Per la chiusura del 61. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, organizzato dalla Biennale di Venezia, Tempo Reale e Alexander Chernyshkov hanno presentato Il rosso risvegliato, che recupera tecnologie obsolete per produrre musica elettronica. Aspirapolveri, relé di ascensori, floppy disk, stampanti ad aghi e vecchi scanner: quello che era avanguardia tecnologica soltanto qualche decennio fa adesso è diventato passato, sono le reliquie di un’altra epoca che ci racconta “come eravamo”. Tra nostalgici e nuovi proseliti, ecco che con questi pezzi retrò di un mondo hi tech si organizzano mostre, si compilano cataloghi, divampa una mania collettiva complice anche il pensiero ecologico. 

Francesco Giomi, anima di Tempo Reale, sviluppa il tema da un po’ di anni: alla velocità del consumo tecnologico e alla obsolescenza dei mezzi informatici oppone cioè il recupero di quei dispositivi lasciati ai margini di questa accelerazione per sperimentare un proprio teatro sonoro dove anche gli strumenti tradizionali, come flauti e trombe, sono “truccati”. In questa occasione Giomi è affiancato da Alexander Chernyshkov. La nuova opera del compositore russo, Il rosso risvegliato, si svolge nell’ambiente tecnologico “vintage” di Tempo Reale, “alle prese con una partitura che unisce strumenti-dispositivi della quotidianità con l’apporto di due poli-strumentisti fuori da schemi convenzionali. Il tutto in un quadro di utilizzo dello spazio che cerca ancora una volta di superare il concetto di concerto tradizionale a favore di una fruizione immersiva e di prossimità, sempre più imprescindibile nelle più emergenti esperienze musicali elettroniche”.