Come un ex mulino industriale si sta trasformando nel super museo del Qatar

Lo studio cileno Elemental, guidato dal Pritzker Prize Alejandro Aravena, firma il prossimo museo d’arte di Doha, destinato a diventare uno dei più grandi del Medio Oriente.

Doha, in Qatar, è ormai sinonimo di architettura d’avanguardia applicata alle istituzioni culturali. Nel 2019, il Museo Nazionale del Qatar, progettato da Jean Nouvel, ha conquistato l’attenzione mondiale con il suo design ispirato alla rosa del deserto, emblema del paesaggio arido del Paese. Ora, con lo sguardo rivolto al 2030, la capitale si prepara a ospitare un nuovo simbolo: l’Art Mill Museum, dedicato all’arte moderna e contemporanea internazionale.

Promosso da Qatar Museums, l’ente governativo che coordina gran parte delle attività culturali del Golfo, il progetto porta la firma di Alejandro Aravena, architetto cileno insignito del Premio Pritzker e già direttore artistico della Biennale di Architettura di Venezia nel 2016, insieme al suo studio Elemental.

Render di un cortile nel Creative Village dell'Art Mill Museum © Qatar Museums

La proposta di Elemental è stata selezionata nel 2017 tra circa 500 candidature provenienti da ogni angolo del mondo, a testimonianza della portata globale dell’iniziativa. Il progetto prevede la riqualificazione di un complesso industriale, caratterizzato da imponenti silos in cemento che emergono dal terreno come monumenti, trasformandolo in un museo di respiro internazionale. Oltre agli spazi espositivi, il complesso comprenderà un villaggio creativo con laboratori, negozi, ristoranti, un cinema e un giardino pubblico.

Una metafora potente: un tempo produceva pane, ora creerà arte.

Aurélien Lemonier, curatore di architettura, design e giardini per l’Art Mill Museum

“I silos saranno preservati e valorizzati come segno distintivo dell’edificio, adattandoli alla funzione museale”, spiega Aurélien Lemonier, curatore di architettura, design e giardini per l’Art Mill Museum. Lemonier, già direttore del Musée National de l’Histoire de l’Immigration di Parigi, architetto e storico di architettura, ha co-curato la mostra “Art Mill Museum 2030”, tenutasi tra il 2022 e il 2023.

Render con vista aerea del museo nel Distretto Culturale © Qatar Museums

Costruito nel 1969, l’ex mulino conta 64 silos in cemento ed è rimasto operativo fino agli anni Ottanta, utilizzando grano importato via mare da tutto il mondo. “Una metafora potente: un tempo produceva pane, ora creerà arte”, osserva Lemonier, sottolineando che “l’arte nutre le persone”.

Secondo Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, presidente dei Qatar Museums, l’Art Mill Museum punta a diventare “uno dei principali musei d’arte moderna e contemporanea del mondo”, consolidando il ruolo di Doha come hub culturale globale.

Render del giardino sud del museo © Qatar Museums

“Farà parte di un triangolo museale”, spiega Qatar Museums, insieme al Museo d’Arte Islamica di I.M. Pei, inaugurato nel 2008, e al Museo Nazionale del Qatar di Nouvel. Il complesso comprenderà anche un villaggio creativo e un giardino progettato dallo studio svizzero VOGT Landscape Architects. I tre poli saranno collegati da una passeggiata pedonale, ideata dal paesaggista James Corner, che attraverserà il Distretto Culturale di Doha.

Situato lungo la corniche della città, l’Art Mill Museum sorgerà in una posizione strategica, affacciandosi sul porto storico restaurato e sul terminal internazionale dei traghetti. La struttura, maestosa, si estenderà su 80.000 metri quadrati di spazi interni, di cui 23.000 dedicati alle gallerie, mentre il resto ospiterà uffici, caffè, laboratori educativi e centri di conservazione. La collezione del museo includerà opere multidisciplinari raccolte negli ultimi 40 anni, con una varietà di generi che abbracceranno il periodo dal 1850 a oggi: dall’arte visiva all’architettura, dal cinema alla moda, fino al design e all’artigianato.

Render del museo, vista dall'entrata sud © Qatar Museums

Il concept del museo, elaborato da Catherine Grenier, storica dell’arte e direttrice del museo, insieme al suo team, è quello di creare “un’istituzione pionieristica nel mondo non occidentale” che “rappresenti su un piano paritario le arti moderne e contemporanee di ogni regione del mondo, offrendo narrazioni diversificate e coinvolgendo un pubblico sia locale che internazionale”.

Situato lungo la corniche della città, l’Art Mill Museum sorgerà in una posizione strategica, affacciandosi sul porto storico restaurato e sul terminal internazionale dei traghetti.

A conferma della sua vocazione innovativa, l’Art Mill Museum ha già presentato mostre ambiziose come Manzar: Arte e architettura dal Pakistan, dagli anni ‘40 a oggi, ospitata al Museo Nazionale del Qatar. L’esposizione esplora 80 anni di storia pakistana, dalla partizione a oggi, attraverso opere moderne e contemporanee, disegni architettonici e materiali d’archivio esclusivi, offrendo una curatela poliedrica firmata da Caroline Hancock, Zarmeen Shah e Lemonier.

Render del teatro all'aperto nel Cultural Village del museo © Qatar Museums

Un’altra anticipazione della direzione che prenderà il museo è Your Ghosts Art Mine, ospitata fino a novembre 2024 a Palazzo Franchetti durante la Biennale d’Arte di Venezia, frutto della collaborazione con il Mathaf e il Doha Film Institute.

“Sarà il primo museo multidisciplinare di arte moderna nella regione”, afferma Lemonier. “Non ci limiteremo all’arte del Medio Oriente, ma daremo spazio anche a opere del Nord Africa, dell’Africa subsahariana e a contributi internazionali. Inoltre, accoglieremo architettura e altre discipline legate a queste aree geografiche”.

Render del giardino sud del museo © Qatar Museums

Manzar, sottolinea Lemonier, è un esempio del tipo di mostre che saranno ospitate all’Art Mill Museum.

“Vogliamo offrire esposizioni che collezionisti e appassionati d’arte non possono trovare a New York o a Londra”, aggiunge. “Il nostro obiettivo è creare una collezione e un museo che parlino del Golfo, del Medio Oriente in senso ampio, dell’Asia meridionale e dell’Africa – regioni e culture già rappresentate nella popolazione del Qatar, ma la cui arte e creatività sono raramente esposte su scala globale altrove”.

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