“Immaginate di nuotare a dorso mentre guardate le volte e le vetrate istoriate”: è la suggestione di Winy Maas, guest editor di Domus 2019 e fondatore di Mvrdv, lo studio che insieme a Zecc Architecten riqualificherà la Chiesa di San Francesco d’Assisi a Heerlen, una cittadina al confine con la Germania conosciuta per la sua scena culturale e artistica. Un edificio religioso costruito nel 1923 e ormai privo di funzioni religiose sarà convertito in una piscina pubblica.

Il vero gesto progettuale dell’intervento, che qualcuno potrebbe superficialmente trovare azzardato e irriverente, si esprime nella flessibilità conferita allo spazio interno, che potrà assumere diverse configurazioni in base alla necessità di utilizzo. Il pavimento attuale della grande navata della chiesa sarà rimosso, lasciando il posto a una struttura orizzontale regolabile in tre diverse configurazioni: abbassandosi al massimo della profondità rispetto al livello 0, può contenere una vasca d’acqua e diventare una piscina, ma può tornare facilmente a filo pavimento per ospitare eventi pubblici, o scendere di qualche centimetro per essere ricoperto da un sottile strato d’acqua e trasformarsi in una superficie specchiata che riflette l’architettura esistente.

Parallelamente a un approccio dissacrante, con il bagnino che prenderà il posto del parroco nel pulpito della ex-chiesa e le navate laterali adibite a bar e spogliatoi, è evidente la volontà di recupero e riutilizzo degli elementi sacri originari, come i banchi per i fedeli reintegrati nelle nuove pareti di vetro che delimitano la piscina e diventano sedute per i nuotatori.
Ma perché proprio una piscina? “La percentuale di chiese inutilizzate è in aumento, quindi dobbiamo trovare idee nuove e creative per il loro riutilizzo. Perché non restituire a queste chiese una funzione sociale, come avevano un tempo? Una piscina pubblica è perfetta per questo” afferma Winy Maas, che di recente ha parlato a Domus di un altro progetto dello studio in Olanda, Portlantis.

Alcuni artisti locali si occuperanno del disegno di un mosaico che riprende i colori e l’estetica della chiesa, previsto per ricoprire il fondo regolabile e il bordo piscina, mentre l’illuminazione si ispira alle lampade originali della chiesa, che i progettisti hanno potuto ricostruire attraverso le fotografie storiche del luogo, e segnano anche le corsie dei nuotatori.
Dal punto di vista tecnico, il progetto affronta anche una sfida significativa: climatizzare l’ambiente senza compromettere gli elementi storici. Perciò, il tetto è isolato esternamente per mantenere l’estetica interna, mentre gli impianti tecnici sono nascosti nel seminterrato. Le nuove pareti in vetro che delimitano la piscina creano dei veri e propri compartimenti termici, proteggendo le vetrate e le opere d’arte originali dall’umidità.