“Una metafora della dimensione urbana di Parigi.” Tadao Ando racconta la nuova Bourse de Commerce

Il restauro e la trasformazione dell’edificio che è ora aperto come sede della Collezione Pinault, nelle parole del suo progettista.

Nata nel XVIII secolo come Halle aux Blés, la borsa del grano e poi dei beni concepita in origine da Nicolas Le Camus de Mézières, sopravvissuta poi al centro del “ventre di Parigi” — l’area delle Halles in continuo cambiamento — la Bourse de Commerce ha infine riaperto come sede per collezione d’arte di François Pinault. Il progetto firmato Tadao Ando Architect and Associates inserisce sotto la grande cupola in ferro e vetro una  struttura circolare in calcestruzzo larga 29 metri che si estende poi sotto il livello strada, a creare un auditorium da 284 posti.
Risultato di un processo durato cinque anni, il progetto fonda la sua assoluta semplicità su una grande profondità di elaborazione, e soprattutto sulla relazione stretta che intercorre tra Tadao Ando e la città di Parigi, il luogo che — nelle sue parole — gli ha insegnato come sia importante assumere una prospettiva radicale nel pensare ogni cosa fin dall’inizio.

tadao ando, bourse de commerce, paris - domus
Veduta aerea della Bourse de Commerce. Foto Guignard. In apertura: il nuovo volume in calcestruzzo, la cupola e la volta affrescata. Foto: Patrick Tourneboeuf

Come Ando ha avuto modo di dichiarare: "Il tema concettuale primario, nella Bourse de Commerce, ruota attorno allo scolpire nello spazio il peso del tempo, e la memoria della metropoli. Il nucleo di questo intervento si è formato tra due cerchi concentrici, tra l’antico e il nuovo. Entità  indipendenti e intangibili del futuro occupano questo spazio assieme ad altre che esistono da tempo immemore, simultaneamente. Non sono fuse o miscelate assieme, anzi si fronteggiano in un equilibrio temporale infinito. Questo spazio è una metafora della dimensione urbana di Parigi, dove la storia dei secoli passati è riccamente striata e stratificata. Le dimensioni dell’intervento in pianta sono state proporzionate al contesto esistente dell’edificio, mentre venivano plasmate da un fitto scambio col team locale di progetto”, costituito dallo studio francese NeM, dall’esperto di patrimonio storico Pierre-Antoine Gatier e da Setec bâtiment.

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Il 'passage' tra struttura nuova ed esistente. Foto: Patrick Tourneboeuf

La luce ha un ruolo centrale nell’informare forme ed espressioni vitali dell’edificio, Ando ha spiegato: “Non penso che la luce si possa plasmare, al massimo la si può guidare. Alla Bourse de Commerce abbiamo sostituito la cupola, rinnovando i pannelli di vetro. La luce dà vita allo spazio. Le proiezioni eteree della luce solare, come a Roma nel Pantheon, rifletteranno il cambiamento del tempo e delle stagioni, rivelando le geometrie e le espressioni della parete in calcestruzzo. Sotto quella luce il passato e il presente, l’arte, la natura, l’architettura e la città andranno a collidere, a mescolarsi, a dare nutrimento alla creatività. Ho immaginato una quantità di luce tale da farmi venire voglia di prenderla tra le mie mani.”

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