Antonia Jannone riapre le porte, ma a numero chiuso

La gallerista milanese riapre i battenti con le architetture metafisiche di Ramon Enrich. Ingressi limitati o su appuntamento, ma è un primo passo sulla strada della cultura post-lockdown. L’intervista.

A Milano è scattata la fase due per bar e ristoranti. Parrucchieri ed estetisti stanno ricominciando la loro attività. E, in attesa della riorganizzazione di cinema e teatri, anche le gallerie e i musei cominciano le prime prove tecniche di convivenza con il Covid-19. Antonia Jannone, dopo due mesi e mezzo di stop, ha riaperto (ieri sera virtualmente e oggi di persona) il portone di legno della sua galleria affacciata su corso Garibaldi, normalmente epicentro della movida milanese. Si prepara così ad accogliere di nuovo il pubblico, su appuntamento o pochi per volta, nelle stanze e nel cortile della tipica casa di ringhiera che ospita la sua galleria, fondata nel 1977 e specializzata in disegni e opere di architetti e designer. In mostra, una selezione di quadri e piccole sculture dell’artista catalano Ramon Enrich, “paesaggi e architetture metafisici che raccontano un tempo sospeso quanto mai attuale”, spiega mentre ci dice cosa si aspetta da questo periodo e come ha trascorso questi due mesi in solitaria.

Ramon Enrich, Ald, 2018. Acrilico su tela, 105 x 195 cm. Galleria Antonia Jannone. Photo Henrik Blomqvist
Ramon Enrich, Ald, 2018. Acrilico su tela, 105 x 195 cm. Galleria Antonia Jannone. Photo Henrik Blomqvist

Inaugurazione online e visite su appuntamento: come sarà andare per mostre nella “fase due”?
Mi sembra che siamo tutti ancora un po’ perplessi e preoccupati, credo che il pubblico non mancherà, ma verranno tutti alla spicciolata. Non vedo superficialità: tutti sono attenti, indossano le mascherine. In questa zona, tutto è ancora molto tranquillo e controllato. Il mio è un esperimento: immagino che i visitatori si tratterranno meno. Il cambiamento più grande per la mia galleria sarà non poter fare l’inaugurazione. Di solito si presentavano 80-100 persone: ecco quello non esisterà più.

Quali misure di sicurezza avete adottato?
Gel per lavarsi le mani all’ingresso e una piccola scorta di mascherine, per chi la dovesse dimenticare.

In che modo pensate di attirare il pubblico?
Ho spedito una cartolina e tra un po’ di tempo ne manderò un’altra. Purtroppo, l’artista non verrà in Italia, ma abbiamo girato un trailer della mostra per cercare di coinvolgere il pubblico.

Come ha trascorso questo periodo di lockdown?
Sempre a Milano, per lo più chiusa in casa. Ho lavorato in galleria, ho messo in ordine, ho preparato questa mostra e la prossima che inaugurerà a settembre. Certo, ci sono stati anche i cattivi umori, a causa di questo periodo sacrificato e limitato: mi sono sentita derubata del mio tempo, di una vita di relazioni, affetti e amicizia. Non piace a nessuno essere incasellati, sentirsi preoccupati e, a volte, anche terrorizzati.

Cosa le è mancato di più?
A parte gli affetti – mia figlia e i miei nipoti –, mi è mancato il senso di libertà. Mi è pesato dover stare attenta a quello che facevo. Il vuoto, invece, è stata una scoperta. Milano vuota, pulita, silenziosa: era una situazione di privilegio. È venuta fuori la bellezza di una città, che non si vede mai se non a Ferragosto. Credo che i rapporti umani cambieranno. Mi è già capitato un paio di volte: persone che conosco bene hanno preferito tenere le distanze. In compenso, ho fatto amicizia con due merli. Da quando ho preparato in cortile una vaschetta piena d’acqua, vengono a trovarmi tutti i giorni per fare il bagno. Ho anche usato il loro cinguettio come colonna sonora del video della mostra.

Ramon Enrich, Dar-Z, 2018. Acrilico su tela, 130 x 150 cm. Galleria Antonia Jannone. Photo Henrik Blomqvist
Ramon Enrich, Dar-Z, 2018. Acrilico su tela, 130 x 150 cm. Galleria Antonia Jannone. Photo Henrik Blomqvist

Cosa ci raccontano le opere di Ramon Enrich?
Sono piccoli paesaggi metafisi, attraenti, sereni, silenziosi e poetici. Dopo questo periodo di chiusura forzata, c’è più che mai voglia e bisogno di bellezza.

Titolo mostra:
Ramon Enrich
Date di apertura:
20 maggio – 18 luglio 2020
Sede:
Antonia Jannone Disegni di Architettura
Indirizzo:
corso Garibaldi 125, Milano
Orari:
martedì – sabato 15.30 – 19.30, la mattina su appuntamento
Telefono:
02 29002930 / 347 2109121

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