Rayyane Tabet: l’arabesco come appropriazione culturale tra oriente e occidente

In Arabesque – la terza mostra di Building Cycles a Storefront for Art & Architecture – l’artista libanese esamina la migrazione di idee che passano attraverso il linguaggio e l’elemento ornamentale.  

La mostra “Arabesque”, ospitata alla Storefront for Art & Architecture, tratta il tema dell’arabesco e dell’origine di questa parola. Termini come grottesco, moresco e arabesco, infatti, entrarono in uso nelle lingue europee a partire dal XVI secolo; eppure non esiste un’espressione equivalente in arabo. Un paradosso linguistico che si fa testimone dell’appropriazione culturale tra oriente e occidente.

Il concetto della migrazione di idee è approfondito da Rayyane Tabet attraverso due storie che si incrociano: quella di Julia Morgan (1872–1957), rappresentante americana del movimento American Arts and Crafts – che intreccia differenti stili architettonici – e il professore parigino Jules Bourgoin (1838–1908), il quale viaggiò in Medio Oriente e Nord Africa conducendo una ricerca su dettagli architettonici e ornamenti confluita in varie pubblicazioni.

Titolo:
Arabesque
Artista:
Rayyane Tabet
Luogo:
Storefront for Art & Architecture, 97 Kenmare Street, New York
Date di apertura:
23 gennaio-18 aprile 2020

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