PAC do Brasil. Coltelli nella carne

Trenta artisti brasiliani di diverse generazioni in mostra al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Un’intervista al curatore Jacopo Crivelli Visconti.

Il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano apre le porte a trenta artisti brasiliani di diverse generazioni, attivi dagli anni Settanta ai giorni nostri. Lungo il percorso sono allestiti dalle immancabili sculture di Tunga (1952-2016) e Carlos Zilio (1944), agli insetti stecco di Daniel Steegmann Mangranè (1977), al vociferare oscuro di Regina Parra (1981), all’inventario ortogonale di Paloma Bosquê (1982), ai tempi d’oro di Tamar Guimarães (1967) mentre, fra le diverse performance concepite, dal 5 al 19 luglio l'artista Maurício Ianês vivrà nel PAC 24 ore su 24, giorno e notte. Nudo e senza cibo. Si vestirà e si nutrirà attraverso quel che il pubblico gli porterà, mentre lo staff del museo non potrà intervenire in alcun modo. Attraverso installazioni, fotografie, video e performance molti degli artisti invitati al PAC, grazie a lavori realizzati in Brasile negli ultimi quarant’anni, aprono le nostre menti sui loro immaginari, a sfavore di convenzioni e luoghi comuni senza pretendere di costituire un ritratto del paese o della sua scena artistica, ma piuttosto riflettendo sulla loro conflittualità: gli scontri, le violenze e i soprusi politici, sociali, razziali, ecologici e culturali. Qui approfondisce Jacopo Crivelli Visconti.

Fig.1 “Brasile. Coltelli nella carne”, vista della mostra, PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Milan, 04 luglio 2018 - 09 settembre 2018. Foto Nico Covre (Vulcano)
Fig.2 “Brasile. Coltelli nella carne”, vista della mostra, PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Milan, 04 luglio 2018 - 09 settembre 2018. Foto Nico Covre (Vulcano)
Fig.3 “Brasile. Coltelli nella carne”, vista della mostra, PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Milan, 04 luglio 2018 - 09 settembre 2018. Foto Nico Covre (Vulcano)
Fig.4 “Brasile. Coltelli nella carne”, vista della mostra, PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Milan, 04 luglio 2018 - 09 settembre 2018. Foto Nico Covre (Vulcano)
Fig.5 “Brasile. Coltelli nella carne”, vista della mostra, PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Milan, 04 luglio 2018 - 09 settembre 2018. Foto Nico Covre (Vulcano)

“Esigere dal pubblico lo sforzo di identificare, in ogni opera, qualcosa di diverso da quanto riconosciuto a un primo sguardo”, sostiene il curatore di “Brasile. Il coltello nella carne”, Jacopo Crivelli Visconti. “È stata una precisa e cosciente strategia della curatela, che risponde in primo luogo alla convinzione che il visitatore sia in grado di cogliere le relazioni più sofisticate e non solo quelle immediate e superficiali. In altre parole, si tratta di una strategia programmaticamente contraria al posizionamento paternalista e accondiscendente, tipico dei governi autoritari ancora così comuni nei paesi in via di sviluppo: invitare a tracciare parallelismi e scoprire analogie poco ovvie equivale a dire che sì, il pubblico è capace di comprendere quello che non è scritto, sentirà sulla pelle, nella carne, come un coltello, quello che le opere dicono.”

Esigere dal pubblico lo sforzo di identificare, in ogni opera, qualcosa di diverso da quanto riconosciuto a un primo sguardo

In termini temporali quale sarà la prima, la più storica opera presente in mostra? E quale l’ultima? Potresti spiegare entrambe le scelte? Le ‘prime’ opere, dal punto di vista cronologico, sono quelle di Iole de Freitas e di Carlos Zilio, che sono dell’inizio degli anni Settanta. Le più nuove sono quelle prodotte per la mostra, come la grande installazione di André Komatsu, la scultura di Paloma Bosqué, l’installazione di Runo Lagomarsino e le performance di Berna Reale e di Ana Mazzei e Regina Parra. Questo contrappunto tra opere storiche e altre più recenti o inedite è fondamentale, perché una delle idee centrali della mostra è proprio mostrare come gli artisti brasiliani si trovino da decenni a dover affrontare situazioni sociali e politiche drammatiche, e come le opere rispondono a questo contesto. A livello performativo, quale sarà l'andatura de Il coltello nella carne? Come verrà rappresentato il corpo simbolico di questa mostra, potresti fare alcuni esempi? Non c’è un tema specifico: come per il resto della mostra, le tre performances sono state pensate per offrire un panorama diversificato. Ana Mazzei e Regina Parra presentano una performance corale, che occuperà il PAC con nove performer donne la sera dell’inaugurazione; Berna Reale farà un’azione solitaria e volutamente non considerata “performance” per le strade di Milano; Maurício Ianês ripeterà un’azione che realizzò esattamente dieci anni fa alla 28° Biennale di San Paolo: per quindici giorni vivrà all’interno del PAC contando solo sulla generosità del pubblico, che gli potrà portare vestiti, cibo o altro.

le tre performances sono state pensate per offrire un panorama diversificato

Alcuni lavori verranno prodotti specificatamente per il PAC, quale tipo di segno lasceranno in mostra, potresti citare alcuni esempi? Ho citato prima i lavori nuovi. Anche se ci sono alcuni lavori prodotti prima del 2000, l’accento della mostra è soprattutto sulla generazione oggi tra i trenta e quarant’anni. Oltre ai lavori nuovi, sono contento di essere riuscito a riunire alcuni delle opere a mio parere più importanti prodotte da questa generazione negli ultimi 10-15 anni. Per esempio, la serie di fotografie Empossamento, di Mauro Restiffe, il video Canoas, di Tamar Guimarães, o i manifesti di Educação para adultos, di Jonathas de Andrade, tutti lavori che sono stati inclusi in edizioni della Biennale di San Paolo, e che, ognuno a modo suo, parlano del Brasile degli ultimi anni, ma visto in una prospettiva storica.

Fig.1 Poster della mostra, Courtesy: PAC Padiglione d'Arte Contemporanea
Fig.2 Ivan Grilo, A arte dos pobres assusta os generais, bronzo, 30 x 45 x 1 cm, 2015. Courtesy: the artist and Casa Triangulo, Sao Paulo. Foto: Edouard Fraipont
Fig.3 Runo Lagomarsino, Stolen Light / Abstracto en Dorado, foglia d'oro applicata al muro, armadietto con lampadine e tubi al neon rubati dal Museo Etnologico di Berlino, Wall: 360 x 460 cm, armadietto: 105 x 60 x 110 cm, 2013. Courtesy: Colección Ignacio Liprandi, Buenos Aires. Foto: Gustavo Lowry
Fig.4 Runo Lagomarsino, Stolen Light / Abstracto en Dorado, foglia d'oro applicata al muro, armadietto con lampadine e tubi al neon rubati dal Museo Etnologico di Berlino, Wall: 360 x 460 cm, armadietto: 105 x 60 x 110 cm, 2013. Courtesy: Colección Ignacio Liprandi, Buenos Aires. Foto: Gustavo Lowry
Fig.5 Poster della mostra, Courtesy: PAC Padiglione d'Arte Contemporanea
Fig.6 Paloma Bosquê, Inventory (The Blind Leading the Blind), 11 pannelli cuciti con tripode di bue e 11 cera d'api con pali di colofonia su struttura in acciaio, ca. 215 x 240 x 450 cm, 2017/2018. Courtesy: l'artista e Mendes Wood DM, Sao Paulo, New York, Bruxelles. Foto: Everton Ballardin
Fig.7 Carmela Gross, A Negra (The Black Woman), tulle di nylon e struttura in ferro su ruote, 330 x 200 x 200 cm, 1997. Courtesy: MAC, Museu de Arte Contemporânea da Universidade de São Paulo. Foto: Carmela Gross
Fig.8 Maria Thereza Alves, This is not an apricot (Caryocar Villusum), dettaglio, acquerello su carta, 20 opere 26x36 cad. (senza cornice), 2008. Courtesy Samuel-Weis Collection
Fig.9 Celso Renato, Untitled, acrilico su legno, 80 x 80 x 7 cm, 1983. Courtesy: Orandi Momesso Collection. Foto: Luciano Momesso
Fig.10 Celso Renato, Untitled, acrilico su legno, 80 x 80 x 7 cm, 1983. Courtesy: Orandi Momesso Collection. Foto: Luciano Momesso
Fig.11 Daniel De Paula, Testemunho, campioni di roccia di dimensioni variabili provenienti da indagini geotecniche, 2015. Vista dell'installazione a Galeria Leme, San Paolo. Courtesy: l'artista e Galeria Jaqueline Martins, Sao Paulo. Foto: Felipe Berndt
Fig.12 Daniel De Paula, Testemunho, campioni di roccia di dimensioni variabili provenienti da indagini geotecniche, 2015. Vista dell'installazione a Galeria Leme, San Paolo. Courtesy: l'artista e Galeria Jaqueline Martins, Sao Paulo. Foto: Felipe Berndt
Fig.13 Tunga, Senza titolo, feltro e ventaglio, 120x117x13 cm e 30x48x28 cm, 1977-80. Per gentile concessione: Galeria Raquel Arnaud, San Paolo
Fig.14 Mauro Restiffe, Empossamento
Fig.15 Mauro Restiffe, Empossamento
Fig.16 Tunga, Escalpo (les bijous de Madame de Sade), filo di rame e ferro, 250x83x27 cm, 1984. Collezione: Instituto Figueiredo Ferraz, Ribeirão Preto Per gentile concessione: Dulce e João Carlos Figueiredo Ferraz. Foto: Mauricio Froldi
Fig.17 Clara Ianni, Still life or Study for vanishing point, colpi di pistola su 9 piatti di acciaio, 45 x 65 cm ciascuno, 2011-18. Courtesy: l'artista e Galeria Vermelho, San Paulo
Fig.18 Ana Mazzei, Regina Parra, Ofélia, olio su compensato, legno dipinto e ferro, 160 x 450 x 200 cm, 2018. Courtesy: gli artisti e la Galeria Jaqueline Martins, San Paulo
Fig.19 Ana Mazzei, Regina Parra, Ofélia, olio su compensato, legno dipinto e ferro, 160 x 450 x 200 cm, 2018. Courtesy: gli artisti e la Galeria Jaqueline Martins, San Paulo

Quale ritratto verrà delineato del Brasile, nei confronti, anche della difficile situazione socio-politica attuale? La mostra non ha l’ambizione di fare un ritratto accurato del Brasile, perché è un paese immenso e estremamente complesso, tanto dal punto di vista socio-politico quanto da quello culturale. Ma vari lavori, come dicevo prima, trattano di episodi o momenti storici recenti: questo perché la situazione politica è molto difficile, come fai notare giustamente, ma un’analisi del Brasile trascende il momento storico attuale, e per questo alcuni artisti studiano attentamente il passato, come Ìcaro Lira o Ivan Grilo, o immaginano il futuro, come Luiz Roque. Potresti esprimere un augurio o un pensiero che accompagni il percorso? La mia speranza è che le opere in mostra aiutino a comprendere la complessità dell’arte brasiliana di cui parlavo prima, e per estensione a riflettere sulla complessità del Brasile stesso.

  • Brasile. Coltelli nella carne
  • 04 luglio 2018 - 09 settembre 2018
  • Jacopo Crivelli Visconti, Diego Sileo
  • PAC Padiglione d'Arte Contemporanea
  • 14, via Palestro, Milano