Biennale Architettura Venezia 2023, la guida con tutte le risposte che cerchi

Dalle tematiche della mostra e del padiglione Italia a dove si trovano i padiglioni e come arrivarci, tutte le informazioni base per prepararti.

La Mostra Internazionale di Architettura si appresta ad accogliere il suo pubblico, nuovo o ritrovato: 20 Maggio è la data in cui si svolgerà la cerimonia di premiazione e inaugurazione; l’apertura si protrarrà poi fino al 26 Novembre 2023. Con sede ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera, la nuova edizione, a cura di Lesley Lokko, prende il titolo “The Laboratory of the Future”. In concomitanza del grande evento, di seguito una guida che accompagnerà la vostra visita della Biennale di Architettura di Venezia.

The Korean Pavilion. So (Society of Architecture An empty house 2023 Digital print on paper Photo: texture on texture. Courtesy of the artist

I temi della 18. Biennale di Architettura: neutralità carbonica e decolonizzazione

La Biennale di Venezia pone al centro il tema del cambiamento climatico, promuovendo un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento di tutte le sue attività. Una sensibilità già emersa, nel 2022, quando raggiunge la neutralità carbonica e ottiene la certificazione del RINA per tutte le manifestazioni svolte durante l’anno. “Che cosa significa essere “un agente di cambiamento”? (…) Negli ultimi nove mesi, in centinaia di conversazioni, messaggi di testo, videochiamate e riunioni - ha spiegato Lesley Lokko - è emersa più volte la domanda se esposizioni di questa portata, sia in termini di emissioni di carbonio sia di costi, possano essere giustificate”.  A seguito di questo, la Biennale 2023 rinnova il proprio impegno per il raggiungimento della neutralità carbonica, puntando parallelamente i propri riflettori su un secondo grande tema: l’Africa e la sua diaspora. “Nell’architettura in particolare, la voce dominante è stata storicamente una voce singolare ed esclusiva, la cui portata e il cui potere hanno ignorato vaste fasce di umanità – dal punto di vista finanziario, creativo e concettuale – come se si ascoltasse e si parlasse in un’unica lingua. La “storia” dell’architettura è quindi incompleta. Non sbagliata, ma incompleta. Ecco perché le mostre sono importanti.” prosegue Lesley Lokko.

Foto di Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Quanto tempo ci vuole per visitare la Biennale di Venezia?

Per una visita completa, non è raccomandabile una sosta inferiore ai due giorni. Ciò a ragion del fatto che nonostante la vicinanza tra le due sedi principali, i Padiglioni ai Giardini e l’Arsenale, le esposizioni sono ricche di contenuti e richiedono il giusto impegno per essere viste nella loro totalità. Discorso diverso per chi desidera dedicare del tempo agli eventi collaterali, che accrescono il pluralismo di voci della Mostra Internazionale. in tal caso il consiglio è di aggiungere - se possibile - un giorno in più al proprio viaggio. 

Come funzionano i biglietti della Biennale?

La Biennale di Venezia 2023 offre una varietà di opzioni tariffarie. Il biglietto base costa 25 euro e permette un ingresso per sede espositiva. Ci sono riduzioni per over 65, residenti a Venezia, under 26 e studenti, e ingresso gratuito per i bambini fino a 6 anni. Tariffe ridotte sono previste anche per gruppi di 10-25 persone. Esistono inoltre biglietti multi-giorno da 35 euro (tre giorni) e 45 euro (sette giorni). L'accredito per accessi illimitati costa 75 euro, con riduzioni per residenti a Venezia e studenti/under 26.

British Pavilion. 18. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, The laboratory of the Future. Jayden Ali - Thunder and Şimşek © British Council

Esplorando “The Laboratory of the Future”: un percorso di architettura rivoluzionaria

Il percorso di “The Laboratory of the Future” inizia nel Padiglione Centrale ai Giardini, dove sono stati riuniti 16 studi che rappresentano un distillato di force majeure (forza maggiore) della produzione architettonica africana e diasporica. Si sposta poi nel complesso dell’Arsenale, con la sezione Dangerous Liaisons (Relazioni Pericolose) – presente anche a Forte Marghera, a Mestre – affiancata a quella dei Progetti Speciali della Curatrice, che per la prima volta è una categoria vasta quanto le altre. In entrambi gli spazi sono presenti opere di giovani “practitioner” africani e diasporici, i Guests from the Future (Ospiti dal Futuro), il cui lavoro si confronta direttamente con i due temi della Mostra, la decolonizzazione e la decarbonizzazione, fornendo un’istantanea delle pratiche e delle modalità future di vedere e di stare al mondo.

British Pavilion. 18. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, The laboratory of the Future. Sandra Poulson - Sãbao Azul e Água, Photographer Taran Wilkhu © British Council.

Sedi e padiglioni della Biennale di Architettura 2023

In particolare, l’edizione del 2023, vanta 64 Partecipazioni Nazionali, con mostre organizzate e suddivise nelle varie location: 27 avranno sede nei Padiglioni ai Giardini, 22 all’Arsenale e 14 nel centro storico di Venezia. Per la prima volta si vedrà la partecipazione del Niger, mentre Panama si presenterà in autonomia, senza il coinvolgimento dell’Organizzazione internazionale Italo-latina americana. Infine, a distanza di cinque anni dalla sua ultima partecipazione, la Santa Sede torna alla Biennale di Architettura, con un proprio padiglione sull’isola di San Giorgio Maggiore. La mostra “The Laboratory of the Future” si divide in sei parti. Comprende 89 partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall’Africa o dalla diaspora africana. A riguardo, ha chiarito la curatrice: “Abbiamo espressamente scelto di qualificare i partecipanti come “practitioner” e non come “architetti”, “urbanisti”, “designer”, “architetti del paesaggio”, “ingegneri” o “accademici”, perché riteniamo che le condizioni dense e complesse dell’Africa e di un mondo in rapida ibridazione richiedano una comprensione diversa e più ampia del termine “architetto”.

1. Post Disaster Rooftops EP04. Taranto, Puglia (Progettisti: Post Disaster. Advisor: Silvia Calderoni e Ilenia Caleo. Incubatore: Comune di Taranto)
Tetti come spazi urbani non convenzionali da cui avere una ricognizione immediata degli effetti della crisi (ambientale, economica, sociale...) e, allo stesso tempo, immaginare collettivamente futuri alternativi.

Foto di Sara Scanderebech

1. Post Disaster Rooftops EP04. Taranto, Puglia

Foto di Sara Scanderebech

2. La Terra delle Sirene. Baia di Ieranto, Massa Lubrense, Napoli (Progettisti: BB - Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio. Advisor: Terraforma. Incubatore: FAI – Fondo per l’Ambiente italiano)
Col team del festival musicale Terraforma, si definisce una macchina scenica capace tanto di rivelare lo stato ambientale del fondo marino quanto di generare nuove forme di aggregazione rituale.

Foto di Luca Campari

2. La Terra delle Sirene. Baia di Ieranto, Massa Lubrense, Napoli

Foto di Luca Campari

3. Sot Glas. Trieste, Friuli-Venezia Giulia (Progettista: Giuditta Vendrame. Advisor: Ana Shametaj. Incubatore: Trieste Film Festival)
Un’installazione che riattiva i tunnel sotterranei di un rifugio antiaereo costruito durante la Seconda Guerra Mondiale, un’indagine sul senso di appartenenza

Foto di Eleonora Agostini

3. Sot Glas. Trieste, Friuli-Venezia Giulia

Foto di Eleonora Agostini

4. Uccellaccio. Ripa Teatina (Chieti), Abruzzo (Progettista: HPO. Advisor: Claudia Durastanti. Incubatori: MAXXI L’Aquila e Comune di Ripa Teatina)
Un’occasione per immaginare un nuovo processo di riattivazione partecipato, capace di addomesticare un “ecomostro”.

Foto di Barbara Rossi

4. Uccellaccio. Ripa Teatina (Chieti), Abruzzo

Foto di Barbara Rossi

5. Concrete Jungle. Terraferma veneziana (Progettista: Parasite 2.0 . Advisor: Elia Fornari (Brain Dead). Incubatore: Museo M9)
Nuove strutture totemiche per il bouldering, nuove vie per l’arrampicata, al servizio della comunità locale, per immaginare l’area metropolitana della Terraferma come un libero territorio selvaggio.

Foto di Giacomo Bianco 

5. Concrete Jungle. Terraferma veneziana

Foto di Giacomo Bianco 

6. Sea Changes: Trasformazioni Possibili. Montiferru (Oristano), Sardegna (Progettista: Lemonot. Advisor: Roberto Flore. Incubatore: Cabudanne De Sos Poetas)
Ripensare i sistemi di produzione e consumo alimentare, spesso influenzati da dinamiche internazionali che producono considerevoli effetti a catena.

Foto di Giovanni Emilio Galanello 

6. Sea Changes: Trasformazioni Possibili. Montiferru (Oristano), Sardegna

Foto di Giovanni Emilio Galanello 

7. La Casa Tappeto. Librino (Catania), Sicilia (Progettista: Studio Ossidiana. Advisor: Adelita Husni-Bey. Incubatori: Associazione Talità Kum e Ordine degli Architetti di Catania)
All’interno di un parco “fantasma”, un padiglione mobile e temporaneo si fa interprete di un desiderio collettivo di ombra, protezione e leggerezza, proponendosi di attivare una pedagogia alternativa e transgenerazionale.

Foto di Alessanddro Iovino

7. La Casa Tappeto. Librino (Catania), Sicilia

Foto di Alessandro Iovino

8. Tracce di BelMondo. Belmonte Calabro (Cosenza), Calabria (Progettista: Orizzontale. Advisor: Bruno Zamborlin. Incubatori: La Rivoluzione delle Seppie e Comune di Belmonte Calabro)
Riattivare uno spazio in disuso per promuovere uno scambio diretto tra gli abitanti e il luogo attraverso un intervento architettonico leggero e la sperimentazione di nuovi dispositivi sensoriali.

Foto di Adrianna Glaviano

8. Tracce di BelMondo. Belmonte Calabro (Cosenza), Calabria

Foto di Adrianna Glaviano

9. BELVEDERE RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013. Prato - Pistoia, Toscana (Progettisti: (ab)Normal e Captcha Architecture. Advisor: Emilio Vavarella. Incubatore: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato)
Indagare i luoghi e i processi di produzione dell’idillio pastorale toscano, un tipico paesaggio che si auto-replica diventando un modello esportabile in tutto il mondo.

Foto di Mattia Balsamini

9. BELVEDERE RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013. Prato - Pistoia, Toscana

Foto di Mattia Balsamini

Il Padiglione Italia: tema e collocazione

Con il titolo SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri il Padiglione Italia trova la sua location presso le Tese delle Vergini in Arsenale, a cura del collettivo Fosbury Architecture, formato da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino, Claudia Mainardi. Il progetto, risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore,  si articola in due momenti. La prima fase, Spaziale, conclusasi ad aprile 2023, ha consistito in 9 interventi site-specific in altrettanti luoghi selezionati in tutto il territorio italiano. Un sito web e un account Instagram, lanciati a gennaio, hanno raccontato il work in progress e l’evolversi di questa prima fase. La seconda fase SPAZIALE: Ognuno appartiene agli altri è visibile per l’intera durata della Biennale e mette in scena la sintesi formale e teorica dei processi innescati nei mesi precedenti. Lo “spazio” è inteso, in questa visione, come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio delle possibilità.

Padiglione Centrale. Foto di Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Cos’altro non perdere alla Biennale?

Come accennato sopra, oltre alle mostre allestite nelle sedi ufficiali, ciascuna edizione della Biennale è animata dalle proposte degli Eventi Collaterali. In questa edizione, sono 9 quelli ammessi dalla Curatrice e organizzati nelle numerose sedi della città, con contributi e partecipazioni imperdibili. 

Come arrivare alla Biennale di Venezia: il tuo itinerario dettagliato

Per raggiungere la Biennale di Venezia si possono seguire diversi percorsi. Dall'aeroporto Marco Polo, le navette ATVO e l’autobus n°5 portano a Piazzale Roma, da dove si prende un vaporetto alla fermata Giardini. Se si arriva dalla stazione di Venezia Santa Lucia, si prendono i vaporetti n° 1, 41, 51 o le linee n° 4, 71, 82 verso Piazzale Roma, poi un vaporetto direzione Lido, fermata Giardini. Infine, per chi arriva in auto, si consiglia di parcheggiare a Mestre, al Tronchetto o a Piazzale Roma e da lì prendere i vaporetti per i Giardini.

Immagine di apertura: Padiglione Centrale. Photo by Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia