L’ex Macello e la rigenerazione dell’area dei mercati di Milano

È una delle aree di Milano destinate a cambiare di più nel prossimo futuro: ne ripercorriamo la storia, fino alla recente riscoperta con Alcova.

Nell’anno di ripartenza del Salone del Mobile dopo lo stop e i rallentamenti per forze di causa maggiore, l’attenzione maggiore tra gli avvenimenti diffusi in città – con code fin dai primi giorni della Design Week – è andata all’ormai consolidata realtà di Alcova, che ha puntato tutto su un nuovo design district, ancora temporaneo (per non dire precario) ma che ha già avuto in passato numerose occasioni di eventi per il design e che si prospetta come un futuro polo dedicato alla cultura e al progetto.

Nel corso degli anni, in questo quadrante di città a sud-est, ricco di molte attrazioni di vario genere, più volte il design si è affacciato lasciando tracce e semi dormienti che quest’anno hanno iniziato a sbocciare di nuovo.

Il Mercato Ortofrutticolo, foto di Daniele Ratti

Nel settembre 1988, nel mattatoio dell’ex Macello, già abbandonato allora, una avanguardistica azienda anticonformista, la Pallucco, dell’omonimo artista/designer/imprenditore Paolo Pallucco, fece un biennio di eventi storici che le memorie più lucide e attente ricordano ancora come rari, inaugurando a tutti gli effetti quella modalità che oggi tutti chiamano “fuorisalone”.

L’area chiamata dell’ex Macello, con le sue palazzine in stile liberty ancora ben visibili affacciate su viale Molise e altre diffuse nella zona (come la Palazzina Liberty – appunto – in largo Marinai d’Italia), è la parte che oggi ancora mantiene la memoria di una vasta area che fu della cosiddetta “cittadella annonaria”, costruita agli inizi del Novecento, con un insieme di mercati generali con grandi strutture per la conservazione e il commercio di prodotti alimentari, dall’ortofrutticolo, all’ittico, fino al floricolo, insieme ai Frigoriferi Milanesi e al Palazzo del Ghiaccio. 

Tutte queste architetture di servizio gravitavano intorno alla stazione di Porta Vittoria (demolita e interrata come fermata del passante ferroviario agli inizi del 2000) che era il polo logistico – con treni espressi, ovvero più rapidi – nel quale tutte le merci alimentari fresche per la città approdavano e venivano consegnate ai grossisti che poi le distribuivano al dettaglio, destinate infine e in velocità ai cittadini milanesi.

Dopo il primo coraggioso intervento di Pallucco, in una rapida successione, ricordiamo di quando il design nelle sue “scorribande” ha messo piede in questa area.

Oltre alla Palazzina Liberty, luogo meglio conservato anche se ancora in disuso e in cui più volte il fuorisalone è apparso (ricordiamo nel 2004 la presenza della rivista Abitare con un evento dedicato agli allora “emergenti” Patricia Urquiola, Fabio Novembre e Beppe Riboli), citiamo vari luoghi in cui eventi per il design sono avvenuti negli ultimi vent’anni. 

I già citati Frigoriferi Milanesi, oggi omonimo spazio polifunzionale che ospita diversi enti e imprese che operano negli ambiti dell’arte e della cultura all'interno di un contesto di archeologia industriale che ci riporta alla sua nascita nel 1899; lo Spazio Tertulliano, ovvero ciò che venne chiamato il distretto creativo NIL28 dove in un’area ex artigianale, un recinto urbano offre numerosi cortili collegati e affacci di ampi ex spazi produttivi a disposizione delle varie arti; e gli East End Studios una grande location tra le più richieste dal mondo del design, della moda e dello spettacolo realizzata grazie alla riconversione degli edifici che nei primi anni del 900 ospitavano l’antica e prestigiosa fabbrica di aeroplani “Caproni di Taliedo”.

Non possiamo dimenticare ciò che è stato Macao, operazione di riappropriazione urbana, nata nel 2012 con l’occupazione prima della Torre Galfa, poi di Palazzo Citterio, poi con una presenza a BASE (in zona Tortona) e infine con una lunga permanenza proprio nella Palazzina della Borsa delle Carni all’ex Macello. Esperienza chiusa definitivamente nel 2021 ma che, partita dal basso, è sempre stata un luogo che ha prodotto cultura, con formule collettive e alternative.

Per decenni tutto questo patrimonio è stato dimenticato, nonostante tutt’intorno la città si sia comunque preparata a muoversi e quindi, parlando invece di sviluppi futuri di questo quartiere molto popolare denominato Calvairate, accenniamo a 3 mega progetti di riqualificazione urbana che faranno di questo spicchio di città una fetta molto appetibile.

Ed essendo questi edifici nati più di 100 anni fa proprio per ospitare l’arrivo dei beni primari con depositi per le merci per la città, è molto interessante che  proprio nel design si veda una motivazione perfetta per ricollegare il passato con il futuro. E quindi forse non a caso Alcova si è insediata quest’anno nel lotto destinato a una grande trasformazione immobiliare annunciata.

Con la nuova denominazione di “Aria” nel 2021 è stato vinto il bando Reinventing Cities indetto dal Comune di Milano a cui partecipano progettisti internazionali e locali del calibro di Snøhetta, Barreca & La Varra e Cino Zucchi. Proprio l’area interessata dall’ex Macello verrà destinata ad una riqualificazione effettiva e permanente con abitazioni, tra cui edilizia residenziale sociale convenzionata e per studenti, servizi pubblici, aree commerciali, un distaccamento del museo della Scienza e della Tecnologia, atelier d'artista, e il nuovo campus dello IED - Istituto Europeo di Design. 

A pochi metri di distanza, nel 2025 sarà pronto Foody, il nuovo mercato agroalimentare di Milano, già primo mercato all’ingrosso d’Italia e tra i più importanti mercati d’Europa, che diventerà un hub agroalimentare e polo di attrazione della filiera agroalimentare. Una vera e propria “città del gusto”, realizzata su modello innovativo di relazione tra vendita all'ingrosso di merce fresca e consumo diretto in loco con ristoranti e luoghi di intrattenimento. Sono quasi pronti i nuovi padiglioni logistici e verranno demoliti alcuni dei padiglioni storici della costruzione del 1965, progettata dagli ingegneri comunali Amorosi, Parrella e Cattorini con una notevole qualità, che spesso releghiamo ad architettura anonima. Un padiglione di questo pezzo storico di città moderna, resterà fortunatamente in piedi, come memoria e come sede delle attività aperte al pubblico.

Infine, a pochi metri a nord dell’ex Macello, annunciata lo scorso anno come esito di un nuovo concorso che ha riassegnato le sorti di un precedente concorso organizzato all’inizio degli anni 2000, sarà pronta nel 2026 la nuova attesissima BEIC, Biblioteca Europea di Informazione e Cultura.

La macchina frantumatrice trasportabile, Frantoio Sociale, Studio Gisto. Foto di Daniele Ratti

Chiudiamo citando solo uno dei progetti esposti ad Alcova quest’anno, che ci sembra il più centrato per riassumere tutta la lunga e ampia storia di questa parte di città.

Frantoio Sociale, è un progetto di ricerca nato nel 2021 sviluppato da Studio Gisto con hund.studio che ha lo scopo di divulgare e promuovere pratiche alternative di trasformazione e rimessa in circolo di materiali edili dismessi attraverso laboratori ed eventi. Lo strumento centrale per lo sviluppo del progetto è una macchina frantumatrice trasportabile, in grado di trasformare il materiale di scarto in nuova materia prima per una vasta gamma di utilizzi.

Ecco che allora le macerie di questo incredibile luogo, si trasformano e diventano materie prime seconde (come si dice) utili ai designer per sviluppare nuovi prodotti, chiudendo prima il cerchio e, spostando leggermente l’orbita, riaprendo e rilanciando un nuovo giro di giostra progettuale, molto più consapevole.

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