Le megalopoli cinesi fotografate dai treni dell’alta velocità

Per il suo ultimo progetto fotografico, Manuel Álvarez Diestro ha attraversato la Cina sui treni del più grande network ad alta velocità del mondo.

Che cosa vuol dire attraversare la Cina oggi?

Se lo si fa a bordo di uno dei bullet train che ogni giorno fanno avanti e indietro 2800 volte tra le 550 città collegate dal più grande network ad alta velocità del mondo, vuol dire ritrovarsi immersi in un continuum urbano di proporzioni inaspettate, dove alte torri di recente costruzione e tutte simili tra loro rappresentano pressoché l’unica forma di paesaggio visibile.

È l’esperienza provata più e più volte da Manuel Álvarez Diestro per il suo ultimo progetto, High Speed Cities, che lo ha portato a percorrere alcuni tra i principali corridoi ferroviari che uniscono 33 delle 34 province de paese. Da Pechino a Shanghai, a Tianjin o a Xian, poi da Xian a Chengdu, da qui a Chongqing e ancora da Shanghai a Wenzhou e da Guangzhou a Shenzhen, il fotografo e regista spagnolo ha ricercato e trovato una connessione concettuale e visiva tra la velocità dei treni su cui ha viaggiato e quella, vertiginosa, con cui stanno crescendo le città cinesi.

Chongqing, per fare un esempio tra i più immediati, è passata da una popolazione di 6 a una di 16 milioni solo negli ultimi dieci anni: pompata dal governo, soprattutto a livello economico, come nuova capitale del sud–ovest, farà parte, assieme a Pechino, Shanghai, Guangzhou, Shenzhen e Tianjin, di un sistema di supercittà che sarà la spina dorsale per lo sviluppo economico della parte occidentale del paese.

«Essendo in mezzo alle montagne, le torri non si vedono facilmente dal treno,» spiega Diestro, «ma se si viaggia nel corridoio Pechino–Shanghai, per esempio, per quasi tutto il tragitto si può vivere l’esperienza di attraversare un’area urbana totalmente interconnessa, popolata di grattacieli dallo stesso aspetto, tutti integrati in un’unica area metropolitana apparentemente senza soluzione di continuità.»

Un altro caso interessante è quello di Xian, la massiccia crescita della cui popolazione si riflette nelle centinaia di torri di recente costruzione che, per Diestro, contraddicono l’originaria percezione di città tradizionale. Del resto, proprio città come Xian e Chongqing—sebbene quest’ultima più in declinazione marittima—sono strategiche nello sviluppo di quella cosiddetta Nuova via della seta (ma in cinese suona più come “un nastro, una via”, e ne abbiamo parlato su Domus #1033) che sta mutando drasticamente l’aspetto del paese da un punto di vista sia strutturale e logistico che culturale e sociale.

Malgrado, per esempio, il nuovo masterplan di Pechino miri ad affrontare sfide tipicamente metropolitane come il sovraffollamento, l'espansione incontrollata, l'inquinamento e la distruzione del patrimonio culturale, (sfruttando tra l’altro il già abusatissimo claim “less is more” che si riverbera anche in una nuova campagna di controllo delle nascite), è evidente come il piano di integrare a Pechino città circostanti come Tianjin and Shijiazhuang sia da un lato molto ambizioso ma dall’altro anche molto pericoloso per la preservazione della dimensione “locale”.

Manuel Álvarez Diestro, dalla serie High Speed Cities

Le immagini di Diestro sono memori di una lunga tradizione di fotografie scattate da un treno. Basti infatti pensare all’RFK Funeral Train di Paul Fusco che, tra l’altro, ritraendo un paese in lutto—gli Stati Uniti del post Robert Kennedy— fa da contraltare proprio alla nascita di un paese nuovo, la Cina contemporanea appunto, spinto dalle leggi di un cieco sviluppo economico più che su quelle di un’umanesimo etico.

Per un altro verso sono però a loro volta quasi un rovescio della medaglia di quel Tokyo Compression con cui Michael Wolf aveva raccontato il Giappone di oggi come un paese sotto pressione: per nulla focalizzate sulle persone, anzi incentrate su un paesaggio addensato che diventa il riflesso di una società vista dall’interno del suo pulsante sistema di trasporto, le foto di Diestro sono allo stesso tempo impressioniste ed espressioniste, e riescono a trasmettere l’urgenza di un divenire che sfugge continuamente e che spesso rompe gli argini di una definizione univoca.

«Per un fotografo è un'esperienza esaltante, perché è difficile controllare la composizione delle immagini e perfino le regolazioni della macchina. Mi è piaciuta particolarmente l'atmosfera sognante delle megalopoli cinesi quando le si percepisce da una capsula dove lo spazio e il tempo non sono più riconoscibili.»

Il tutto mentre gli esperimenti sul trasporto a levitazione magnetica (il primo network commerciale per treni che raggiungeranno i 600 chilometri dovrebbe essere pronto per il 2025) e, dall’altra parte dell’oceano, quelli dell’Hyperloop di Elon Musk e Virgin (1200 Km/h potenziali, più di un aereo di linea) fanno già sembrare i 350 chilometri orari dei bullet train preistoria.

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