Da Zaha Hadid a oggi, 25 anni di Serpentine Pavilion

Insieme a Marina Tabassum, architetta del Serpentine Pavilion 2025, abbiamo esplorato il significato e la storia di questa iconica architettura temporanea che, dal 2000 con Zaha Hadid, ogni anno richiama gli sguardi di tutto il mondo su Hyde Park a Londra.

Serpentine Pavilion 2000, progettato da Zaha Hadid

 © 2000 Hélène Binet

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Vista esterna

© Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Vista esterna

© Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Vista esterna

© Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2001, progettato da Daniel Libeskind con Arup

 © 2001 Hélène Binet

Serpentine Pavilion 2002, progettato da Toyo Ito con Arup

Fotografia © 2002 Sylvain Deleu

Serpentine Pavilion 2003, progettato da Oscar Niemeyer

Fotografia © 2003 Sylvain Deleu

Serpentine Pavilion 2004, progettato da MVRDV - Arup (non realizzato)

© MVRDV

Serpentine Pavilion 2005, progettato da Álvaro Siza e Eduardo Souto de Moura con Cecil Balmond - Arup

Fotografia © Sylvain Deleu

Serpentine Pavilion 2006, progettato da Rem Koolhaas con Cecil Balmond - Arup

Fotografia © 2006 John Offenbach

Serpentine Pavilion 2007, progettato da Olafur Eliasson & Kjetil Thorsen

 Fotografia © Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2008, progettato da Frank Gehry

© 2008 Frank Gehry, fotografia © 2008 John Offenbach

Serpentine Pavilion 2009, progettato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa di SANAA.

Courtesy Serpentine

Serpentine Pavilion 2010, progettato da Jean Nouvel

© Ateliers Jean Nouvel Fotografia © 2010 John Offenbach

Serpentine Pavilion 2011, progettato da Peter Zumthor

© Peter Zumthor, fotografia © 2011 John Offenbach

Serpentine Pavilion 2012, progettato da Herzog & de Meuron e Ai Weiwei

© Herzog & de Meuron e Ai Weiwei, fotografia © 2012 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2013, progettato da Sou Fujimoto

© Sou Fujimoto Architects, fotografia © 2013 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2014, progettato da Smiljan Radić

Fotografia © 2014 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2015, progettato da Selgascano

Foto © Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2016, progettato da BIG Bjarke Ingels Group

Foto © Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2017, progettato da Kéré Architecture

© Kéré Architecture, Photograph © 2017 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2018, progettato da Frida Escobedo

© Frida Escobedo, Taller de Arquitectura Photography © 2018 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2019, progettato da Junya Ishigami

© Junya Ishigami + Associates, Fotografia © 2019 Norbert Tukaj

Serpentine Pavilion 2021, progettato da Sumayya Vally, Counterspace

© Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2022 progettato da Theaster Gates

© Theaster Gates Studio. Foto: Iwan Baan. Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2023 progettato da Lina Ghotmeh

 © Lina Ghotmeh — Architecture. Foto Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2024, Archipelagic Void, progettato da Minsuk Cho, Mass Studies

© Mass Studies. Foto: Iwan Baan. Courtesy: Serpentine


“Sono sempre affascinata dalla nozione di tempo e da come si relaziona all’architettura”, ci racconta Marina Tabassum, l’architetta bangladese autrice col suo studio di un Serpentine Pavilion speciale: il suo, infatti, è il venticinquesimo episodio di una vicenda che ha ormai stregato il mondo dell’architettura globale, funzionando quasi come un prestigioso premio annuale e al tempo stesso come un manuale in tempo reale sulla storia dell’architettura nel terzo millennio. Il Serpentine Pavilion è un progetto di architettura temporanea commissionato ogni anno dalla Serpentine Gallery (oggi Serpentine South) a Londra. Dal 2000, ogni estate viene costruito un padiglione temporaneo nei Kensington Gardens, nei pressi della Serpentine, progettato da un architetto di fama internazionale che non ha mai costruito prima nel Regno Unito.

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA) Momenti ricordi, persone che passano, interagiscono, dialogano, momenti che si ricorderanno, e poi all’improvviso, tutto questo, basta: sparirà, impacchettato, spedito da qualche parte” (Marina Tabassum)

© Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA) “In Bangladesh, abbiamo anche noi questa temporalità commista alla terra, perché il territorio è quello di un delta fluviale, in continuo movimento: le persone spostano costantemente le loro case da un luogo all’altro”. (Marina Tabassum)

© Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA) “C'è un senso di responsabilità nell'approccio a un edificio quando lo si costruisce per un periodo di tempo più lungo. Questo è un padiglione, è molto più incentrato sull'allegria di una celebrazione”. (Marina Tabassum).

© Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine


La “Capsule in Time” disegnata da Tabassum per il 2025, coi suoi archi in legno e i tamponamenti traslucidi in policarbonato, non è mai davvero chiusa: il suo spazio è attraversato dalle visuali del parco, è in asse con la Gallery, e questo asse ha al centro anche un albero. È parte del fluire del parco, e della storia che lo percorre. Sorprende, quasi in un senso di cerchio che si chiude, fermarsi un attimo e ripensare che il primo Serpentine Pavilion, nel 2000, non solo era anche lui progetto di un’architetta, Zaha Hadid, ma soprattutto aveva uno spirito estremamente simile a quello di Tabassum: era nato per la cena di fundraising del trentennale della Gallery, ed era pensato sull’idea del marquee, del tendone da eventi. Certo, le forme erano molto differenti, ma erano gli anni di inizio millennio, delle archistar e di un entusiasmo, legato proprio alle forme, oggi difficilmente ripetibile.

In Bangladesh, abbiamo anche noi questa temporalità commista alla terra, perché il territorio è quello di un delta fluviale, in continuo movimento: le persone spostano costantemente le loro case da un luogo all’altro.

Marina Tabassum

In 25 anni il Serpentine è stato il collettore di visioni dell’architettura che vediamo confrontarsi – alle volte scontrarsi – nel presente di tutto il mondo. Con alcune eccezioni come Oscar Niemeyer che, a 97 anni suonati, nel 2003 portava a Hyde Park una piccola perla di moderno tropicale capace di mostrare tutta la sua atemporalità. Ci sono stati i padiglioni-gesto, prima di tutto, attrattori e convogliatori di attenzione (“it has become unmissable”,  diceva già il Financial Times nel 2005, l’anno di Álvaro Siza) e di esperienze, i “muri aperti” da esplorare come quelli di BIG (2016) e Frida Escobedo (2018), l’enigmatico cilindro meditativo di Theaster Gates (2023), o in particolare lo specchio d’acqua astratto con cui Herzog & De Meuron assieme ad Ai Weiwei nel 2012 avevano portato  il pubblico sotto il livello del prato, facendo un primo lavoro di “archeologia dell’oggi” con le tracce dei padiglioni che li avevano preceduti.

Marina Tabassum. Foto © Asif Salman

Ci sono stati invece progetti che dialogavano con l’ambiente, tanto come paesaggio del parco quanto come macro-oggetto onnipresente e in rapida evoluzione: l’eterea copertura-foglia di Sanaa (2009), ad esempio, che si mimetizzava tra vegetazione e cielo; o anche un dispositivo più tra il tecnico e il concettuale, ma totalmente environment-based – wheather-based volendo, ancora più britannico – come il padiglione 2006 di Rem Koolhaas, con il pallone aerostatico luminoso che saliva o scendeva a seconda del meteo e delle necessità, per scoprire o coprire lo spazio d’incontro al di sotto. Quella che invece è passata in primo piano nell’ultimo decennio è la vocazione del Pavilion come luogo, prima che come gesto o come macchina meravigliosa: una dimensione collettiva basata sul far succedere, lasciar succedere meglio ancora, le cose dentro e attraverso uno spazio che più che modificato, viene reso “più visibile”, più carico di possibilità: la griglia-nuvola di Sou Fujimoto del 2013 è forse la miglior rappresentazione di questo approccio, una matrice non determinata e potenzialmente non finita, interpretabile e utilizzabile a piacimento, generata più dagli incontri che non dalle forme – come la New Babylon di Constant – in un confondersi di confini tra artificio e natura.

Zaha Hadid su Domus 650, aprile 1984

Ma ci sono anche i progetti più recenti a celebrare questo primato delle pratiche, dell’incontro, quello di Lina Ghotmeh per il 2024 come quello di Tabassum per il venticinquennale. “L’architettura ha sempre cercato la permanenza e l’atemporalità, come poter continuare oltre la propria esistenza” ci ha raccontato Tabassum, ma nel suo padiglione è proprio l’idea di “senza tempo” a cambiare definizione. Non ha più niente di statico, si cotruisce tutta sulla capacità delle architetture di caricarsi di contenuti, di pratiche, di uso, e di portarsi dietro quel patrimonio quasi intangibile anche se le si sposta altrove. “I Serpentine di norma vengono poi acquisiti, inviati da qualche parte, trovano un nuovo modo di essere usati. E qui (per il Padiglione 2025, NdR), spero che qualcuno lo compri e lo trasformi in una biblioteca” Ecco perchè sono stati scelti legno e policarbonato, perchè lo si possa riusare più volte e più a lungo “Perché sia pronto per la spedizione”, totalmente, integralmente. “Assolutamente. Tutto quanto, tranne il pavimento”. La “Capsule in Time” di Tabassum inaugura 6 giugno nei Kensington Gardens, Londra. 

Immagine di apertura: Serpentine Pavilion 2000, progettato da Zaha Hadid.  © 2000 Hélène Binet

Serpentine Pavilion 2000, progettato da Zaha Hadid  © 2000 Hélène Binet

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Vista esterna © Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Vista esterna © Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, progettato da Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Vista esterna © Marina Tabassum Architects (MTA), Photo Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2001, progettato da Daniel Libeskind con Arup  © 2001 Hélène Binet

Serpentine Pavilion 2002, progettato da Toyo Ito con Arup Fotografia © 2002 Sylvain Deleu

Serpentine Pavilion 2003, progettato da Oscar Niemeyer Fotografia © 2003 Sylvain Deleu

Serpentine Pavilion 2004, progettato da MVRDV - Arup (non realizzato) © MVRDV

Serpentine Pavilion 2005, progettato da Álvaro Siza e Eduardo Souto de Moura con Cecil Balmond - Arup Fotografia © Sylvain Deleu

Serpentine Pavilion 2006, progettato da Rem Koolhaas con Cecil Balmond - Arup Fotografia © 2006 John Offenbach

Serpentine Pavilion 2007, progettato da Olafur Eliasson & Kjetil Thorsen  Fotografia © Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2008, progettato da Frank Gehry © 2008 Frank Gehry, fotografia © 2008 John Offenbach

Serpentine Pavilion 2009, progettato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa di SANAA. Courtesy Serpentine

Serpentine Pavilion 2010, progettato da Jean Nouvel © Ateliers Jean Nouvel Fotografia © 2010 John Offenbach

Serpentine Pavilion 2011, progettato da Peter Zumthor © Peter Zumthor, fotografia © 2011 John Offenbach

Serpentine Pavilion 2012, progettato da Herzog & de Meuron e Ai Weiwei © Herzog & de Meuron e Ai Weiwei, fotografia © 2012 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2013, progettato da Sou Fujimoto © Sou Fujimoto Architects, fotografia © 2013 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2014, progettato da Smiljan Radić Fotografia © 2014 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2015, progettato da Selgascano Foto © Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2016, progettato da BIG Bjarke Ingels Group Foto © Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2017, progettato da Kéré Architecture © Kéré Architecture, Photograph © 2017 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2018, progettato da Frida Escobedo © Frida Escobedo, Taller de Arquitectura Photography © 2018 Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2019, progettato da Junya Ishigami © Junya Ishigami + Associates, Fotografia © 2019 Norbert Tukaj

Serpentine Pavilion 2021, progettato da Sumayya Vally, Counterspace © Iwan Baan

Serpentine Pavilion 2022 progettato da Theaster Gates © Theaster Gates Studio. Foto: Iwan Baan. Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2023 progettato da Lina Ghotmeh  © Lina Ghotmeh — Architecture. Foto Iwan Baan, Courtesy: Serpentine

Serpentine Pavilion 2024, Archipelagic Void, progettato da Minsuk Cho, Mass Studies © Mass Studies. Foto: Iwan Baan. Courtesy: Serpentine