“Cars: Accelerating the Modern World” è la mostra che racconta i 130 anni di storia dell'auto e l'impatto sul nostro mondo, nel bene e nel male. Ci sono 15 modelli in mostra, che vanno dalla prima auto di serie - la Benz Patent Motorwagen 3 del 1888 - alla Jaguar elettrica Jaguar E-Type che il principe Harry e Meghan Markle hanno guidato il giorno del matrimonio, e un'immacolata lowrider color arcobaleno neon. Sono presentati insieme a circa 250 articoli oggi per collezionisti, tra cui le copertine di riviste futuristiche, le prime mode automobilistiche e lettere che rivelano le questioni sociali, politiche e geografiche sollevate durante la (breve) storia dell'automobilismo.
Automobile, l'invenzione che più ha cambiato il mondo
Utopia e pessimismo si alternano nella mostra dedicata all'auto, al potere del suo design e alle sue tante eredità dal Victoria & Albert Musem.
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- Jessica Mairs
- 26 febbraio 2020
Tre sezioni della mostra mostrano come l'auto abbia influenzato il nostro rapporto con la velocità, sospingendo produzione di massa e consumismo, e abbia trasformato il nostro ambiente. Going Fast cattura il senso di ottimismo dell'avvento dell'auto - le copertine delle riviste raffigurano città trasformate dallo sviluppo di auto volanti e auto individuali a forma di bolla, e una Ford Mustang Fastback rossa lucida emana il fascino della velocità. Ma il passaggio alla sezione successiva ha un tocco più sinistro.
Un contatore digitale che registra in modo agghiacciante il numero di morti sulle strade. Quest'anno ha superato le 188.434 la scorsa settimana e si avvia su una media mondiale di 1,35 milioni di morti. Sotto il bilancio dei morti c'è Graham, un modellino tarchiato progettato dall'artista Patricia Piccinini e dal chirurgo traumatologo Christian Kenfield come l'unica figura umana in grado di sopravvivere sicuramente a un incidente d'auto. Sviluppato per una campagna sulla sicurezza stradale per la Transport Accident Commission australiana nel 2016, Graham presenta tratti geneticamente improbabili, con rotoli di grasso che fanno da ammortizzante, una testa che si sostiene senza collo e tratti del viso affondati nel cranio per proteggere dall'impatto - un sorprendente richiamo alla fragilità umana di fronte al nostro fascino per la velocità.

Lo sviluppo della linea di assemblaggio mobile di Henry Ford - ispirato alle catene di lavoro utilizzate nelle fabbriche di confezionamento della carne - domina Making More, un capitolo sull'impatto della produzione rapida non solo sulla disponibilità di automobili, ma anche sulle difficili condizioni di lavoro e sui progressi nel campo della robotica che la produzione di massa ha portato lungo il suo percorso.
Oggi ci sono più di un miliardo di auto nel mondo, con oltre 12 milioni di auto prodotte solo quest'anno. Shaping Space guarda alle infrastrutture tentacolari messe in atto per sostenerle – le strade costruite, le risorse decimate e le economie alterate – e ai progressi della progettazione di veicoli elettrici e automatizzati nella lotta contro il cambiamento climatico.
La prima sfida per l'industria automobilistica europea arrivò con il rallentamento dell'offerta di petrolio e con l'impennata dei prezzi del carburante dopo la crisi di Suez del 1956. Entrarono in gioco l'auto a bolla e lo scooter con cabina Messerschmitt KR200 (1959), un minuscolo veicolo progettato dal costruttore di aerei tedesco. Con un solo passeggero e un autista sotto il tetto a bolla che dà alla vettura il suo soprannome, i costruttori sostenevano che il veicolo poteva raggiungere un'autonomia di oltre 80 miglia al gallone - un livello di efficienza del carburante ancora oggi inimmaginabile in alcuni modelli.
La Paykan, una variante del modello Hillman Hunter del Gruppo Rootes, è stata la prima auto prodotta dall'Iran a metà degli anni '60. Sarebbe poi diventata la più diffusa. I curatori della mostra la descrivono come "l'auto che era locale e globale", prendendo il guscio di un'auto britannica ma adattandola con successo in modo tale da farla diventare amata dal popolo iraniano.
L'auto era così popolare che una canzone commissionata per una pubblicità che doveva commemorarne l'anniversario è diventata una canzone di compleanno diffusa su tutto il territorio nazionale, ed è apparsa persino sulle banconote. Ma nel 2005, poiché la Paykan è stata riconosciuta come un pesante inquinatore – brucia circa un gallone di benzina ogni 12 miglia -, il ne è stata forzatamente cessata la produzione.
La mostra si conclude adeguatamente sulla nota ottimistica con cui inizia, presentando un concetto di auto volante per catturare l'immaginazione del XXI secolo.
Con il suo motore elettrico e comandi autonomi, la Pop.Up Next di Italdesign, Airbus e Audi, fa un passo verso un futuro più sicuro e meno inquinato. Il concept, presentato al Salone dell'Automobile di Ginevra nel 2018, si compone di due parti: un'auto e un drone con sedili intercambiabili. Progettato per essere utilizzato come servizio prenotabile su smartphone, si allontana anche dall'enfasi sulla proprietà delle auto del XX secolo, intanto che le città cercano di escludere le auto come le conosciamo dai loro centri.
“La missione del V&A è quella di mostrare come il potere del design cambi il mondo, e nessun altro oggetto di design ha avuto un impatto sul mondo più forte dell'automobile”, dice il curatore Brendan Cormier. “Questa mostra riguarda il potere del design di cambiare le cose e le conseguenze indesiderate che hanno contribuito alla nostra attuale situazione ambientale”.
- Cars: Accelerating the Modern World
- Victoria & Albert Museum
- Fino al 19 aprile 2020
- Exhibition Road, Londra, Regno Unito
- Brendan Cormier, Lizzie Bisley, ed Esme Hawes