrapposti. "Questo è il progetto che avevo in mente sin dall'inizio. Nella sua semplicità riassume la ricerca che mi ha condotto al progetto del nuovo yacht di Dakis Joannou: uno scafo standard, un volume intermedio in cui sistemare plancia e ambienti comuni, e uno superiore, separato e riservato all'armatore. Le parti vetrate hanno superfici maggiori del consueto e sono quasi verticali (l'inclinazione è di circa 15°): la visibilità verso l'esterno è sorprendentemente ampia, in particolare nelle zone riservate all'armatore, visibilità che spesso è penalizzata dalle linee filanti della nautica tradizionale. Si tratta di un progetto integrale, di un'architettura mobile, prototipo di un nuovo tipo di imbarcazione".

La progettazione per blocchi si riflette nella composizione dei volumi e sulle loro superfici. Come la prua risulta volutamente rovesciata, così il trattamento superficiale non poteva che procedere per paradossi, per camuffamenti…

Il mimetismo è ben noto in natura: vi ricorrono animali e piante per difendersi dagli aggressori o per attirare le prede, così come se ne fa ampio uso nelle pratiche militari. Durante la Prima guerra mondiale, i comandanti degli U-Boot tedeschi vennero spesso ingannati da navi mascherate con disegni mimetici che alteravano le forme degli scafi rendendo impossibile identificare, con il solo aiuto di periscopio o cannocchiale, la classe del naviglio, e stabilirne rotta e velocità. Grazie al "Dazzle Painting" o "Razzle Dazzle", uno schema di camouflage inventato dall'artista e ufficiale navale inglese Norman Wilkinson, molti navi scamparono all'attacco dei siluri.

Ivana Porfiri si convince che la barca sulla quale sta lavorando, per la particolarità della sua architettura complessiva, ha bisogno di un trattamento di questo tipo: non semplice colore ma mimetismo. Telefona a Dakis che in quello stesso momento si trova nello studio dell'amico Jeff Koons. La conversazione si fa a tre e l'entusiasmo si accende intorno a un progetto che sta prendendo caratteristiche inaspettate. L'artista si dice subito disponibile, l'armatore accetta, la designer raccoglie la sfida di applicare il complesso camouflage all'imbarcazione.

Il risultato è Guilty: un manifesto viaggiante che integra al suo interno il lavoro di diversi artisti, le cui opere sembrano nascere insieme alle scelte progettuali. Pavimenti e murate di Corian si colorano al variare della luce naturale filtrata dalle vetrate, mentre altrove le superfici bianche sono percorse dagli interventi artistici, dando a ogni elemento della barca una irripetibile personalità.
Il trattamento
mimetico delle superfici
esterne
esalta l’innovativa articolazione
volumetrica
dell’imbarcazione
Il trattamento mimetico delle superfici esterne esalta l’innovativa articolazione volumetrica dell’imbarcazione
Ogni singola campitura
di colore è stata
applicata manualmente, previa copertura
delle parti adiacenti. Photo Giovanni Malgarini
Ogni singola campitura di colore è stata applicata manualmente, previa copertura delle parti adiacenti. Photo Giovanni Malgarini
Aboliti apparecchi
e schermi, film
e programmi televisivi
sono proiettati direttamente
sulle pareti
Aboliti apparecchi e schermi, film e programmi televisivi sono proiettati direttamente sulle pareti
Gli interni della barca
sono realizzati prevalentemente
in Corian
bianco. Il materiale
si colora al variare
della luce naturale
filtrata dalle ampie
vetrate antiriflesso
Gli interni della barca sono realizzati prevalentemente in Corian bianco. Il materiale si colora al variare della luce naturale filtrata dalle ampie vetrate antiriflesso
Lo yacht ospita numerose opere d’arte,
tra cui, nella cabina 3,
<i>Guilty</i>, di Sarah Moris
dipinta
su tela, che dà il nome
all’imbarcazione
Lo yacht ospita numerose opere d’arte, tra cui, nella cabina 3, Guilty, di Sarah Moris dipinta su tela, che dà il nome all’imbarcazione
Nella cabina 1 <i>Wow</i> di
David Shrigley, realizzata direttamente
sulla parete dall’artista
Nella cabina 1 Wow di David Shrigley, realizzata direttamente sulla parete dall’artista
Uno
schizzo di pro getto
degli interni
Uno schizzo di pro getto degli interni

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