La casa di Erwin Broner a Ibiza, capolavoro modernista ibizenco

Per la serie delle Forgotten Architectures di Domus, un progetto che risale agli anni Sessanta. Unisce il Moderno e l’ossessione per le tecniche costruttive ibizenche dell’architetto tedesco naturalizzato americano, che aveva incontrato l’isola scappando dal nazismo.

Negli anni Trenta Ibiza diventa il rifugio perfetto di tanti intellettuali tedeschi in fuga dal nazismo. Tra di loro c’è anche Erwin Broner, l’architetto e artista che realizza sull’isola uno dei primi esempi di architettura moderna ispirata alle case tradizionali ibizenche.

Nato Erwin Heilbronner a Monaco il 16 novembre 1898, da genitori banchieri ebrei, Erwin Broner – che cambierà il cognome quando si trasferisce in America –cresce in una famiglia acculturata, appassionata di letteratura, arte e musica. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale studia Belle Arti e poi architettura alla Technische Hochschule di Stoccarda. Acquisisce conoscenze di falegnameria, grazie alle quali diventerà un abile disegnatore e costruttore di elementi di arredo. Appena laureato, in compagnia del suo amico Richard v. Waldkich, fonda il suo studio di architettura.

La vita tranquilla di Broner viene fortemente turbata dall’ascesa del nazismo e di Hitler in Germania. Il suo status di uomo tedesco ebreo, affiliato al partito comunista, lo costringe ad abbandonare la patria nel 1934, in compagnia dell’amico Manfred Heninger e della sua famiglia. Dopo un breve periodo in Svizzera, decidono di fare un viaggio a Maiorca e valutare la possibilità di stabilirvisi. I loro piani cambiano quando, durante il viaggio su un piccolo piroscafo, fanno sosta a Ibiza, luogo all’epoca ancora selvaggio.

  

L’isola è il luogo perfetto in cui rifugiarsi e presto si stabilisce lì una comunità di intellettuali e artisti che comprende il filosofo Walter Benjamin, il filologo Walther Spelbrink, lo scrittore Albert Camus, i fotografi Raoul Haussman e Man Ray.

Erwin Broner si trasferisce negli Usa e tornerà nell’isola nel 1959, anno in cui fonda il “gruppo Ibiza 59” insieme ad altri artisti provenienti da scuole diverse, ma uniti dal desiderio di fondare una nuova avanguardia artistica ibizenca. Tra di loro Erwin Bechtold, Hans Laabs, Egon Neubauer, Heinz Trökes, Bob Munford, Bertil Sjoeberg e Katja Meiroswsky.

La casa di Erwin Broner, Ibiza. Foto Bianca Felicori
La casa di Erwin Broner, Ibiza. Foto Bianca Felicori

All’inizio degli anni Sessanta Broner decide di acquistare un lotto di terra che si affaccia proprio sugli scogli di Sa Penya, a Ibiza, dove applica i principi dell’architettura moderna uniti al fascino per quella primitiva e vernacolare ibizenca. Nei suoi anni di esilio nell’isola, infatti, Broner si lascia sedurre dal fascino delle case rurali, costruite artigianalmente dagli abitanti dell’isola con sistemi costruttivi tramandati dai padri ai figli. Questa architettura, capace come nessun’altra di integrarsi con l’ambiente naturale, diventa una sorta di ossessione per Broner, che passa le sue giornate a girare in bicicletta intorno all’isola per fotografare le case tradizionali. La casa tipica ibizenca, risultato di un processo di applicazione di un know-how artigianale di tipo ereditario, è una casa composta da spazi aperti con terrazze, muri di pietra, sentieri stretti. Circondata dalla flora locale, la casa è perfettamente integrata con il paesaggio.

Erwin Broner intuisce come i principi che generano lo spazio di un’architettura primordiale ibizenca non siano del tutto distanti dai concetti alla base del pensiero del Movimento Moderno. Dopo anni di documentazione fotografica e di studio, Broner traduce questi principi in una casa per lui e la sua famiglia la cui modernità arcaica è ispirata proprio alle costruzioni dei contadini locali e alla sua formazione di architetto del primo Novecento. Nel progetto della casa, che gode di un affaccio diretto sul mare, Broner applica i cinque punti di Le Corbusier rivisitandoli in chiave vernacolare. La casa, sormontata da un tetto giardino, si apre sul paesaggio grazie ad una serie di finestre a nastro che permettono di godere della vista panoramica. Tramite un patio di ingresso si accede alla zona giorno, dove ogni elemento è stato disegnato dall’architetto, che coinvolge nel cantiere i contadini della zona insegnando loro come costruire secondo i principi del Moderno. Questa soluzione di accesso, studiata accuratamente da Broner, è un elemento ripreso proprio dall’architettura vernacolare dell’isola, nelle quali l’accesso è mediato da una loggia d’ingresso che funge da membrana tra interno ed esterno.

  

L’architetto studia maniacalmente il rapporto tra spazio domestico e natura circostante, principio chiave per il disegno non solo dello spazio ma anche dell’arredo. Per la zona giorno, infatti, Broner disegna delle sedute il cui schienale ha la giusta inclinazione per guardare il mare da dentro. La zona notte è separata solamente da una parete, per cui il primo piano della casa si presenta come un grande open space. Da questo spazio, si accede tramite le scale al piano inferiore, aperto sul mare da una porta finestra. Qui Broner realizza il suo studio, nel quale ogni elemento di arredo è realizzato da lui stesso grazie alle sue conoscenze nel campo della falegnameria.

Dopo la morte dell’architetto, la moglie Gisela decide di donare la casa al comune di Ibiza: perfettamente conservata, conserva ancora tutti gli oggetti e le opere dell’architetto-artista, perfino i suoi libri e i suoi dischi. È parte del network internazionale Iconic Houses, che da anni si occupa di preservare e segnalare i gioielli del Movimento Moderno in Europa e in America.

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