Lontana dagli anni del boom del design spagnolo, Valencia non si perde d’animo e rilancia su più fronti: non solo design ma anche architettura e urbanistica. L’occasione più glamour e ghiotta la offre naturalmente la 32ma Coppa America, che ha contribuito a dare una nuova vitalità e una nuova dignità architettonica al fronte mare, quasi creato dal nulla sulle ceneri della vecchia area portuale in disuso. È stato creato un nuovo canale artificiale mentre i f rangiflutti sul lato Est proteggono le due nuove Marina, che contano oltre 600 posti barca. Ma non basta: vicino al mare sta nascendo una grande area pubblica che ospiterà locali, bar e ristoranti, completati da aree attrezzate a giochi.
I grandi nomi dell’architettura hanno già dato il loro contributo ai container dei team: dopo quello di Luna Rossa progettato da Piano, ricoperto esternamente da vecchie vele, è toccato a Chipperfield esercitarsi sul tema con Veles e Vents, il futuristico edificio simbolo nel nuovo porto caratterizzato dall’alternarsi di grandi terrazze riparate per vedere le regate, il cui alternarsi simula lo spiegarsi delle vele al vento. Per tutto il porto si respira già un caldo ambiente nautico, mentre poco lontano continuano i lavori per completare la Città delle Arti e delle Scienze affidata a Calatrava, un altro segno forte di questa che è la terza città della Spagna e che vanta 15 chilometri di spiaggia, il più grande parco marino d’Europa, un centro storico di 2000 anni di anchità e oltre 40 musei.
Un giro tra gli stand del SIDI nella vicina Fiera del Mobile conferma come la voglia di spezzare i confini troppo stretti del progetto “made in Spain” per operare delle svolte coincida con l’apertura ad autorevoli contributi stranieri, che sappiano rilanciare città e aziende. Ai designer d’oltre confine viene affidato il compito di “rompere con il passato”, di portare nuova linfa nelle collezioni – e nell’immagine – di aziende consolidate, o di traghettare un’azienda verso nuove fasce di mercato.
Basti pensare a Nani Marquina (premio della stampa come miglior azienda 2006), che affianca al sempre sorprendente designer catalano Martí Guixé il giovane olandese più in voga del momento, Tord Boontjie, non a caso designer dell’anno alla Biennale di Courtrai appena conclusasi. Il suo scenografico tappeto Little Field of Flowers offre “un piccolo spazio per i sogni a occhi aperti” e introduce il tema floreale nella linea tradizionalmente meno barocca dell’azienda. Martinez Otero, leader nel contract con commesse internazionali importanti come quella per gli showroom Zara, apre all’home furniture con le nuove collezioni di uno svedese e di un inglese: Tobias Jacobsen e Pearson Loyd. Laccati e specchi per il primo, essenzialità nordica per il secondo. Poche sorprese, purtroppo, tra gli stand del satellite spagnolo “nude”, che oltretutto ha raccolto solo (per gli standard italiani) 48 selezionati.
Certo, l’asso nostrano Mariscal gioca sempre la sua parte a Valencia: ha firmato la nuova collezione di mobili organici Algas per il giovane (2003) marchio Uno Design, ma soprattutto ha curato l’immagine grafica della Coppa America. La Spagna si è riservata comunque un buon ruolo da co-protagonista.
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