Una cucina free-standing, dunque mobile, fatta di un esoscheletro portante che si biforca a bretella (appunto) a cui i pensili vengono appesi senza bisogno di fissaggi a muro. Per il resto, tutto materiale standard, dalle maniglie agli elettrodomestici alla ferramenta, come assemblaggio di una componentistica ready-made. Assolutamente democratica, Bretel può crescere modularmente, configurarsi in varie fogge, ma rimanendo sempre in piedi sulle proprie gambe. In altri termini, è una cucina con un occhio puntato sull'archetipo, mobile credenza declinato su un immaginario anni Cinquanta, e un occhio sulla modularità dei sistemi, e la componibilità contemporanea. Uno strabismo progettuale, che Iacchetti coltiva come un prezioso ronzio di sottofondo.
Ecco allora un'altra storia, molto diversa, ma non incompatibile: una storia di coltelli. Si consuma nell'estate 2007: trenta giorni al riparo da tutto – brief, budget, tecnologie e committenze – per disegnare in perfetta solitudine un coltello al giorno, modellarlo in essenze esotiche e locali, tra carta vetrata, cera d'api e sgorbie, e riportare il brusio della lingua del design al grado zero di una scrittura amanuense. Che è un ritorno alle radici di un savoir faire da intagliatore, ereditato da due generazioni, tralasciato in stagioni collettive e militanti (vedi Coop) e qui recuperato, alle prese con un oggetto primordiale. Di cui le parole di Odoardo Fioravanti spiegano bene le ragioni: "Un viaggio snello per disegnare forme nuove per il coltello, lo strumento che tra le posate resta il più vicino a una funzione insostituibile per la sopravvivenza." Ne risulta uno straordinario catalogo di curve, continue, disassate, non senza omaggi (leggasi Giovanni Sacchi), comunque slegate da qualsiasi funzione precisa. Anche se in filigrana si intravede.
E così, loro malgrado, i coltelli trovano sbocco produttivo: con le Coltellerie Berti, che per tradizione ne rispettano la manualità originaria. Dunque spelucchini, coltelli da pane, da chef, da pesto, da cucina, per filettare, disossare, da carni cotte o crude, da colpo? Non si sa ancora, saremo noi invitati a trovare, in questo progetto "inutile", quella funzione che segue rigorosamente la forma. Sappiamo solo che, una volta prodotti, potranno condividere con Bretel gli stessi luoghi, far convivere economie industriali e unicità del fatto a mano, e ben distribuirne i pesi. A pensarci bene, quello strabismo mette tutto perfettamente a fuoco.







Nube. Comfort e stile
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