Il futuro di Los Angeles è senza palme

L’amministrazione losangelina ha avviato programmi di forestazione urbana per sostituire le palme, sempre più vulnerabili agli incendi, con altre specie vegetali capaci di creare ombra. Sparirà così uno dei simboli della città.

Los Angeles potrebbe presto salutare, almeno in parte, le sue celebri palme. Negli ultimi anni gli incendi hanno distrutto molti esemplari, trasformando i tronchi secchi in facili inneschi per le fiamme. Alla minaccia dei roghi si aggiungono la siccità e le malattie, che stanno accelerando il declino di alberi piantati in gran parte un secolo fa e ormai prossimi alla fine del loro ciclo vitale. Simboli urbani riconoscibili e dal forte valore scenografico, le palme furono introdotte in città nei primi decenni del Novecento per dare a Los Angeles un’immagine esotica. Ma oggi si rivelano poco adatte alle esigenze climatiche. Le chiome ridotte non offrono ombra sufficiente, non contribuiscono al raffrescamento delle strade e richiedono un alto consumo d’acqua insieme a frequenti potature delle fronde secche.

Los Angeles. Photo Casper Westera, via Unsplash

Per questo le autorità cittadine hanno iniziato a riorientare la strategia del verde urbano. La piantumazione di palme lungo le strade è stata progressivamente ridotta a favore di alberi con chiome più ampie, in grado di abbassare le temperature locali e migliorare la qualità dell’aria. Specie autoctone resistenti alla siccità, come querce e sicomori, vengono oggi privilegiate perché capaci di creare zone d’ombra estese e più utili dal punto di vista ambientale.

Il progressivo ridimensionamento delle palme segna un cambio di paradigma. A Los Angeles, la trasformazione del paesaggio vegetale indica la necessità di coniugare identità locale e nuove forme di comfort ambientale.

Parallelamente, Los Angeles sta investendo in programmi dedicati ad ampliare l’ombra urbana in vista di estati sempre più roventi. Nel 2025 è stata lanciata l’iniziativa “ShadeLA”, frutto della collaborazione tra istituzioni pubbliche, università e associazioni, con l’obiettivo di piantare nuovi alberi nelle aree più vulnerabili. Nonostante questi sforzi, la copertura verde della città rimane limitata e il recupero rispetto ad altre metropoli richiederà tempo.

Los Angeles. Photo Florian Lidin, via Unsplash

La palma resta tuttavia un elemento identitario radicato della metropoli. Giusto in questi giorni ha suscitato dibattito la decisione del L.A. County Museum of Art (il celebre Lacma) di piantare 77 palme per motivi legati a un’installazione artistica storica. Le critiche hanno sottolineato l’inadeguatezza di una scelta che non contribuisce a creare ombra, mentre il museo ha difeso il progetto come parte della tradizione locale, prevedendo in futuro l’integrazione con altre specie a chioma larga.

Los Angeles. Foto Lala Miklos da Unsplash

Il progressivo ridimensionamento delle palme segna un cambio di paradigma. Adattare le città al riscaldamento globale significa ripensare le strategie di forestazione urbana e privilegiare alberi capaci di garantire resilienza climatica. Realtà come Phoenix, ma anche metropoli europee, hanno già adottato piani mirati ad aumentare le aree ombreggiate e mitigare l’effetto “isola di calore”. A Los Angeles, la trasformazione del paesaggio vegetale indica la necessità di coniugare identità locale e nuove forme di comfort ambientale.

Immagine di apertura: Los Angeles. Photo Ivan Karpov, via Unsplash